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RIPARAZIONE IMPIANTI FRIGORIFERI ERMETICI
M. Alotto - Danfoss
Sostituzione di un compressore difettoso
Preparazione dei componenti
Iniziando con la preparazione dei componenti di ricambio, si evitano
successivi ritardi a impianto aperto e, dunque, anche maggiori rischi di
ingresso di umidità ed impurità. Si deve montare un tubo di processo con valvola
di processo nell’attacco di processo del nuovo compressore. In alcuni casi può
anche tornare utile montare un tratto di tubo di collegamento nell’attacco di
aspirazione del compressore. Così facendo, il successivo collegamento del tubo
di aspirazione al compressore può essere realizzato più lontano dal compressore,
se le condizioni di montaggio della zona macchina sono anguste. Quando il
compressore è pronto, si devono chiudere la valvola di processo e gli attacchi.
Deve essere pronto, inoltre, il filtro disidratatore corretto, ma il coperchio
deve rimanere integro.
Smontaggio di un
compressore difettoso
Tagliare il tubo di aspirazione e di scarico del compressore con una taglia-tubi
ad una distanza di circa 25-30 mm dagli attacchi in questione, ma i punti da
tagliare devono essere precedentemente ripuliti con tela smeriglio in
preparazione della brasatura. Se il compressore deve essere testato in seguito,
le estremità dei tubi vanno chiuse con tappi di gomma. Per facilitare eventuali
analisi o riparazioni in garanzia da eseguire in seguito, si deve far
accompagnare il compressore da una nota indicante la causa del guasto e la data
di produzione del frigorifero. I compressori per l’R600a e per l’R290 si devono
sempre svuotare e sigillare prima di restituirli al rappresentante o al
fabbricante del frigorifero.
Rimozione dei residui di
refrigerante
Per evitare la decomposizione di eventuali residui di refrigerante nell’impianto
durante le successive operazioni di brasatura, è necessario procedere ad
accurata soffiatura con azoto liquido dell’impianto. Per farlo, allacciare il
tubo di collegamento dalla bombola con azoto secco prima al tubo di aspirazione
tagliato e poi al tubo di scarico tagliato.
Smontaggio del filtro disidratatore
Il filtro disidratatore all’uscita del condensatore si dovrebbe tagliare con una
taglia-tubi, ma è consentito utilizzare anche un altro metodo. Creare un leggero
flusso di azoto secco attraverso il tubo di scarico che al condensatore e
mantenerlo mentre si smonta con attenzione il filtro adoperando un cannello.
Evitare di riscaldare l’alloggiamento del filtro.
Pulizia dei giunti brasati e rimontaggio
L’argento di brasatura va rimosso dall’uscita del condensatore. Il modo migliore
per farlo consiste nello spazzolarlo via mentre l’argento di brasatura è ancora
liquido. Nel caso non lo si sia ancora fatto, bisogna procedere alla
preparazione per la brasatura delle altre estremità dei tubi. Fare attenzione
che sporco e granelli di metallo non entrino nell’impianto quando si ripuliscono
i giunti brasati. Soffiarvi eventualmente azoto secco in sede di pulitura. Il
nuovo filtro disidratatore va montato all’uscita del condensatore e il filtro si
deve tenere coperto no al momento del montaggio. Evitare di riscaldare
l’alloggiamento del filtro con la fiamma. Prima di procedere alla brasatura del
capillare nel filtro, si deve realizzare un leggero fermo sul tubo, come
precedentemente descritto, per garantire che l’estremità del tubo sia nella
corretta posizione nel filtro così da evitare blocchi. In sede di brasatura del
capillare procedere con attenzione ed evitare bruciature. Montare il
compressore, che è già stato dotato di gommini durante la preparazione. Montare
l’equipaggiamento elettrico e collegare i li. Lo svuotamento e la carica vanno
eseguiti come descritto nei paragrafi precedenti. Quando il tubo di processo
viene schiacciato e brasato, bisogna togliere la valvola di processo.
DALL'R12 AD ALTRI REFRIGERANTI
Se è disponibile refrigerante R12 nuovo o riciclato, lo si dovrebbe utilizzare.
Se la fornitura di R12 risulta impossibile oppure se il suo impiego va contro la
legge, è opportuno valutare bene se valga la pena procedere alla riparazione.
Praticamente non vale la pena procedere alla riparazione di piccoli impianti
frigoriferi vecchi, se questo comporta la sostituzione del compressore. Un’altra
considerazione da fare riguarda l’impiego di un refrigerante alternativo al
posto dell’R12.
Dall'R12 ad un
refrigerante alternativo
In sostituzione dell’R12 è stato usato l’R401A per le temperature di
evaporazione basse e medie e l’R401B per le temperature di evaporazione basse;
l’impiego di queste cosiddette miscele di refrigeranti non è, comunque,
consigliabile. Se l’R12 non è disponibile oppure se non ne è consentito l’uso,
si consiglia l’R134a.
Dall'R12 all'R134a
Una conversione dall’R12 all’R134a comporta un notevole rischio che rimangano
nell’impianto possibili residui di refrigerante decomposto, specialmente ioni di
cloro, o refrigerante integro e residui di olio minerale o alchilbenzeni. Si
deve stabilire, dunque, una procedura durante la quale queste sostanze
indesiderate vengono abbassate ad un livello che non causi fastidi sostanziali
nell’impianto frigorifero riparato. Prima di iniziare la conversione all’R134a
bisogna accertarsi che il motore compressore originale non sia “bruciato”.
Qualora lo fosse, non si deve sostituire il compressore in quanto il rischio di
contaminazione è troppo elevato. Il passaggio all’R134a rende sempre necessaria
la sostituzione del compressore in quanto si deve montare un compressore R134a
originale anche se il compressore R12 è integro. La seguente procedura va
eseguita senza interruzioni. Qualora ce ne dovessero essere, tutti i tubi aperti
e gli attacchi dei tubi devono essere chiusi con un tappo. Si presuppone che
l’impianto sia pulito e che ci sia un circuito di evaporazione semplice. Se
l’impianto ha perso la sua carica, si deve rintracciare la fuga. Montare una
valvola di servizio sul tubo di processo del compressore. Raccogliere il
refrigerante rimasto. Equalizzare la pressione atmosferica con azoto secco.
Smontare dall’impianto il compressore ed il filtro disidratatore. Flussare tutti
i componenti dell’impianto con azoto secco. Eseguire la riparazione. Montare un
nuovo compressore R134a con corrispondente capacità di raffreddamento. Montare
un nuovo filtro disidratatore con disidratante 4AXH7 oppure 4AXH9 o equivalenti.
Svuotare l’impianto e caricarlo con R134a. Per gli impianti LBP la carica
ottimale di R134a sarà inferiore a quella originale di R12. Si consiglia di
partire con una carica pari al 75% di quella originale, aumentandola poi
gradualmente no a che l’impianto risulta bilanciato. Sigillare il tubo di
processo. Controllare se ci sono fughe. Far funzionare l’impianto. Una volta
completata la riparazione, è sempre opportuno riportare sull’impianto il tipo di
refrigerante e di olio compressore che contiene. Dopo il rimontaggio, l’impianto
risulta operativo, ma circolano residui minimi d’olio dell’impianto R12, che nel
tempo possono eventualmente disturbare l’iniezione nell’evaporatore, soprattutto
negli impianti a capillare. Se questo sia vitale o meno per l’utilizzo pratico
dell’impianto frigorifero dipende dalla quantità di residuo d’olio.
Dall'R502 all'R404A
Si presuppone che il compressore sia difettoso e che vada sostituito con un
compressore R404A originale, ma che il nuovo compressore debba essere caricato
con olio poliolestere del tipo approvato. Il filtro disidratatore va sostituito
con un filtro nuovo con un disidratante del tipo 4A-XH9. Dai componenti
dell’impianto si devono eliminare i residui d’olio del compressore originario,
olio minerale o alchilbenzene. Se l’impianto è molto contaminato, è necessario
un accurato ussaggio con azoto secco. In casi eccezionali si può sostituire
l’olio del compressore. La procedura seguente è riportata al paragrafo
riguardante la conversione dall'R12 all'R134a.
IMPIANTI CONTAMINATI DALL'UMIDITA'
Per gli impianti
contaminati dall’umidità è vero che il grado di contaminazione può essere
estremamente variabile e, di conseguenza, varia molto anche la portata delle
riparazioni da eseguire. Gli impianti che contengono umidità si possono
suddividere in due categorie, vale a dire quelli con un basso grado di
contaminazione e quelli con un elevato grado di contaminazione. Gli impianti con
un basso grado di contaminazione sono integri e mantengono una sovrapressione
del refrigerante. Gli impianti con un elevato grado di contaminazione, comunque,
sono caratterizzati dall’essere stati a contatto con l’atmosfera oppure dal
fatto che l’umidità è stata aggiunta direttamente. I due tipi di difetti
andranno trattati in maniera indipendente tra loro.
Basso grado di contaminazione
Questo difetto è caratterizzato, di solito, dal fatto che il
raffreddamento si interrompe spesso per blocco dovuto al ghiaccio nel capillare
o nella valvola di espansione. Con l’apporto di calore si elimina gradualmente
il blocco dovuto al ghiaccio, ma se circola il refrigerante si avrà presto una
riformazione del blocco stesso. Questo difetto può essere dovuto alle seguenti
ragioni. L’impianto non è stato assemblato con sufficiente cura. Può darsi che i
componenti utilizzati fossero umidi. Può essere stato utilizzato un refrigerante
con un tenore troppo elevato di umidità. Spesso l’impianto è nuovo o è appena
stato riparato. Di solito i quantitativi di umidità sono ridotti e, dunque, si
può normalmente porre rimedio al difetto sostituendo il refrigerante ed il
filtro disidratatore. Ecco la procedura a cui attenersi.
a) Aprire l’impianto al tubo di processo e raccogliere il refrigerante. È utile
far funzionare prima il compressore finché non è caldo. In questo modo si riduce
il quantitativo di umidità e di refrigerante rimasti nel motore o nell’olio.
Quando il ghiaccio blocca il capillare o la valvola di espansione, è possibile
far funzionare il compressore così che si riscaldi, ma l’impianto non
funzionerà. Se il capillare o la valvola di espansione risultano accessibili, si
può mantenere caldo il punto di bloccaggio con una lampada riscaldante o con uno
straccio imbevuto d’acqua calda per far sì che circoli il refrigerante. La
temperatura di evaporazione nell’impianto può anche essere aumentata riscaldando
l’evaporatore. Non utilizzare una fiamma aperta ai fini del riscaldamento.
b) Dopo aver raccolto il refrigerante, si deve procedere a soffiatura
dell’impianto con azoto secco. L’iniezione di azoto deve avvenire attraverso il
tubo di processo del compressore e la soffiatura deve interessare dapprima il
lato aspirazione e poi il lato scarico, prima indirizzando il flusso di azoto
dal compressore attraverso il tubo di aspirazione e l’evaporatore, con uscita
attraverso il capillare, e poi attraverso il compressore ed il condensatore,
uscendo attraverso il filtro disidratatore all’uscita condensatore. È utile
effettuare la soffiatura con una pressione tale da rimuovere eventuale olio
presente nei componenti.
c) Sostituire il filtro disidratatore ed il tubo di processo, come
precedentemente descritto. Vale la pena utilizzare un filtro disidratatore
sovradimensionato.
d) Una volta rimontato l’impianto, si deve effettuare lo svuotamento con estrema
cura. Eseguire il caricamento e la verifica attenendosi alle direttive
precedentemente illustrate.
Elevato grado di contaminazione
Se c’è una rottura in un impianto
frigorifero con fuoriuscita del refrigerante, si verifica una contaminazione da
umidità. Il grado di contaminazione sarà tanto più elevato quanto maggiore è il
tempo durante cui l’impianto rimane aperto all’atmosfera. Se quando succede il
compressore è in funzione, le condizioni saranno ulteriormente peggiorate. Il
quantitativo di umidità ammesso si distribuirà nel compressore, nel filtro
disidratatore e negli altri componenti dell’impianto in funzione della loro
capacità di trattenere l’umidità. Nel compressore è specialmente la carica
d’olio che assorbe l’acqua. Nell’evaporatore, nel condensatore e nei tubi la
contaminazione sarà determinata principalmente dai quantitativi d’olio ivi
presenti. Naturalmente i quantitativi maggiori di acqua saranno nel compressore
e nel filtro disidratatore. C’è anche il rischio elevato che abbia avuto inizio
una formazione di depositi carboniosi sulle valvole, con conseguenti danni per
il compressore. Il compressore ed il filtro disidratatore, dunque, vanno
sostituiti durante la normale procedura di riparazione.
a) Staccare il compressore dall’impianto con una taglia-tubi.
b) Staccare, rompendolo, il capillare all’uscita del condensatore e soffiare nel
condensatore azoto secco in qualità di gas protettivo. Togliere il filtro
disidratatore. Ripetere la soffiatura con maggior pressione per eliminare dal
condensatore eventuale olio presente. Coprire l’ingresso e l’uscita del
condensatore.
c) Trattare allo stesso modo l’evaporatore e lo scambiatore di calore della
linea di aspirazione. L’opportunità di una soffiatura efficiente è migliorata se
si stacca, rompendolo, il capillare all’ingresso dell’evaporatore. La soffiatura
con azoto avverrà in due fasi, prima il tubo di aspirazione e l’evaporatore, poi
i capillari. Se il motivo della riparazione è un capillare rotto, si devono
modificare le operazioni per sostituire l’intero scambiatore di calore.
d) Rimontare l’impianto utilizzando un nuovo compressore ed un nuovo filtro
disidratatore delle corrette dimensioni. Lo svuotamento si deve effettuare con
particolare cura, procedendo successivamente al caricamento ed alla verifica
secondo le normali regole. La procedura descritta è ottimale per gli impianti
frigoriferi semplici. Se l’accesso all’impianto risulta difficoltoso e se la
struttura è complessa, potrebbe risultare più adatta la seguente procedura.
e) Smontare il compressore dall’impianto e procedere come al punto a.
f ) Staccare, rompendolo, il capillare all’uscita del condensatore. Effettuare
la soffiatura con azoto del tubo di aspirazione e di scarico.
g) Montare un filtro disidratatore sovradimensionato all’uscita del
condensatore. Collegare il capillare al filtro disidratatore.
h) Una volta che il sistema, escluso il compressore, risulta di nuovo integro,
eseguire un’asciugatura. Lo si fa collegando contemporaneamente il tubo di
aspirazione e di scarico ad una pompa a vuoto e svuotando no ad una pressione
inferiore a 10 mbar. Effettuare l’equalizzazione della pressione con azoto
secco. Ripetere lo svuotamento e l’equalizzazione della pressione.
i) Montare il compressore nuovo. Quindi eseguire lo svuotamento, il caricamento
e la verifica.
Asciugatura del compressore
In alcuni mercati può anche essere
necessario riparare un compressore umido in un’officina e si è, dunque,
costretti a destreggiarsi come meglio si può. Il processo di asciugatura
descritto in questa sede può dare il risultato desiderato, se ci si attiene alle
istruzioni in maniera scrupolosa. Scaricare la carica d’olio del compressore.
Flussare, poi, l’interno del compressore con ½-1 litro di un solvente o
refrigerante a bassa pressione non infiammabile. Chiudere con un tappo il
compressore con dentro il solvente e scuoterlo bene in tutte le direzioni, in
maniera che il refrigerante venga a contatto con tutte le superfici interne.
Raccogliere il solvente come indicato. Ripetere l’operazione una o due volte per
essere certi che non restino nel compressore notevoli residui di olio.
Effettuare la soffiatura del compressore con azoto secco. Collegare il
compressore ad un dispositivo come mostrato nella g. 20. Chiudere con un tappo
l’attacco di scarico. I collegamenti all’attacco aspirazione del compressore
devono essere a tenuta di vuoto. È possibile ottenere questo mediante giunti
brasati oppure utilizzando un tubo di depressione adatto. Portare il compressore
ad una temperatura compresa tra 115°C e 130°C prima di iniziare lo svuotamento.
Incominciare, quindi, lo svuotamento che deve far scendere la pressione nel
compressore a 0,2 mbar o meno. I giunti dell’impianto del vuoto devono essere a
tenuta per ottenere il vuoto necessario. Anche il contenuto di umidità
all’interno del compressore influenza il tempo necessario per ottenere il vuoto.
Se il compressore è fortemente contaminato, l’equalilzzazione della pressione
con azoto secco alla pressione atmosferica favorirà il processo. Chiudere il
collegamento con il vacuometro durante l’equalizzazione della pressione. Si
devono mantenere la temperatura ed il vuoto per circa 4 ore. Al termine del
processo di asciugatura, la pressione nel compressore si deve equalizzare alla
pressione atmosferica con azoto secco e si devono sigillare gli attacchi.
Caricare il compressore con il tipo e la quantità di olio specificati e montarlo
nell’impianto frigorifero.
Carica d'olio
In alcuni casi può essere necessario
rabboccare
un compressore con olio se ha perso parte della carica. Il quantitativo
dell’olio è specificato sulla targhetta indicante il tipo nel caso di alcuni
compressori Danfoss, ma non di tutti; ricercare, quindi, il tipo e la quantità
di olio attuali sulla scheda tecnica del compressore. È assolutamente
indispensabile utilizzare olio del tipo approvato per il compressore in
questione. Se si deve sostituire una carica di olio persa in un compressore, di
solito si deve partire dal presupposto che rimangono nel compressore circa 50
ccm della carica d’olio quando lo si svuota completamente scaricando l’olio da
un attacco.
CARICA DI REFRIGERANTE PERSA
L’espressione “carica persa” si riferisce ai casi in cui non si ottiene
la funzione di raffreddamento desiderata poiché non c’è un quantitativo
sufficiente di refrigerante nell’impianto. La procedura di riparazione implica
una sovrapressione del refrigerante nell’impianto, così da poter trascurare i
problemi di contaminazione che possono essere eventualmente causati dalla
penetrazione di umidità. La “carica persa” è contraddistinta dal fatto che non
si ottiene il raffreddamento previsto. Il tempo di funzionamento è lungo ed il
compressore può anche funzionare senza interruzioni. La formazione di ghiaccio
bianco sull’evaporatore è soltanto parziale e, forse, limitata alla zona intorno
a dove avviene l’iniezione. Il compressore funziona a pressioni di evaporazione
basse e questo comporta un basso consumo di corrente e di energia. Il
compressore presenta una temperatura superiore al normale a causa del ridotto
trasporto di refrigerante. La differenza tra “carica persa” e “capillare
bloccato” sta nella prevalente pressione al condensatore; dopo un po’ di tempo,
comunque, la pressione è identica in entrambi i casi. Un “capillare bloccato”
causa il pompaggio del refrigerante nel condensatore, con la pressione che si
alza. Dato che l’evaporatore si svuota mediante pompaggio, comunque, il
condensatore si raffredda. Se il blocco è totale, non si ha equalizzazione della
pressione durante il fermo. Con la “carica persa”, comunque, la pressione nel
condensatore è inferiore al normale. Una parte consistente della procedura di
riparazione consiste nella ricerca della causa del guasto. Se non lo si fa, è
soltanto questione di tempo prima che il guasto si verifichi di nuovo. In caso
di bloccaggio del capillare in impianti piccoli, di solito si procede allo loro
rottamazione, ma se si tratta di grandi impianti costosi può eventualmente
essere da valutare la sostituzione dello scambiatore di calore della linea di
aspirazione. I punti principali della procedura di riparazione possono essere i
seguenti (solo per refrigeranti non infiammabili).
a) Montare una valvola di servizio sul tubo di processo del compressore. Montare
un manometro ed utilizzarlo per determinare il guasto.
b) Aumentare la pressione refrigerante nell’impianto a 5 bar.
c) Esaminare tutti i giunti per scoprire un eventuale trasudamento d’olio.
Eseguire un’accurata ricerca con l’apparecchiatura per prove di tenuta finché
non si trova la perdita.
d) Scaricare la sovrapressione dall’impianto. Staccare, rompendolo, il capillare
all’uscita del condensatore. Effettuare la soffiatura dell’impianto con azoto
secco.
e) Sostituire il filtro disidratatore come descritto in precedenza. Sostituire
il tubo di processo e riparare la perdita.
f ) Svuotare l’impianto e caricarlo con il refrigerante. Eseguire, quindi, una
nuova prova di tenuta e testare l’impianto. Dopo una prova a pressione
dell’impianto con alta pressione, eseguire, con una grossa pompa a vuoto, uno
svuotamento iniziando lentamente in quanto – altrimenti – l’olio può essere
pompato fuori dall’impianto.
MOTORE COMPRESSORE BRUCIATO
Un motore bruciato ha distrutto
l’isolamento dei li. Per “bruciatura” si intendono motori in cui l’isolamento
dei li si decompone. Una vera bruciatura è caratterizzata dal fatto che
l’isolamento dei li del motore è stato esposto a lungo a temperature critiche.
Se le condizioni termiche in un compressore variano in maniera tale che il
materiale di isolamento assume una temperatura critica per molto tempo, si avrà
una bruciatura. Dette condizioni critiche possono verificarsi quando si è in
presenza di condizioni di ventilazione ridotta (ad esempio, per un ventilatore
difettoso), quando il condensatore è sporco o in condizioni di tensione
anormali. Il guasto “carica persa” può anche avere un effetto corrispondente.
Parte del raffreddamento del motore è realizzata dal refrigerante in
circolazione. Quando l’impianto frigorifero perde la carica, la pressione di
evaporazione si abbassa in maniera anormale, meno refrigerante circola
nell’unità di tempo e si ha una riduzione del raffreddamento. In molti casi un
motoprotettore montato nell’equipaggiamento elettrico non riesce a proteggere da
queste condizioni. Il motoprotettore è attivato tanto dalla corrente, quanto
dalla temperatura. Se il consumo della corrente è basso, è necessaria una
temperatura elevata intorno alla protezione per causare lo stacco. A temperature
di evaporazione in calo, comunque, si ha un aumento della differenza termica tra
l’alloggiamento del motore e quello del compressore a causa della più scarsa
trasmissione di calore. Le protezioni avvolgimenti situate direttamente nella
maggior parte dei motori forniscono una protezione migliore in questa
situazione, in quanto sono attivate principalmente dalla temperatura degli
avvolgimenti motore. Se l’isolamento dei li è distrutto, ci saranno temperature
molto elevate ai li cortocircuitati. Questo può anche provocare l’ulteriore
decomposizione del refrigerante e dell’olio. Fintanto che il compressore
funziona, l’intero processo può causare la circolazione di prodotti di
decomposizione, contaminando così l’impianto. Quando certi refrigeranti si
decompongono, si può avere la generazione di acidi. Se non si esegue una pulizia
in concomitanza con la sostituzione del compressore, è già da mettere in
programma l’inizio di una nuova avaria. Difetti dei motori nei compressori
ermetici dei frigoriferi domestici sono relativamente rari. Solitamente i guasti
dell’avvolgimento di avviamento non causano la contaminazione dell’impianto, ma
un corto circuito nell’avvolgimento principale può decisamente portare ad una
contaminazione.
Acidità dell'olio
Dal momento che un motore bruciato può anche portare alla
contaminazione dell’impianto da parte di prodotti acidi, l’acidità può essere
considerata un criterio per decidere se l’impianto richieda o meno una pulizia
accurata. Il compressore stesso e il lato di scarico dell’impianto no al filtro
disidratatore saranno la parte più contaminata dell’impianto. Una volta che si è
rimosso dall’impianto il refrigerante, l’olio del compressore presenta
contaminazione o acidità. Una valutazione semplice si può fare con un campione
di olio in una provetta pulita. Se l’olio è scuro, con morchia e forse
contaminato da particelle decomposte provenienti dall’isolamento del motore e
se, inoltre, ha un odore acido, c’è qualcosa che non va.
Impianto bruciato
Non si consiglia la riparazione di un impianto bruciato con prodotti di
decomposizione e, se una riparazione va comunque effettuata, è assolutamente
indispensabile eliminare i prodotti di decomposizione dall’impianto per evitare
la contaminazione e, dunque, la rottura del nuovo compressore. Ci si può
attenere alla seguente procedura.
a) Smontare il compressore difettoso. Eseguire la soffiatura dei tubi per
eliminare il vecchio olio.
b) Montare un compressore nuovo ed un filtro “burn-out” per linea di aspirazione
Danfoss DAS nel tubo di aspirazione, davanti al compressore, per proteggerlo dai
prodotti contaminanti. Sostituire il filtro disidratatore al condensatore con un
filtro DAS.
c) Svuotare l’impianto e caricarlo. Far, quindi, funzionare ininterrottamente
l’impianto per almeno 6 ore.
d) Controllare l’acidità dell’olio. Se l’olio risulta in ordine, non è
necessaria nessuna ulteriore pulizia. Smontare il filtro della linea di
aspirazione. Eseguire una soffiatura accurata del capillare. Montare un nuovo
filtro disidratatore all’uscita del condensatore, ad esempio Danfoss DML.
Svuotare l’impianto e caricarlo con il refrigerante.
e) Se l’olio risulta acido (vedere d), sostituire il filtro sulla tubazione di
aspirazione e far funzionare l’impianto per altre 48 ore, quindi ricontrollare
l’olio. Se l’olio è in ordine, seguire le istruzioni di cui in d.