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E. Campagna - Rivoira
SINTESI - GUIDA PRATICA ALLA CONVERSIONE
Di seguito viene fornita una sintesi delle fasi di base della conversione relativa all’R-422D. (Nel presente articolo viene fornito un approfondimento per ogni punto).
1. Stabilire le prestazioni di riferimento mediante il refrigerante esistente (si veda la lista di controllo per la conversione allegata).
2. Rimuovere tutto il refrigerante vecchio (R-22 o altro) dall’impianto e metterlo in un cilindro di recupero. Pesare la quantità rimossa.
3. Sostituire filtro essiccatore e guarnizioni/anelli elastomerici fondamentali.
4. Spurgare l’impianto e verificare che non ci siano perdite.
5. Caricare con l’R-422D.
• Rimuovere il liquido unicamente dal cilindro di carica.
• La quantità di carico iniziale deve costituire l’85% circa del carico standard per l’R-22. La quantità di carico finale sarà circa del 95%.
6. Avviare l’impianto, regolare la VET e/o il valore del carico per raggiungere un surriscaldamento ottimale.
7. Monitorare i livelli dell’olio del compressore. Se necessario, rabboccare l’olio per mantenere i livelli adeguati.
8. Etichettare l’impianto per mostrare il refrigerante (o eventuali lubrificanti sostitutivi) usato. Aggiornare il registro dell’impianto.
Conversione terminata.
IMPORTANTI INFORMAZIONI SULLA SICUREZZA
Esattamente come i CFC e gli HCFC, i refrigeranti R-422D sono sicuri da usare se maneggiati in modo corretto. Tuttavia, qualsiasi refrigerante può causare ferite e persino la morte, se impiegato indebitamente. Si prega di rivedere le seguenti direttive prima di utilizzare qualunque refrigerante.
• Non lavorare in ambienti con alte concentrazioni di vapori refrigeranti. Mantenere l’area di lavoro sempre adeguatamente ventilata. Non respirare i vapori. Non respirare nebbie lubrificanti degli impianti in perdita. Ventilare adeguatamente l’area in caso di fughe, prima di procedere alla riparazione dell’impianto.
• Non utilizzare rilevatori di fughe portatili per verificare la presenza di aria respirabile all’interno degli spazi operativi. Questo tipo di rilevatori non è progettato per determinare se l’aria è respirabile. Utilizzare i monitor di ossigeno al fine di garantire che ci sia un’adeguata presenza di ossigeno per rimanere in vita.
• Non utilizzare fiamme o rivelatori di fughe alla fiamma per cercare fughe. Le fiamme libere (ad es. rivelatori di fughe alla fiamma o torce di brasatura) sono in grado di rilasciare quantità enormi di composti acidi in presenza di tutti i refrigeranti che possono essere pericolosi. Per i refrigeranti HFC, i rivelatori di fughe alla fiamma non sono rilevatori di fughe efficaci; rilevano la presenza di cloro che non è presente nell’R-422D e, di conseguenza, non rileveranno la presenza di questo refrigerante. Utilizzare un rilevatore di fughe elettronico progettato per individuare i refrigeranti in uso. Se si rileva un cambiamento visibile della dimensione o del colore della fiamma durante l’uso delle fiamme di brasatura per la riparazione dell’impianto, fermarsi immediatamente e abbandonare l’area. Aerare adeguatamente l’area di lavoro e fermare tutte le fughe di refrigerante prima di riprendere l’operazione. Gli effetti della fiamma possono indicare concentrazioni di refrigerante molto elevate e continuando a lavorare senza aerare adeguatamente l’area si possono provocare ferite o morte.
Nota: Se utilizzato indebitamente, qualunque refrigerante può essere pericoloso. I rischi includono liquidi o vapori sotto pressione e congelamento dovuto al liquido in fuga. La sovraesposizione a concentrazioni elevate di vapore refrigerante può causare asfissia e arresto cardiaco. Si prega di leggere tutte le informazioni sulla sicurezza prima di maneggiare qualunque refrigerante.
Infiammabilità
L’R-422D è ininfiammabile a contatto con l’aria in condizioni normali. Tuttavia, in presenza di una sorgente d’ignizione, questo prodotto, unito ad elevate concentrazioni di aria o ossigeno, può diventare combustibile a pressioni elevate. Per il controllo di fughe, non miscelare questo prodotto con aria.
INFORMAZIONI GENERALI SULLA CONVERSIONE
Lubrificanti
La selezione dei lubrificanti si basa su una serie di fattori, compresa la capacità di resistenza all’usura del compressore, la compatibilità del materiale e la solubilità del refrigerante/lubrificante (che può influenzare il ritorno dell’olio al compressore). L’R-422D è compatibile con lubrificanti nuovi e tradizionali; il più delle volte, durante la conversione d’impianti ad espansione diretta non si rivela necessario cambiare il tipo di olio.
La sperimentazione sul campo ha dimostrato che, nella maggior parte degli impianti ad espansione diretta, l’R-422D funziona in modo ottimale con l’olio minerale esistente (o alchilbenzene)
. Negli impianti dove il ritorno dell’olio è potenzialmente determinante, come ad esempio gli impianti dove l’accumulatore del condotto d’aspirazione funge da separatore di liquido, si consiglia fortemente la sostituzione totale o parziale (~30%) del carico di olio del compressore con un poliolestere approvato OEM.Filtro essiccatore
Durante la conversione cambiare il filtro essiccatore. Si tratta di una normale procedura di manutenzione dell’impianto. Esistono due tipi di filtri essiccatori comunemente utilizzati: liberi e solidi. Sostituire l’essiccatore con uno dello stesso tipo in uso nell’impianto. L’etichetta dell’essiccatore indicherà i refrigeranti compatibili. Scegliere un essiccatore apposito da impiegare con i refrigeranti HFC (molti essiccatori attualmente sul mercato sono “universali”: pertanto potranno essere impiegati con la maggior parte dei refrigeranti fluorocarburi).
Guarnizioni/Anelli elastomerici ecc
L’R22 e, in minor misura l’R22 che contiene miscele di refrigeranti, interagisce pesantemente con molti elastomeri causando quindi rigonfiamenti significativi e spesso, nel tempo, un sensibile aumento della durezza e simili. L’422D, invece, non produce un effetto così pesante sugli elastomeri normalmente impiegati nelle guarnizioni degli impianti di refrigerazione. Di conseguenza, durante la conversione di un impianto, quando si sostituisce l’R22 (e, in minor misura, l’R22 che contiene miscele) con l’R-422D, è possibile che si verifichino delle perdite in corrispondenza delle guarnizioni elastomeriche esposte al refrigerante (non si tratta di un problema imputabile all’uso di R-422D. Questo tipo di perdite da guarnizione è stato rilevato durante la sostituzione dell’R22 con altri refrigeranti HFC come l’R407C o l’R404A). Le perdite non si verificano in tutti gli impianti convertiti e, a livello pratico, è difficile prevedere se tali perdite si verificheranno (solitamente più è datato l’impianto, maggiori sono le probabilità che si riscontrino delle perdite dopo la conversione). Di conseguenza, si consiglia di cambiare eventuali guarnizioni fondamentali per l’impianto (quelle che richiederebbero la rimozione del carico di refrigerante per consentire la sostituzione delle guarnizioni, ad esempio, nel ricevitore di liquido, sul lato alta pressione del refrigerante, ecc.) durante la conversione, di norma, è di avere a disposizione delle guarnizioni di ricambio per gli altri componenti quando si riavvia l’impianto. Un rigoroso controllo di routine alla ricerca di eventuali fughe pre e post-conversione ridurrà al minimo le perdite di refrigerante. Devono essere controllate tutte le guarnizioni, comprese valvole manuali, valvole Schrader, valvole solenoidi, indicatori di livello, anelli di tenuta dei cavi elettrici (sui compressori), guarnizioni meccaniche sui compressori aperti, ecc. Ovviamente le eventuali guarnizioni sulle quali si sono riscontrate fughe, prima di procedere alla conversione, devono essere sostituite durante la conversione.
Modifiche impianto
La composizione del refrigerante R-422D è stata selezionata in modo tale da fornire prestazioni paragonabili a quelle dell’R22, a livello sia di capacità sia di efficienza energetica. Di conseguenza, le modifiche dell’impianto minime vengono anticipate mediante la conversione. L’R-422D è quasi azeotropico. La composizione del vapore nel cilindro refrigerante è diversa dalla composizione del liquido. Per questa ragione, l’R-422-D dovrebbe essere trasferito dal contenitore durante il carico del sistema dalla fase liquida (o durante il trasferimento da un contenitore all’altro). In generale, si consiglia di non utilizzare il refrigerante R-422D in impianti a compressore centrifugo o nei refrigeratori con evaporatori allagati. Gli impianti ad espansione diretta con separatori di liquido possono essere convertiti con l’R-422D; è necessario tuttavia un cambio dell’olio unico con olio POE avente la stessa viscosità dell’olio originario, al fine di garantire un’adeguata gestione dell’olio per la configurazione dell’impianto.
Nota: l’R-422D non deve essere mischiato a refrigeranti o additivi diversi da quelli specificati chiaramente dal produttore dell’impianto. Miscelare questo refrigerante con refrigeranti CFC o HCFC, così come miscelare due alternative refrigeranti diverse, può compromettere le prestazioni dell’impianto. Si sconsiglia caldamente il “rabbocco” di un refrigerante CFC o HCFC mediante qualunque refrigerante.
Surriscaldamento impianto
Per ottenere le prestazioni desiderate dell’impianto in seguito a una conversione a R-422D sarà necessario impostare correttamente il surriscaldamento dell’impianto. Consultare le procedure dettagliate di conversione descritte qui di seguito.
Gestione olio impianto
In molti casi, gli impianti convertiti con l’R-422D funzionavano di norma con olio minerale o alchilbenzene utilizzati con il refrigerante HCFC originale. Negli impianti più complessi, raramente l’olio non ritorna in modo omogeneo al compressore. E’ importante che i livelli dell’olio del compressore siano monitorati in fase di funzionamento iniziale con l’R-422D. Se il livello di olio scende al di sotto del minimo consentito, rabboccare l’olio sino al raggiungimento del livello minimo con il tipo di olio esistente. Non rabboccare al massimo, in quanto il livello potrebbe ancora aumentare. Se il livello dell’olio dovesse diminuire costantemente, o subire oscillazioni importanti durante il ciclo operativo, è stata dimostrata l’efficacia del lubrificante POE per il ripristino dei tassi di ritorno dell’olio adeguati. Il lubrificante POE dovrebbe essere aggiunto all’impianto in modo progressivo. Inizialmente, aggiungerne il 10-30% (dell’intero carico d’olio). Quindi procedere con ulteriori piccole aggiunte sino a quando il livello dell’olio non si normalizza. E’ importante assicurarsi che, all’aggiunta dell’olio POE nell’impianto, il livello dell’olio (subito dopo l’aggiunta) rimanga al di sotto del livello dell’olio del valore centrale del sistema (es. meta dell’indicatore di livello). Inoltre, si consiglia di conservare un archivio preciso delle quantità di olio aggiunte in modo da evitare un rabbocco eccessivo.
Informazioni sul recupero dei refrigeranti
La maggior parte degli apparecchi per recupero e riciclo usati per l’R22, può essere usata per l’R-422D. Usare le procedure standard al fine di evitare contaminazioni incrociate durante il passaggio da un refrigerante all’altro. La maggior parte delle macchine per riciclo o recupero può utilizzare lo stesso olio compressore impiegato per i refrigeranti HCFC. Tuttavia, potrebbero risultare necessarie alcune modifiche come prevedere per esempio un tipo diverso di essiccatore o un indicatore di umidità differente. Rivolgersi al produttore dell’impianto per raccomandazioni specifiche.
Prestazioni previste dopo la conversione
La Tavola 1 indica le modifiche approssimative relative alle prestazioni dell’impianto in seguito a una conversione e rappresentano direttive generali del comportamento dell’impianto. Questi valori si basano su sperimentazione sul campo, test del calorimetro e dati sulle proprietà termodinamiche e indicano un’efficienza del compressore uguale. La capacità di raffreddamento e l’efficienza energetica dipenderanno in larga misura dalla progettazione dell’impianto, dalle condizioni d’esercizio e dallo stato reale dell’impianto. Nella maggior parte degli impianti, l’R-422D offre capacità di raffreddamento ed efficienza energetica simili a quelle dell’R-22, ma con un funzionamento caratterizzato da una temperatura di mandata del compressore largamente inferiore. Le prestazioni reali dipendono dalla progettazione dell’impianto e dalle condizioni d’esercizio.
PROCEDURA DI CONVERSIONE
DETTAGLIATA PER L’R22
in impianti di refrigerazione ad
espansione diretta a bassa e media
temperatura e nel condizionamento
dell’aria residenziale e commerciale
1. Stabilire le prestazioni di riferimento con l’R22
. Raccogliere i dati delle prestazioni dell’impianto mentre l’R22 si trova nell’impianto. Verificare che il carico di refrigerante e le condizioni d’esercizio siano corretti. I dati di riferimento relativi a temperature e pressioni in vari punti dell’impianto (aspirazione e mandata evaporatore, condensatore e compressore, calcolo surriscaldamento e sottoraffreddamento) in condizioni d’esercizio normali saranno utili in fase di ottimizzazione del funzionamento dell’impianto con l’R-422D. Sul retro del bollettino è disponibile una scheda dell’impianto per la raccolta dei dati di riferimento.2. Rimuovere il refrigerante R22 esistente dall’impianto e metterlo in un cilindro di recupero
. Il carico esistente deve essere rimosso dall’impianto e raccolto in un cilindro di recupero mediante un dispositivo di recupero in grado di applicare un vuoto pari a 10–15 pollici Hg (50-65 kPa assoluti). Se non si conosce il valore del carico adeguato per l’impianto, pesare la quantità di refrigerante rimosso. La quantità iniziale di R-422D da caricare nell’impianto è ricavabile da questa quantità (si veda punto 5). Assicurarsi che venga rimosso tutto il refrigerante residuo dissolto nell’olio compressore continuando ad applicare all’impianto un vuoto. Interrompere la depressione con azoto secco.3. Sostituire filtro essiccatore, guarnizioni/anelli elastomerici fondamentali, ecc.
E’ normale prassi sostituire il filtro essiccatore durante la manutenzione dell’impianto. I filtri essiccatori di sostituzione devono essere compatibili con l’R-422D. Mentre l’impianto è vuoto, controllare e sostituire le eventuali guarnizioni elastomeriche presumibilmente prossime alla fine della durata d’uso. Anche se fino a quel momento non avevano mai presentato perdite, la modifica delle caratteristiche di gonfiamento nel passaggio ad un qualsiasi refrigerante nuovo (es.: da R22 ad un qualsiasi refrigerante HFC) e l’alterazione generale arrecata all’impianto possono far sì che le guarnizioni usurate presentino delle perdite dopo la conversione. Sebbene, in generale, con l’R-422D possano essere usati gli stessi materiali sigillanti, è stato notato che, come nel caso di altri refrigeranti basati su HFC, si può verificare il ritiro della guarnizione originale dopo la conversione, con conseguente perdita di refrigerante. I componenti fondamentali generalmente interessati dal fenomeno sono le guarnizioni Schrader, gli anelli del ricevitore di livello di liquido, le valvole solenoidi, le valvole a sfera e le guarnizioni delle flange; comunque tutte le guarnizioni esterne a contatto con il refrigerante devono essere considerate potenziali fonti di fuga post-conversione. Le sperimentazioni sul campo hanno dimostrato che più è vetusto l’impianto, maggiore è la probabilità di fughe da guarnizioni ed anelli. Si consiglia, di norma, di cambiare eventuali guarnizioni fondamentali dell’impianto (es.: quelle che richiedono la rimozione del carico di refrigerante per permettere la sostituzione della guarnizione; ad esempio quelle del ricevitore di liquido o dell’impianto condensatore) e di avere a disposizione guarnizioni di ricambio per altri componenti durante la conversione. In caso di guasto alla guarnizione, le valvole Schrader generalmente possono essere cambiate in loco, sotto pressione, mediante un attrezzo speciale e non vengono pertanto considerate fondamentali per l’impianto. Un rigoroso controllo di routine alla ricerca di eventuali fughe pre e post-conversione ridurrà al minimo le perdite di refrigerante.4. Spurgare l’impianto e verificare che non ci siano perdite. Seguire le normali procedure di manutenzione.
Per eliminare aria o altri gas non condensabili e qualsiasi altro residuo di nebbia dall’impianto, spurgare l’impianto applicando un vuoto quasi totale (vuoto di 29,9 pollici Hg [500 micron] o inferiore a 0,1 kPa assoluti), isolare la pompa a vuoto dall’impianto e procedere alla lettura del vuoto. Se l’impianto non mantiene il vuoto, significa che potrebbe esserci una fuga. Pressurizzare l’impianto con l’azoto avendo cura di non superare la pressione massima prevista per l’impianto in uso e verificare che non ci siano perdite. Non utilizzare miscele di aria e refrigerante sotto pressione per verificare che non ci siano perdite, in quanto possono essere combustibili. Dopo la ricerca di eventuali fughe mediante l’azoto, rimuovere l’azoto residuo con una pompa a vuoto.5. Caricare con l’R-422D.
Rimuovere il liquido solo dal cilindro di
carico (se il cilindro non dispone di
valvola con pescante, invertire il
cilindro, affinché la valvola si trovi
sotto il cilindro). La giusta posizione
del cilindro per la rimozione del liquido
spesso è indicata dalle frecce presenti
sul cilindro e sulla sede del
cilindro. Una volta rimosso il liquido
dal cilindro, l’impianto di
refrigerazione può ricevere il
refrigerante, sotto forma di liquido o
vapore. Utilizzare i collettori o una
valvola di laminazione per passare dal
liquido al vapore, se necessario.
ATTENZIONE: Non caricare refrigerante
liquido nel compressore. Causerà
danni gravi e irreversibili!
In generale, l’impianto di refrigerazione
necessiterà di un peso inferiore di
R-422D rispetto al refrigerante originale
R22, ciononostante alcuni necessiteranno
una quantità leggermente superiore. Il
carico ottimale varierà a seconda della
progettazione dell’impianto e delle
condizioni d’esercizio. La quantità di
carico iniziale deve costituire l’85%
circa del carico standard per l’R-22. La
quantità di carico finale sarà circa del
95%. Nota: Per gli impianti con
ricevitore di liquido refrigerante,
caricare l’impianto fino al normale
livello di refrigerante nel ricevitore.
Questi valori saranno validi a condizione
che durante la conversione non vengano
effettuate modifiche di nessun tipo ai
componenti meccanici dell’impianto (le
quali potrebbero seriamente condizionare
la capacità volumetrica dell’interno
dell’impianto).
6. Avviare l’impianto, quindi regolare il valore del carico
(per impianti senza ricevitore di liquido). Avviare l’impianto e consentire che le condizioni si stabilizzino. Se l’impianto manca di carica (come indicato dal livello del surriscaldamento all’uscita dell’evaporatore, o dalla quantità di sottoraffreddamento all’uscita del condensatore), aggiungere ancora piccole quantità di R-422D (sempre trasferendolo sotto forma di liquido dal cilindro di carica) sino a quando le condizioni dell’impianto non raggiungeranno i livelli desiderati. Consultare le tabelle pressione/temperatura del presente bollettino per confrontare le pressioni e le temperature per il calcolo del surriscaldamento o sottoraffreddamento relativo al refrigerante in uso. In molti casi, gli indicatori di livello presenti sul condotto del liquido possono essere utilizzati come guida al carico dell’impianto; tuttavia, il corretto carico dell’impianto deve essere determinato mediante la misurazione delle condizioni d’esercizio del sistema (pressioni di mandata e di aspirazione, temperatura del condotto di aspirazione, amperaggio motore 41 compressore, surriscaldamento, e così via). Cercare di caricare sino a quando l’indicatore di livello è “privo di bolle” potrebbe provocare un caricamento eccessivo di refrigerante. Si prega di leggere “Come determinare la pressione di mandata, il surriscaldamento e il sottoraffreddamento”. Ai fini di un funzionamento affidabile dell’impianto mediante l’R-422D, è fondamentale impostare correttamente il surriscaldamento dell’aspirazione del compressore. Le sperimentazioni hanno dimostrato che il surriscaldamento per l’R-422D (all’ingresso del compressore) dovrebbe essere lo stesso del refrigerante sostituito.7. Monitorare i livelli dell’olio. Durante il funzionamento iniziale dell’impianto, è fondamentale monitorare il livello dell’olio del compressore (o dell’impianto di gestione dell’olio compressore) per verificare che l’olio stia tornando al compressore correttamente.
• Se il livello di olio scende al di sotto del minimo consentito, rabboccare l’olio sino al raggiungimento del livello minimo con il tipo di olio esistente. Non rabboccare al massimo in quanto il livello potrebbe ancora aumentare.
• Nel caso in cui l’olio di ritorno dovesse apparire erratico come indicato da notevoli oscillazioni del livello dell’olio durante il ciclo dell’impianto di refrigerazione, si consiglia di rimuovere una parte dell’olio dall’impianto e di sostituirlo con olio POE. Sostituire sino al 30% dell’olio con olio POE consentirà di ripristinare la stabilità del ritorno dell’olio. La quantità precisa di olio da cambiare dipenderà dall’impianto stesso (temperature di evaporazione, geometria fisica e cosi via).
• Il lubrificante POE dovrebbe essere aggiunto all’impianto in modo progressivo. Inizialmente, aggiungerne il 10 -20% (dell’intero carico d’olio). Quindi procedere con piccole aggiunte sino a quando il livello dell’olio non si normalizza in modo uniforme durante tutto il ciclo di funzionamento dell’impianto di refrigerazione.
• E’ importante assicurarsi che, all’aggiunta dell’olio POE nell’impianto, il livello dell’olio (subito dopo l’aggiunta) rimanga al di sotto del livello dell’olio del valore centrale del sistema (es. metà dell’indicatore di livello).
8. Etichettare l’impianto per indicare in modo chiaro e permanente il refrigerante e gli eventuali oli presenti nell’impianto. E’ molto importante che il cambio di refrigerante e la modifica di eventuali altri componenti (compreso l’olio lubrificante) vengano registrati nella documentazione dell’impianto (registro).
IMPORTANTE: Cercare eventuali fughe nell’intero impianto. Come riportato al punto 3, è possibile che un’eventuale fuga di refrigerante si verifichi durante o immediatamente dopo una conversione. La pratica insegna che alcune perdite appaiono solo quando nell’impianto viene caricato il nuovo refrigerante. Prestare particolare attenzione alle guarnizioni delle valvole Schrader, alle valvole solenoidi e agli steli delle valvole a sfera sul lato dell’alta pressione del liquido.
TABELLE PRESSIONE/TEMPERATURA
Come leggere le tabelle Pressione/Temperatura
Le pagine seguenti illustreranno le tabelle pressione/temperatura relative ai refrigeranti menzionati nel presente bollettino. Verranno indicate tre temperature ad una data pressione:
• Temperatura liquido saturo (Punto di bolla); in riferimento al condensatore, si tratta della temperatura alla quale si è condensata l’ultima goccia di vapore. Al di sotto di questa temperatura, il refrigerante sarà liquido sottoraffreddato. Questa temperatura dovrebbe inoltre essere utilizzata per la determinazione del valore della pressione e della temperatura del prodotto conservato in un cilindro di refrigerante.
• Temperatura vapore saturo (Punto di condensazione); in riferimento all’evaporatore, si tratta della temperatura alla quale è andata in ebollizione l’ultima goccia di liquido. Al di sopra di questa temperatura, il refrigerante sarà vapore surriscaldato.
• Temperatura media serpentino (per l’R-422D); l’evaporatore e il condensatore funzioneranno come se agissero a questa temperatura costante. E’ la media delle temperature dei punti di bolla e di condensazione determinate o dalla pressione di aspirazione o dalla pressione del condensatore. Utilizzare questa temperatura media per confrontare le temperature del serpentino con il refrigerante che si sta sostituendo.
Nota: Si tratta di una temperatura media approssimata per i refrigeranti con un glide basso.
COME DETERMINARE LA PRESSIONE DI ASPIRAZIONE, IL SURRISCALDAMENTO E IL SOTTORAFFREDDAMENTO
Pressione di aspirazione
Determinare la temperatura dell’evaporatore prevista mediate l’R-22 (a partire dai dati di riferimento raccolti prima della conversione). Individuare la stessa temperatura dell’evaporatore prevista nella colonna Temperatura Media Serpentino per l’R-422D. Annotare la pressione corrispondente per questa temperatura. Si ottiene così la pressione di aspirazione approssimativa alla quale l’impianto dovrebbe funzionare.
Surriscaldamento
Utilizzando le tavole della pressione del vapore saturo per l’R-422D, determinare la temperatura del vapore saturo (punto di condensazione) per la pressione di aspirazione misurata. Misurare la temperatura all’ingresso del compressore (aspirazione) e sottrarre la temperatura del punto di condensazione precedentemente determinata per l’R-422D per ottenere la quantità di surriscaldamento del vapore.
Sottoraffreddamento
Utilizzando le tavole della pressione del liquido saturo per l’R-422D, determinare la temperatura del liquido saturo (punto di bolla) per la pressione di condensazione misurata (generalmente la pressione del lato alto). Misurare la temperatura del condotto del liquido refrigerante e sottrarla dalla temperatura del punto di bolla precedentemente determinata per l’R-422D per ottenere la quantità di sottoraffreddamento del liquido.