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IL FREDDO PER MEZZO DELL'ENERGIA
SOLARE
MACCHINE FRIGORIFERE AD ASSORBIMENTO DI PICCOLA
TAGLIA ALIMENTATE AD ENERGIA SOLARE:
CONFRONTO FRA DIVERSE SOLUZIONI PER IL RAFFRESCAMENTO ESTIVO
SOMMARIO
Le macchine frigorifere ad assorbimento rappresentano un’alternativa
promettente ai sistemi a compressione, soprattutto quando si dispone
di calore proveniente da cascami di altri processi o dall’energia
solare; il mercato comincia a proporre macchine ad assorbimento
di piccola taglia, progettate appositamente per il raffrescamento
dell’aria negli edifici residenziali. E’ stata realizzata un’analisi
di alcuni assorbitori disponibili in commercio, con particolare
attenzione alle loro prestazioni nel caso in cui l’alimentazione
deriva dall’energia solare. Le macchine esaminate coprono un intervallo
di potenze frigorifere che va dai 4 kW ai 15 kW e lavorano con principi
di funzionamento diversi. Lo studio è stato condotto utilizzando
i dati forniti dai costruttori, insieme ai risultati ottenuti dall’apparato
sperimentale realizzato presso i laboratori dell’Università di Perugia;
le diverse soluzioni sono state poste a confronto attraverso i parametri
più significativi quali le temperature della sorgente calda e dell’acqua
refrigerata, le caratteristiche del circuito di raffreddamento,
il coefficiente di prestazione, le dimensioni e il peso.
PAROLE CHIAVE
Sistemi ad assorbimento; raffrescamento solare; applicazioni
residenziali; prestazioni.
1. INTRODUZIONE
La domanda di energia per il condizionamento estivo è in continua
crescita, non solo nel settore terziario ma anche negli edifici
residenziali; la corrispondente richiesta di potenza elettrica può
causare fenomeni di sovraccarico nella rete, che deve coprire picchi
di consumi sempre maggiori. I sistemi di refrigerazione alimentati
con energia termica rappresentano una soluzione affascinante, specialmente
quando il calore deriva dall’energia solare o da cascami di altri
processi e considerando che per il loro funzionamento non vengono
impiegati clorofluorocarburi (CFC), ma fluidi a basso impatto ambientale.
Pertanto, lo sviluppo di queste tecnologie può costituire una delle
risposte alle problematiche energetico-ambientali legate ad accordi
internazionali quali il Protocollo di Kyoto per la riduzione delle
emissioni di CO2,
la “United Nations Framework Convention on Climate Change” (FCCC)
e il Protocollo di Montreal, il cui obiettivo consiste nell’abbandonare
l’uso dei CFC nei cicli frigoriferi.
Le tecnologie più
comuni che oggi permettono la generazione di energia frigorifera
a partire dal calore possono essere classificate in due categorie:
sistemi di raffrescamento a dessiccante, che producono direttamente
aria fredda attraverso un ciclo aperto, e macchine alimentate termicamente
che forniscono acqua refrigerata [1]. Nell’ambito della seconda
soluzione, i gruppi ad assorbimento rappresentano la scelta più
ricorrente nelle installazioni fino ad oggi realizzate, sebbene
i sistemi ad adsorbimento stiano riscuotendo sempre maggiore interesse.
Infatti, le macchine ad adsorbimento garantiscono efficienze più
elevate per basse temperature di alimentazione [2], ma devono ancora
considerarsi ad uno stadio prototipale.
Gli assorbitori possono
essere realizzati con cicli a singolo o a doppio stadio; questi
ultimi, a fronte di performance migliori, richiedono temperature
del fluido caldo di alimentazione più elevate (tra i
L’attenzione del
mercato si è ultimamente concentrata principalmente su macchine
di piccola taglia, progettate specificatamente per il condizionamento
dell’aria in edifici residenziali e che utilizzano calore a bassa
temperatura [3, 4, 5, 6, 7 e 8].
Il presente lavoro
è finalizzato a fornire una ricognizione di queste soluzioni, con
particolare enfasi all’analisi delle prestazioni al variare delle
condizioni esterne.
2. L'ALIMENTAZIONE DELLE MACCHINE AD ASSORBIMENTO CON ENERGIA SOLARE
Ad oggi, l’enorme mercato del raffrescamento estivo nel
settore residenziale è quasi completamente occupato dagli split
e pompe di calore elettrici e (con minor successo) dagli assorbitori
a gas.
Le principali problematiche
legate al funzionamento degli impianti ad assorbimento alimentati
ad energia solare sono:
-
forte dipendenza
dai parametri ambientali quali temperatura dell’aria esterna, livello
di irraggiamento e velocità del vento;
-
alti costi iniziali;
-
efficacia del
contributo solare limitata alle ore centrali della giornata.
E’ inoltre necessario
ricordare che l’impianto deve essere collegato ad una torre evaporativa
per lo smaltimento del calore ceduto dall’assorbitore e dal condensatore
della macchina ad assorbimento; in prima approssimazione, tale contributo
è pari alla somma del calore inviato al generatore e dell’energia
frigorifera generata nell’evaporatore.
Inoltre, tali tipologie
di impianto hanno una caratteristica intrinseca che ne limita l’efficienza
complessiva: i cicli ad assorbimento migliorano le performance all’aumentare
della temperatura di alimentazione, mentre i collettori solari si
comportano esattamente nella maniera opposta, ovvero il loro rendimento
decresce con l’incremento della temperatura del fluido che circola
all’interno.
Infine, sebbene
il carico termico estivo e l’irraggiamento solare si verifichino
di norma alla stessa ora del giorno, possono riscontrarsi frequentemente
casi in cui i due eventi non siano contemporanei: giorni caldi ma
con scarso irraggiamento solare, richieste di condizionamento mattutine
o di fine serata, oppure giorni soleggiati in assenza di fabbisogno
di raffrescamento.
Le strategie di
controllo dovrebbero tendere al raggiungimento dell’efficienza più
elevata combinando flessibilità, economicità e facilità di installazione.
Si adottano comunemente due modalità di controllo [9]: quella a
controllo solare e quella a controllo del freddo. Nel primo approccio,
i collettori solari sono collegati direttamente (o tramite uno scambiatore
di calore esterno) al generatore della macchina ad assorbimento
(Fig. 1); questa soluzione permette il trasferimento diretto alla
macchina di tutta l’energia raccolta dai pannelli, senza passare
attraverso un serbatoio di accumulo.
Figura 1. Schema dell'impianto
frigorifero con connessione diretta fra i collettori e la macchina
ad assorbimento (controllo solare)
Con la scelta di
questa alternative, se da un lato si riesce ad alimentare il generatore
con calore ad elevate temperature, dall’altro le possibilità di
controllo risultano estremamente limitate; infatti, qualsiasi variazione
dell’input solare è trasmesso all’acqua refrigerata e quindi all’utenza.
Inoltre, in caso
di bassi livelli di irraggiamento solare, si genera un effetto transitorio
caratterizzato da continue accensioni e spegnimenti che si traducono
in un funzionamento intermittente del ciclo di assorbimento, con
conseguente diminuzione di efficienza. L’impianto non segue il fabbisogno
di raffrescamento, pertanto, l’applicabilità è ridotta ad utenze
che non presentano carichi stazionari.
Nel caso di controllo
comandato dal circuito freddo, il sistema nel suo complesso deve
assicurare un valore predefinito della potenza frigorifera o della
temperatura dell’acqua refrigerata; è quindi necessaria l’installazione
di un serbatoio di accumulo del calore tra i collettori solari e
la macchina ad assorbimento.
Si garantisce così
una prima possibilità di controllo, immagazzinando l’energia quando
la produzione supera la richiesta e alimentando allo stesso tempo
il generatore alla temperatura desiderata quando la radiazione solare
non è sufficiente.
E’ però necessario
sottolineare che con questa scelta impiantistica si introducono
una serie di perdite: le dispersioni attraverso le pareti del serbatoio
e l’energia dissipata nello scambiatore tra circuito solare ed accumulo
e nel tratto di circuito che collega quest’ultimo al generatore.
Si può anche installare
un accumulo dell’acqua refrigerata, allo scopo di fornire una maggiore
inerzia termica al carico frigorifero che l’impianto può erogare,
limitando così il funzionamento intermittente della macchina ad
assorbimento (Fig. 2).
Le strategie di
controllo rivestono un’importanza fondamentale nella gestione dell’impianto
in quanto costituiscono il punto di raccordo tra le richieste dell’utenza
e le caratteristiche del refrigeratore.
Il loro ruolo consiste
nel riuscire a soddisfare i requisiti richiesti all’impianto, ottimizzandone
le prestazioni energetiche; per raggiungere questo obiettivo è indispensabile
conoscere il comportamento della macchina ad assorbimento al variare
delle tre temperature esterne che ne influenzano le prestazioni
(potenza frigorifera e COP) nella fase operativa: temperatura del
fluido caldo, del fluido refrigerato e del fluido di raffreddamento.
Figura 2. Schema
dell’impianto frigorifero con serbatoi per l’accumulo del calore
e dell’acqua refrigerata (controllo del freddo).
3. I REFRIGERATORI AD ASSORBIMENTO OGGETTO
DELL'ANALISI
Il mercato delle
macchine frigorifere ad assorbimento di piccola taglia sembra essere
scarsamente sviluppato, probabilmente a causa della forte concorrenza
dei sistemi a compressione; ciò nonostante, si sono individuate
e analizzate cinque differenti soluzioni proposte da costruttori
diversi, anche se in qualche caso si tratta di prototipi piuttosto
che di prodotti disponibili in commercio.
3.1.
Macchina A
Questa macchina
è costituita da due unità separate in cui alloggiano rispettivamente
evaporatore-assorbitore e generatore-condensatore (Fig. 3).
All’interno della
macchina si realizza il classico ciclo frigorifero ad assorbimento
a singolo stadio che utilizza come fluido di lavoro acqua e bromuro
di litio; tra il generatore e l’assorbitore è interposto uno scambiatore
di calore a piastre rigenerativo. Due pompe elettriche garantiscono
la circolazione tra l’assorbitore e il generatore, mentre l’aspirazione
dei gas incondensabili è realizzata attraverso una pompa da vuoto.
La potenza frigorifera in condizioni prefissate (vedi paragrafo
4) è pari approssimativamente a 11 kW e lo smaltimento del calore
avviene attraverso una torre evaporativa da 35 kW [10, 11].
Figura 3. Vista interna ed esterna del campione A.
3.2.
Macchina B
La seconda macchina
ad assorbimento analizzata presenta caratteristiche costruttive
simili alla precedente: segue un ciclo acqua-bromuro di litio a
singolo stadio con una sola pompa di soluzione per vincere la differenza
di pressione tra assorbitore e generatore, anche in questo caso
divisi dal rigeneratore di calore (Fig. 4).
Secondo quanto dichiarato
del costruttore, la macchina può lavorare su in intervallo di temperature
di alimentazione del generatore che va da
Figura
4. Vista interna ed esterna del campione B.
3.3.
Macchina C
La caratteristica
principale che distingue questa soluzione dalle altre consiste nell’assenza
della pompa di circolazione: il flusso della miscela dall’assorbitore
al generatore è assicurato dalla pompa a bolle che non necessita
di energia elettrica. La macchina lavora con un ciclo acqua-bromuro
di litio a singolo stadio usando uno scambiatore di calore a piastre
come rigeneratore; la potenza frigorifera in condizioni fissate
è pari a 15 kW ed è richiesto l’accoppiamento con una torre evaporativa
da 45 kW [14]. Questo modello è stato testato presso i laboratori
dell’Università di Perugia, dove è stato installato un campo solare
per l’alimentazione della macchina e tutte le apparecchiature sono
state dotate di un sistema di misura e monitoraggio (Fig. 5) al
fine di valutare l’influenza dei circuiti esterni sul funzionamento
complessivo dell’impianto. I dati sperimentali completi, ottenuti
in diverse condizioni di esercizio dall’Università di Perugia, sono
riportati in [14]; per la presente analisi, tuttavia, sono stati
utilizzati solamente i dati forniti dal costruttore.
3.4.
Macchina D
Il quarto campione
si differenzia dagli altri per la modalità di realizzazione del
generatore: la camera che ospita tale componente ruota ad una velocità
di circa 4,3 giri al secondo; secondo il costruttore, tale caratteristica
permette l’aumento del trasferimento di massa e calore all’interno
del generatore stesso, con conseguente diminuzione della taglia
della macchina. Il resto del ciclo segue il normale processo dell’assorbimento
con acqua-bromuro di litio a singolo stadio, con un particolare
dispositivo di dissipazione, che è del tipo a secco ed è integrato
all’interno della macchina (Fig. 6). La capacità frigorifera nominale
è pari a circa 5 kW [15].
Figura 6. Vista interna ed esterna del campione
D.
3.5.
Macchina E
L’ultimo campione
(Fig. 7) funziona con un ciclo ad assorbimento a tre stati impiegando
una soluzione ad acqua e cloruro di litio; è notevole la differenza
dalle tecnologie ad assorbimento tradizionali, in quanto si opera
con un processo a tre fasi (solido, soluzione e vapore). Il funzionamento
è di tipo intermittente con due accumulatori in parallelo (barili),
ognuno dei quali racchiude un reattore e un sistema condensatore-evaporatore:
nel periodo di carica il calore in ingresso è convertito in energia
chimica concentrando il sale (LiCl); successivamente, l’effetto
frigorifero si ottiene invertendo il ciclo. Entrambe le sequenze
necessitano di un sistema di smaltimento del calore, che può consistere
in un dispositivo classico di dissipazione quale, ad esempio, una
torre evaporativa. La capacità frigorifera nominale è di circa 4
kW [16].
Figura 7. Vista interna ed esterna del campione E
3.6.
Altri
Alcuni gruppi di
ricerca e aziende hanno sviluppato altri prototipi di macchine ad
assorbimento di piccola taglia; ad esempio, si sta sviluppando un
sistema ad assorbimento a singolo effetto ad acqua-ammoniaca con
una pompa di soluzione a membrana [17] e che genera una potenza
frigorifera tra i 5 e i 20 kW. Per questa macchina, così come per
altre non menzionate in questa sede, non si dispone di dati sperimentali
e pertanto non sono state incluse nell’analisi, fatta eccezione
per la valutazione delle prestazioni riportata in Tab. 1, dove il
refrigeratore sopra citato (macchina F) è messo a confronto con
gli altri cinque campioni, in condizioni nominali.
4. ANALISI COMPARATIVA
Le cinque macchine
frigorifere ad assorbimento descritte nel paragrafo precedente sono
state messe a confronto impiegando le curve di funzionamento fornite
dai costruttori. Le prestazioni sono state valutate in termini di
capacità frigorifera e di coefficiente di performance globale (COP,
rapporto tra la potenza frigorifera e la somma del calore fornito
al generatore sommato all’energia elettrica assorbita). I componenti
delle macchine che richiedono input elettrici sono: le pompe fra
generatore e assorbitore (ove presenti), le pompe per la circolazione
dei fluidi nella torre evaporativa e nel circuito solare, oltre
al motore per il ventilatore della torre stessa; per il campione
D è necessaria anche energia per la rotazione del generatore. L’impiego
di potenza per le pompe dei circuiti esterni è considerato pari
a 20 W/kW di fluido trasportato in condizioni nominali (considerando
la connessione diretta tra i collettori solari e la macchina ad
assorbimento, senza accumulo del freddo, come mostrato in Fig. 1),
a cui si sono aggiunti 10 W/kW processati dal motore della torre
evaporativa. Tali valori sono mantenuti costanti per tutti i campioni
analizzati, così da non influenzare le relative prestazioni [14].
-
temperatura in ingresso al generatore Ti,g
=
-
temperatura del fluido refrigerato in uscita
dalla macchina Tu,r
=
-
temperatura del fluido di raffreddamento in
uscita dalla torre evaporativa Tu,t
=
La tabella fornisce
anche le dimensioni complessive e il peso di ciascuna macchina,
insieme alla capacità frigorifera unitaria intesa come il rapporto
tra la potenza frigorifera nominale e il volume del parallelepipedo
circoscritto alla macchina stessa. E’ stato scelto il volume come
parametro di normalizzazione, considerando che questi dispositivi
troveranno applicazione principalmente in edifici residenziali,
dove l’occupazione del minor spazio possibile costituisce una caratteristica
di importanza rilevante.
Tabella 1. Confronto
tra le caratteristiche delle macchine ad assorbimento analizzate.
Posizione |
Parametro |
U.M. |
Campione A |
Campione B |
Campione C |
Campione D |
Campione E |
Campione F |
Circuito freddo |
Capacità |
kW |
11,4 |
8,4 |
9,3 |
5,2 |
4,8 |
10.0 |
Tu,r |
°C |
9,0 |
9,0 |
9,0 |
9,0 |
9,0 |
16.0 |
|
Circuito caldo |
Calore |
kW |
16,6 |
13,0 |
16,0 |
7,6 |
7,1 |
15.6 |
Ti,g |
°C |
85,0 |
85,0 |
85,0 |
85,0 |
85,0 |
75.0 |
|
Circuito raffreddamento |
Calore |
kW |
28,0 |
21,4 |
25,3 |
12,8 |
11,9 |
25.6 |
Tu,t |
°C |
30,0 |
30,0 |
30,0 |
30,0 |
30,0 |
24.0 |
|
Assorbimento elettrico |
kW |
1.4 |
1,1 |
1,8 |
0,7 |
0,7 |
1,3 |
|
COP globale |
- |
0.64 |
0,59 |
0,52 |
0,63 |
0,62 |
0,59 |
|
Peso |
kg |
700 |
350 |
325 |
240 |
740 |
350 |
|
Dimensioni globali |
Lunghezza |
mm |
1500 |
855 |
750 |
1130 |
700 |
800 |
Larghezza |
mm |
750 |
653 |
716 |
720 |
680 |
600 |
|
Altezza |
mm |
1600 |
1847 |
1750 |
790 |
1850 |
2200 |
|
Volume |
m3 |
1.800 |
1,031 |
0,939 |
0,643 |
0,881 |
1,056 |
|
Capacità frigorifera
normaliz. |
kW/m3 |
6.4 |
8,1 |
9,9 |
8,1 |
4,8 |
9,5 |
E’ stata condotta
un’analisi più approfondita variando le tre temperature dei fluidi
esterni che transitano all’interno della macchina e valutando conseguentemente
il COP e la capacità frigorifera normalizzata. Quando i dati non
sono direttamente disponibili, sono state assunte le seguenti ipotesi:
se è nota la variazione della potenza frigorifera con la temperatura
dell’acqua refrigerata, fissata la temperatura dell’acqua di raffreddamento,
l’andamento della potenza frigorifera ad una diversa temperatura
di raffreddamento è ottenuto semplicemente attraverso l’impiego
di un fattore di scala. Tale fattore è ricavato dall’andamento della
potenza frigorifera in funzione della temperatura di raffreddamento,
fissata la temperatura dell’acqua refrigerata.
Nelle Figg. 8 e 9 sono
riportate rispettivamente la capacità frigorifera normalizzata e
il COP globale in funzione della temperatura di uscita del fluido
dal circuito di refrigerazione, fissando a
Figura 8. Capacità frigorifera normalizzata dei 5 campioni in funzione
di Tu,r (Tu,t =
Figura 9. COP dei 5 campioni in funzione di
Tu,r (Tu,t =
Nelle Figg. 10 and 11
sono riportate rispettivamente la capacità frigorifera e il COP
globale in funzione della temperatura in ingresso al generatore,
fissando la temperatura di uscita del fluido dal circuito di refrigerazione
a
Figura 10. Capacità frigorifera normalizzata dei 5 campioni in funzione
di Ti,g (Tu,t =
Figura 11. COP
dei 5 campioni in funzione di Ti,g (Tu,t =
Infine, nelle Figg. 12 e 13 sono riportate
rispettivamente la capacità frigorifera normalizzata e il COP globale
in funzione della temperatura di uscita del fluido di raffreddamento
dalla torre evaporativa, fissando la temperatura di uscita del fluido
dal circuito di refrigerazione a
Figura 12. Capacità frigorifera normalizzata
dei 5 campioni in funzione di Tu,t (Ti,g =
Figura 13. COP dei 5 campioni in funzione
di Tu,t (Ti,g =
Tutte le macchine (in particolare i campioni
C e D) mostrano performance scadenti a temperature di raffreddamento
superiori a
I campioni A e
B si comportano in maniera simile in termini di COP globale, riflettendo
la comune filosofia costruttiva; si sottolinea il fatto che i campioni
A ed E pesano circa il doppio delle altre macchine ad assorbimento
analizzate.
5. PRIMI RISULTATI DI UN IMPIANTO SPERIMENTALE
Presso l’Università degli
Studi di Perugia è stato recentemente realizzato un nuovo impianto
sperimentale per l’alimentazione di una macchina frigorifera ad
assorbimento (campione D) ad energia solare. I primi risultati sottolineano
come la macchina possa lavorare con la temperatura di ingresso al
generatore pari a
Si è analizzato
un gruppo di cinque macchine frigorifere ad assorbimento di piccola
taglia, studiandone le caratteristiche nel caso in cui l’alimentazione
è garantita dall’energia solare. Le macchine esaminate coprono un
intervallo di potenze frigorifere che va dai 4 ai 15 kW e lavorano
con principi progettuali e di funzionamento diversi. L’indagine
sulle prestazioni è stata condotta impiegando le curve di funzionamento
fornite dai costruttori, imponendo le stesse condizioni di lavoro,
variando le tre temperature dei fluidi esterni che transitano nei
componenti della macchina (calore in ingresso, acqua di raffreddamento
e acqua refrigerata in uscita) e considerando anche le dimensioni
di ciascun campione.
I risultati consistono
in una serie di dati che permettono la definizione delle prestazioni
dei cinque campioni in qualsiasi condizione di lavoro imposta dal
carico frigorifero, dall’ambiente esterno e dal sole.
COP
Coefficiente di performance (-)
U.M.
Unità di Misura
(-)
Q
Calore
(kW)
T
Temperatura
(°C)
u
uscita
t
torre evaporativa
e
evaporatore
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