TORNA ALLA PAGINA INIZIALE CENTRO STUDI GALILEO |
QUINTA NOTA INFORMATIVA
SULLA REFRIGERAZIONE E L'ALIMENTAZIONE
Didier Coulomb - Direttore dell'Istituto Internazionale del Freddo
Il mondo sta affrontando il problema della malnutrizione e
dell’accrescimento demografico. Essere in grado di fornire una quantità adeguata
di cibo che sia di buona qualità a 7 miliardi di abitanti oggi e a 9 miliardi
entro il 2050 è la sfida da affrontare. La maggior parte delle risposte alla
crescita della domanda di cibo si basa sull’incremento della produzione
agricola, che è vitale, ma probabilmente insufficiente e, se portata ad un
livello troppo alto, anche dannosa all’ambiente. Dunque, sarebbe auspicabile
ridurre gli sprechi che si verificano dopo il raccolto, che rappresentano il 25%
della produzione mondiale.
Un maggiore utilizzo della refrigerazione renderebbe possibile
ridurre questi sprechi. La refrigerazione ha già un ruolo molto importante nella
catena alimentare, conservando la qualità iniziale degli alimenti e permettendo
di offrire ai clienti alimenti integri e sani. Ma la refrigerazione non è
utilizzata al meglio per assicurare la sicurezza degli alimenti, come è
dimostrato dalla mancanza di infrastrutture adeguate in molti paesi, soprattutto
in quelli meno sviluppati dove il problema della malnutrizione è di primaria
importanza e la popolazione sta aumentando velocemente. Lo scopo di questa
pubblicazione è quello di dimostrare come catene del freddo più efficaci, dalla
produzione al consumo, possano ridurre sostanzialmente le perdite che si
verificano dopo il raccolto, migliorando così la qualità e l’integrità degli
alimenti.
CONDIZIONE MONDIALE DELLA SICUREZZA ALIMENTARE
Anche se le previsioni delle Nazioni Unite dicono che
l’aumento della popolazione rallenterà in futuro, il livello attuale è alto ed è
di 77 milioni di persone all’anno. Si pensa che l’aumento scenderà a 43 milioni
di persone all’anno nel periodo che andrà dal 2045 al 2050. Dal 2030 in poi,
l’85% dell’aumento della popolazione si concentrerà nei paesi in via di
sviluppo.
Anno | Unità | 2000 | 2015 | 2030 | 2050 |
Popolazione globale | miliardi di ab itanti | 6.12 | 7.30 | 8.31 | 9.15 |
Popolazione Paesi industrializzati | miliardi di ab itanti | 1.19 | 1.25 | 1.28 | 1.28 |
Popolazione Paesi via di sviluppo | miliardi di ab itanti | 4.92 | 6.05 | 7.03 | 7.87 |
% popolazione globale | % | 80.5 | 82.9 | 84.6 | 86.0 |
Malnutrizione | miliardi di ab itanti | 0.86 | 0.61 | 0.44 |
L’assunzione alimentare globale sta aumentando, da
9555kJ/abitante/giorno nel periodo 1961-1963 a 11.730kJ/abitante/giorno nel
periodo 2001-2003. Tuttavia, questo incremento si sta verificando lentamente e
in modo diseguale. Ma la malnutrizione rimane un problema di cruciale importanza
a cui non è stata data sufficiente attenzione. L’obiettivo fissato al World Food
Summit del 1996 di ridurre di metà il numero di persone colpite da malnutrizione
entro il 2015, riducendo il numero a 410 milioni di persone, non sarà raggiunto.
Inoltre, questo obiettivo potrebbe non essere raggiunto neppure entro il 2030 se
pensiamo che nel 2008 c’erano 963 milioni di persone colpite da malnutrizione
nel mondo. Il 97% di queste persone vive nei paesi in via di sviluppo. La
malnutrizione raggiunge livelli allarmanti nei paesi meno industrializzati,
soprattutto nella regione Sub Sahariana, dove si verificherà metà delle nascite
che si avranno sulle terra nel 2050.
Per raggiungere una sicurezza alimentare equilibrata,
l’offerta alimentare mondiale deve aumentare. Le soluzioni più comuni sono: 1)
espansione delle terre coltivabili; 2) raccolti più numerosi grazie ad
irrigazioni più frequenti; 3) maggiori quantità di raccolti grazie alla
tecnologia. La mancanza di terra coltivabile unitamente alle scarse risorse
idriche in molte parti del mondo bloccheranno le due prime soluzioni. I
fertilizzanti azotati utilizzati per incrementare i raccolti sono sottoposti ad
attenta valutazione a causa del loro impatto ambientale sull’eutrofizzazione
delle acque e delle emissioni di gas. La biotecnologia è promettente ma ci sono
interrogativi di carattere etico ed ambientale su alcune applicazioni come
l’utilizzo di piante ed animali geneticamente modificati. Dunque, l’incremento
della produzione potrebbe rivelarsi una soluzione insufficiente; ecco perché la
riduzione delle perdite che si verificano subito dopo il raccolto riveste
un’importanza particolare.
IL RUOLO DELLA REFRIGERAZIONE NELLA SICUREZZA ALIMENTARE
La refrigerazione ha un ruolo fondamentale nella riduzione
delle perdite post raccolto. Vi sono attualmente molte tecnologie che si possono
applicare agli alimenti disponibili come l’irradiazione, l’essiccazione, la
lavorazione a pressioni elevate, la conservazione in scatola, i campi elettrici
pulsanti. Tuttavia, nessun altra tecnologia unisce la capacità di estendere la
vita del prodotto e mantenerne le proprietà fisiche, chimiche, nutritive e
sensoriali iniziali desiderate dai consumatori quanto la refrigerazione. Un
maggior utilizzo delle tecnologie della refrigerazione assicurerebbe una
migliore nutrizione a livello mondiale sia dal punto di vista quantitativo che
qualitativo.
Dal punto di vista della QUALITA’, la
refrigerazione ha un ruolo vitale nella sicurezza alimentare e nella riduzione
delle perdite. Gli alimenti di origine animale e vegetale sono altamente
deperibili e possono ospitare agenti patogeni. Vi sono malattie di origine
alimentare dovute alla contaminazione batterica. L’utilizzo della refrigerazione
riduce la crescita batterica negli alimenti.
La refrigerazione è ancora più importante nei paesi
caldi dove la contaminazione batterica avviene più velocemente a causa delle
temperature elevate. Uno studio dimostra che ogni anno, circa 1777 persone
muoiono a causa di patogeni conosciuti su 5000 decessi dovuti a problemi di
carattere alimentare negli Stati Uniti. L’analisi dei dati ha indicato che il
90% dei decessi sono almeno in parte associati a un carente controllo della
temperatura. Secondo la relazione WHO del 2008 negli Stati Uniti, la
refrigerazione e una migliore igiene hanno ridotto il tumore allo stomaco
dell’89% negli uomini e del 92% nelle donne a partire dal 1930.
Dal punto di vista della quantità, la produzione agricola
attuale è in teoria più che sufficiente per soddisfare il fabbisogno della
popolazione sulla terra. Ma il 14% della popolazione della terra soffre di
malnutrizione. Ridurre le perdite che si verificano dopo il raccolto aiuterebbe
a risolvere questa situazione. Le perdite sono dovute a: 1) maggiori distanze
tra le aree destinate alla produzione e i consumatori. Le regioni destinate alla
produzione sono posizionate geograficamente lontano dai consumatori e questa
tendenza sta aumentando soprattutto nelle città in espansione. Per esempio, nel
1950, la popolazione urbana su scala mondiale era del 17%, nel 2008 del 50%,
mentre si prevede che arriverà al 70% nel 2050, soprattutto a causa
dell’urbanizzazione nei paesi in via di sviluppo. Un modo di ridurre l’impatto
del trasporto tra le aree destinate alla produzione e i mercati è quella di
introdurre nuovi tipi di fornitura, per esempio incrementando il commercio
locale, sviluppando siti di conservazione e infrastrutture per il trasporto a
livello locale per la gestione dei prodotti deperibili. I paesi in via di
sviluppo sono quelli che necessitano di maggiori reti e sono quelli meno
organizzati dal punto di vista degli impianti refrigerati. Necessitano anche di
sviluppare il commercio a livello internazionale. Per esempio, la quantità di
cereali importati dai paesi in via di sviluppo triplicherà nei prossimi 30 anni
e l’importazione di carne aumenterà di 5 volte nello stesso periodo. 2) a causa
delle caratteristiche climatiche, la produzione agricola varia considerevolmente
nel tempo. Le riserve sono, dunque, di grande importanza per la sicurezza
alimentare e la refrigerazione, che non viene utilizzata a sufficienza in queste
aree, dovrebbe essere considerata come un fattore chiave per assicurare la
sicurezza alimentare.
PERCHE’ E’ NECESSARIO AVERE CATENE DEL FREDDO EFFICIENTI
La produzione alimentare a livello globale comprende circa un
terzo di alimenti deperibili che devono essere conservati. Nel 2003 su una
produzione totale di 5500 milioni di tonnellate (prodotti agricoli, prodotti
ittici, carne e latticini), solo 400 milioni di tonnellate sono stati conservati
attraverso la refrigerazione (refrigerati o congelati), mentre 1800 milioni di
tonnellate avrebbero necessitato della refrigerazione. Il risultato è stato una
perdita molto ingente.
Le cifre illustrate nelle seguente tabella sono tratte da diverse fonti e stime.
Popolazione mondiale | Paesi industrializzati | Paesi in via di sviluppo | |
Popolazione nel 2009 (miliardi di abitanti) | 6.83 | 1.23 | 5.60 |
capacità magazzini refrigeranti (m3/1000 abitanti) | 52 | 200 | 19 |
N. refrigeratori domestici (1000 abitanti) | 172 | 627 | 70 |
Perdita alimentare (*) (tutti i prodotti %) | 25% | 10% | 28% |
Perdita frutta e verdura (%) | 35% | 15% | 40% |
Perdita alimentare dovuta alla mancanza di refrigerazione | 20% | 9% | 23% |
(*) Il tasso relativo alla perdita comprende le perdite avvenute dopo il raccolto, per esempio durante la lavorazione, l'immagazzinamento e la vendita al dettaglio. Non comprende le perdite finali presso il consumatore per diverse ragioni : 1) sono difficili da valutare anche se uno studio americano ha dimostrato che questo tipo di perdita negli USA rappresenta | |||
il 14% di quelo totali; 2) il valore dipende molto poco dalle perdite dopo il raccolto neo paesi industrializzati per la presenza di buoni impianti refrigerati: l'alimento buttato via conterebbe molto nelle perdite totali. Kader ha notato che le perdite sono leggermente maggiori nei paesi industrializzati che non in quelli in via di sviluppo |
Queste cifre
dimostrano che una maggiore presenza di impianti refrigerati e una catena del
freddo efficace potrebbero essere di grande aiuto. Per esempio, per i prodotti
ortofrutticoli, il tasso di perdita varia di un fattore da 3 a 4 volte
superiore: ad esempio negli Stati Uniti si verificano perdite del 12% e un
volume di immagazzinamento refrigerato di 300 m3
per 1000 abitanti mentre l’India ha perdite del 40% e, malgrado un incremento in
volume di due volte negli ultimi 10 anni, ha ancora un volume di
immagazzinamento refrigerato di 75 m3
per 1000 abitanti.
Queste cifre suggeriscono che circa 360 tonnellate
di alimenti deperibili vanno perse ogni anno a causa di una refrigerazione
insufficiente. Così, in teoria, se i paesi in via di sviluppo avessero lo stesso
livello di impianti refrigerati dei paesi industrializzati, si conserverebbero
200 milioni di alimenti deperibili, un valore che rappresenta circa il 14%
dell’attuale consumo di questi paesi.
Il rafforzamento della catena dl
freddo è vitale per assicurare un’alimentazione sana e sicura e scongiurare la
malnutrizione.
I costi della refrigerazione, compresi sia l’acquisto sia
la gestione dell’impianto, possono spesso essere abbattuti grazie alla vendita
di prodotti che altrimenti sarebbero andati perduti. Il rafforzamento della
catena del freddo deve tener conto dei fattori caratteristici di ogni paese. La
prima condizione da assicurare, soprattutto nei paesi caldi, è la presenza di
impianti di raffreddamento rapido dei prodotti di origine animale e vegetale,
che siano a seguire della fase di produzione nel più breve tempo possibile, in
impianti refrigeranti geograficamente vicini ai siti di produzione e progettati
per garantire i carichi di refrigerazione richiesti. E’ importante che la catena
del freddo sia continua soprattutto alle interfacce tra i vari sistemi di
trasporto e di immagazzinamento. Una maggiore consapevolezza dei rischi che una
catena del freddo interrotta comporta e formazione finalizzata ad una buona
manutenzione sono di importanza vitale.
I vari tipi di processi di refrigerazione devono essere
utilizzati correttamente. Per esempio, il raffreddamento degli alimenti
deperibili, sempre ammettendo che si applichino le temperature raccomandate (da
-2°C a +13°C a seconda dei prodotti), ne allunga la durata (da 10 a 120 giorni a
seconda della natura dell’alimento), mentre la conservazione attraverso la
congelazione e la surgelazione (in genere -18°C e sotto) permette di conservare
gli alimenti per periodi molto più lunghi ed è meno sensibile a leggere
variazioni di temperatura, ma comporta maggiori costi dal punto di vista
energetico. Si suggerisce che i paesi in via di sviluppo con popolazioni che
soffrono di malnutrizione si concentrino soprattutto sugli alimenti refrigerati
piuttosto che su quelli congelati laddove sia possibile.
RACCOMADAZIONE DELL’IIR
La refrigerazione può offrire un
contributo importante alla risoluzione del problema della malnutrizione,
soprattutto nei paesi meno sviluppati. La creazione di catene del freddo per
alimenti che abbiano le stesse qualità di quelli dei
paesi industrializzati permetterebbe ai paesi in via di sviluppo di incrementare
la fornitura alimentare del 15%. I collegamenti vitali di una buona catena del
freddo sono il raffreddamento e la conservazione nei luoghi di produzione, il
trasporto refrigerato e la presenza della refrigerazione nei punti di vendita al
dettaglio. Le seguenti condizioni determinano la creazione di catene del freddo
laddove mancano al momento:
-
La consapevolezza da parte
delle autorità dei benefici di una efficiente catena del freddo,
-
La creazione di strutture
locali che coinvolgano tutte le parti al fine di definire le strategie da
seguire e le priorità;
-
trasferimento di tecnologie
efficienti, environmetally friendly, pulite, e a buon prezzo nei paesi in via di
sviluppo, li dove non esistono già,
-
formazione degli ingegneri
locali e dei tecnici in modo da creare, condurre e fare manutenzione agli
impianti di refrigerazione realizzando una efficiente catena del freddo,
L’IIR è un’organizzazione
intergovernativa indipendente e neutrale, con 61 paesi membri di tutti i
continenti. Promuove la refrigerazione e il suo ruolo chiave nell’assicurare
un’alimentazione sana e sicura per tutti. Chiunque condivida questo obiettivo è
il benvenuto. (www.iifiir.org).