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PERCHE'
E' INDISPENSABILE ESEGUIRE LA VUOTATURA DEL CIRCUITO FRIGORIFERO
PRIMA DELLA MESSA IN FUNZIONE DELL'IMPIANTO
(Art. 124)
Parte II
Pierfrancesco Fantoni
L’esecuzione della vuotatura del circuito frigorifero, ed il suo mantenimento per un certo intervallo di tempo, è una procedura utile non solo per le ragioni che sono già state illustrate nel precedente numero, ma anche perché dà modo di eseguire una prima, indicativa verifica sulla presenza di difetti di tenuta del circuito frigorifero.
Tale prassi non risulta essere la più efficace possibile per giungere alla scoperta della presenza di problemi di tenuta, poiché si fonda su differenziali di pressione esigui, ma comunque costituisce un valido aiuto per il frigorista nel suo lavoro di ricerca di eventuali problematiche nel circuito frigorifero.
Per accertarsi che il circuito frigorifero risulta essere a perfetta tenuta è possibile controllare nel tempo la tenuta del vuoto. Tale procedura non è quella ottimale per raggiungere l’obiettivo desiderato, in quanto richiede molta perizia nell’interpretazione delle indicazioni fornite dal vuotometro. Infatti, quando il circuito frigorifero è mantenuto a pressioni prossime a quelle di vuoto assoluto, comunque il differenziale di pressione tra l’interno e l’esterno del circuito risulta essere al massimo di 1013 millibar, cioè poco più di un bar. Con tale differenziale solo in caso di difetti di tenuta piuttosto importanti si verificano rientrate di aria nel circuito in tempi abbastanza brevi, tali da essere segnalati dal vuotometro. Per difetti di tenuta più piccoli è necessario mantenere in vuoto l’impianto per tempi prolungati, anche una giornata intera. Non sempre, però, v’è la possibilità tecnica ed economica di fare ciò. Inoltre, per difetti di tenuta modesti, la quantità di aria che penetra nell’impianto risulta essere molto piccola, per cui la risalita dell’indice del vuotometro risulta essere di difficile interpretazione per il frigorista.
In base a tali considerazioni si può concludere che il controllo della tenuta del vuoto non risulta essere un metodo molto efficace per ottenere indicazioni valide e certe riguardo alla presenza di difetti di tenuta del circuito frigorifero. A tal proposito ricordiamo che il Regolamento Europeo 842, che tratta anche del contenimento delle emissioni di gas serra in atmosfera, non prevede il controllo della tenuta del vuoto nel tempo come metodo per accertarsi della presenza di difetti di tenuta dell’impianto. Sicuramente più pratica e sicura sul piano delle indicazioni risulta essere la pressatura, in cui, a causa dei più elevati differenziali di pressioni in gioco tra esterno ed interno del circuito frigorifero, difetti di tenuta vengono evidenziati in maniera più evidente e leggibile anche in caso di perdite di limitata entità.
Nonostante le precedenti considerazioni, comunque la tenuta del vuoto nel tempo è in grado di fornire delle indicazioni sulla presenza o meno di fughe. Partiamo dal presupposto che l’esecuzione del vuoto è una procedura che comunque va compiuta per privare il circuito delle impurità in esso presenti. Detto questo, è ragionevole immaginare che, una volta eseguito il vuoto per tale motivo, si possa ritagliare in certe occasioni un determinato intervallo di tempo in cui lasciare in vuoto il circuito frigorifero. Ad esempio il frigorista può programmare la sua procedura lavorativa in modo che l’esecuzione del vuoto sia l’ultima operazione che compie sul circuito frigorifero, al termine della sua giornata lavorativa. In tale modo il circuito rimane in vuoto per l’intera notte, fino al mattino seguente in cui il lavoro viene ripreso. In occasioni come queste l’analisi delle indicazioni del vuotometro può già dare significativi elementi per evincere se il circuito risulta essere a tenuta o meno.
Se l’ago indicatore del vuotometro non si è mosso nell’arco dell’intera notte, il responso riguardo la tenuta del circuito frigorifero è abbastanza scontato. L’importante, in tale verifica, è ricordarsi che le indicazioni del vuotometro dipendono dalla temperatura dell’ambiente in cui si trova il circuito frigorifero. Infatti in caso di rialzi della temperatura esterna, i residui di gas rimasti all’interno dell’impianto aumentano la propria pressione, mentre in caso di diminuzione di temperatura riducono la propria pressione. La verifica del vuotometro, quindi, va sempre fatta a temperatura ambiente costante. Ad esempio, nel caso di rialzi di temperatura, tra il momento in cui si posiziona l’ago rosso del vuotometro ed il momento in cui si procede alla verifica di un eventuale spostamento dell’indice del vuotometro, sicuramente si rileverà un aumento della pressione all’interno del circuito frigorifero mantenuto in vuoto, fatto però che non indica necessariamente la presenza di un difetto di tenuta. Gli scostamenti dell’indice, quindi, vanno sempre interpretati.
In tale contesto va anche ricordato che nel momento in cui viene arrestata la pompa del vuoto e il circuito viene isolato e tenuto in vuoto, i residui di gas rimasti ancora all’interno del circuito hanno la possibilità di espandersi: con pompa in funzione, nei pressi della presa di pressione, laddove l’azione aspirante della pompa per il vuoto risulta essere più efficace, si registra sicuramente una pressione inferiore rispetto a quella che si ha nei punti del circuito frigorifero più distanti da tale presa. Questo è dovuto al fatto che i gas presenti nel circuito risultano essere più rarefatti nelle vicinanze della presa di pressione. Con l’arresto della pompa viene a mancare l’azione aspirante, per cui il leggero differenziale di pressione che si ha tra i punti vicini alla presa di pressione e quelli più distanti da essa crea una leggera migrazione delle particelle in direzione dei punti prossimi alla presa di pressione, laddove il vuotometro esegue la sua misurazione. In sostanza, quindi, questa migrazione di particelle genera un leggero aumento della pressione interna del circuito mantenuto in vuoto, che non deve invece essere attribuita ad una presenza di difetti di tenuta nel circuito frigorifero.
Alla luce delle considerazioni appena fatte, si può ovviare in parte ai problemi esposti eseguendo la vuotatura del circuito frigorifero nel modo che viene di seguito descritto.
Una volta che si ritiene di avere eseguito una vuotatura sufficiente del circuito, si chiudono tutti i rubinetti di intercettazione che si hanno a disposizione prima di arrestare la pompa per il vuoto. In ordine cronologico si chiude prima il rubinetto che isola il circuito frigorifero (A), poi quello che isola la camera di sinistra del gruppo manometrico (C) seguito da quello che isola il vuotometro (B) posto al termine della gomma flessibile 3 su cui è collegato il vuotometro stesso, ed infine rispettivamente i rubinetto E e D del gruppo manometrico (vedi figura 1). Solo dopo di ciò si arresta la pompa. Con tale sistema si è riuscito ad isolare il circuito frigorifero, la camera centrale e quella laterale del gruppo manometrico e le gomme flessibili. Al momento della verifica della tenuta del vuoto si verifica subito l’indicazione che dà il vuotometro. Se l’ago indicatore è risalito eccessivamente, significa che tra il rubinetto terminale (B) della gomma flessibile ed il vuotometro stesso esiste un difetto di tenuta che, evidentemente, non è da imputare al circuito frigorifero. Se invece la risalita è accettabile si procede all’apertura del rubinetto posto all’estremità della gomma flessibile. In tale modo ogni risalita anomala dell’ago indicatore del vuotometro è da imputarsi a difetti di tenuta della gomma flessibile 3, che andrà sostituita, o dell’attacco del gruppo manometrico (tratto BE). Se invece si evince che la anche la gomma è a perfetta tenuta e l’attacco è in ordine, si procede all’apertura del rubinetto C, in modo tale da verificare se esistono difetti di tenuta nel gruppo manometrico e nella gomma 1.
Eseguite tutte queste operazioni, se ad ogni passo si nota una piccola risalita dell’ago indicatore del vuotometro tale da risultare non continua (l’ago si arresta dopo una piccola risalita) si può concludere che tutta la strumentazione è in ordine, per cui si può procedere alla verifica della tenuta dell’impianto. Quindi si apre il rubinetto A.
Con tale prassi ci si è posti nella condizione di poter imputare esclusivamente al circuito frigorifero eventuali risalite dell’ago del vuotometro che risultino essere continue, e quindi la presenza di difetti di tenuta nel circuito stesso.
[continua]