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Intervista a DIDIER COULOMB
Direttore generale Istituto Internazionale del Freddo
da sinistra: Didier Coulomb, direttore dellIstituto Internazionale del Freddo, Enrico Buoni, direttore del Centro Studi Galileo, Daniel Viard deputy director IIF/IIR, allinterno della sede di Parigi dellIstituto Internazionale del Freddo.
Cosa ne pensa del futuro dei refrigeranti naturali con riferimento alla CO2?
Sono certo che i fluidi naturali si svilupperanno molto rapidamente, perche' sono la sola risposta possibile alle regolamentazioni sui CFC, sugli HCFC e sugli HFC che diventano sempre piu' rigide in tutto il mondo, quando le tecniche permettono di utilizzare i fluidi naturali. Anche se le regolamentazioni adottate dallUnione Europea non saranno troppo rigide, vi saranno limitazioni supplementari per gli HFC e proprio per questo motivo gli industriali si interesseranno ai fluidi naturali.Vi e' gia' un movimento molto importante in questo settore. Alcune imprese come la Coca Cola hanno gia' annunciato che utilizzeranno la CO2, anche questa tendenza rappresenta solo una piccola parte dellutilizzo dei fluidi refrigeranti. Abbiamo anche constatato che negli ambienti scientifici e tecnici vi e' un grande interesse per questi fluidi. NellIIF lavoriamo da circa 10 anni a questi fluidi e organizziamo convegni di carattere scientifico e tecnico sui fluidi naturali (la serie di convegni Gustav Lorentzen; il prossimo avra' luogo in Norvegia nel 2006). Ce ne occupiamo da molto tempo ma ora si stanno organizzando anche conferenze, si stanno pubblicando testi ed articoli di sintesi piu' specialistici su alcuni fluidi come la conferenza sullammoniaca lo scorso maggio in Macedonia e convegni sul gas carbonico. Anche i nostri lavori di vasto respiro si incentrano sui fluidi naturali. Per esempio, nel mese di settembre ce' stato un convegno sulle proprieta' termofisiche dei fluidi e sul freddo commerciale. La maggior parte delle relazioni presentate parlavano del gas carbonico. Dunque, in tutto il mondo, sia del settore dellindustria sia in quello Universitario, ci si incontra e si parla dei fluidi naturali. La CO2 e' uno dei fluidi che presenta maggiori prospettive in questo settore; forse l'ammoniaca e' preferibile per gli impianti di grandi dimensioni dove e' possibile isolare la zona di utilizzo dell'ammoniaca e la zona in cui si trova il grande pubblico perche' ci sono problemi di sicurezza che esistono realmente. Per gli idrocarburi per ora i progetti sono limitati, non penso che conosceranno uno sviluppo immediato. Ma vi sono progetti concreti sul gas carbonico e sull'ammoniaca (per la quale si tratta piuttosto di un rinnovamento che di una vera e propria innovazione) che sembrano avere un bel futuro. Oggi gli sviluppi tecnici nei laboratori indicano che e' possibile arrivare progressivamente, applicazione per applicazione, e con i fluidi naturali, ad un consumo energetico dello stesso ordine di quello degli HFC. Dunque, con i miglioramenti tecnici che si spera di ottenere in futuro, penso che si troveranno nella maggior parte dei casi buone soluzioni con i fluidi naturali. Bisogna anche tener conto dei costi dei nuovi impianti, della sostituzione di quelli vecchi, della manutenzione e anche in quel caso e' possibile arrivare a costi vicini a quelli degli impianti classici. Lo sviluppo avverra' in tempi e modalita' diverse a seconda dei settori, ma il movimento e' lanciato e lIstituto Internazionale del Freddo (IIF) vi partecipa a pieno titolo.