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CENTRO STUDI GALILEO

 

TECNOLOGIE VERDI:
CRISI SIGNIFICA OPPORTUNITA'

Intervista a Didier Coulomb, direttore dell'Istituto Internazionale del Freddo

Dottor Coulomb, ha appena preso parte al convegno tenutosi in Egitto, dunque può dirci qualcosa a proposito del futuro dei refrigeranti e dei risultati emersi dal convegno? Qual è la sua opinione personale a proposito del futuro dei refrigeranti?

La riunione che ha avuto luogo in Egitto è stata una riunione ufficiale della conferenza delle Parti del Protocollo di Montreal ed ha avuto un’importanza particolare in quanto si è trattato della prima conferenza ufficiale delle Parti a parlare di HFC. E’ necessario rammentare che in occasione della riunione precedente delle Parti si era deciso di rivolgere l’attenzione ai problemi relativi alla sostituzione dei CFC e degli HCFC con gli HFC. Gli HFC hanno un  potenziale di riscaldamento climatico elevato e costituiscono il sostituto classico degli altri frigorigeni contenenti fluoro, i CFC e gli HCFC. Non vi sono stati risultati ufficiali in termini di decisioni al seminario tenuto a Ginevra nel luglio scorso ma si è cominciato a discutere degli scenari relativi alla diminuzione della produzione e del consumo di HFC nel quadro delle Nazioni Unite con la partecipazione dell’IIF. In occasione dei numerosi dibattiti informali tenuti a  Ginevra e in Egitto,  gli Stati Uniti hanno proposto di  diminuire la produzione e il consumo di  HFC del 15% nel 2033 ( 2043 per i paesi in via di sviluppo). In Egitto si è parlato essenzialmente di HFC, del loro consumo nel quadro attuale e in un’ottica futura e della proposta statunitense. Sono state prese due tipi di decisioni: la prima è stata a proposito dell’ esigenza  da parte dei paesi in via di sviluppo di avere maggiori informazioni relative ai frigorigeni a debole effetto serra. La maggior parte delle realizzazioni presenti sul mercato e ottenute con i refrigeranti naturali sono adatte ai paesi industrializzati caratterizzati da un clima temperato ma non ai paesi in via di sviluppo caratterizzati da un clima molto caldo. Si possono verificare problemi di sicurezza sugli impianti e problemi relativi al rendimento energetico. Dunque, richiedono maggiori informazioni settore per settore relative alle possibilità di utilizzo dei frigorigeni a debole effetto serra come quelli che vanno a sostituire gli HCFC nei paesi in via di sviluppo. Nei paesi industrializzati abbiamo a disposizione numerosi esempi al riguardo. L’altro tipo di decisione è stata presa a proposito dei finanziamenti.  E’ bene sapere che oggi, grazie al Protocollo di Montreal, i paesi in via di sviluppo possono usufruire di un finanziamento per convertire gli impianti a CFC e a HCFC ed abolire la produzione di queste sostanze. Fino ad ora questo finanziamento non si occupava dei frigorigeni di sostituzione. Il finanziamento deve tener conto dell’effetto serra del frigorigeno utilizzato e dei costi aggiuntivi dovuti all’eventuale investimento dovuto all’utilizzo di un frigorigeno naturale e valutare se il progetto complessivamente risulta interessante a lungo termine. Dunque, è stato fatto un grande passo in avanti  a proposito del cambiamento climatico nel quadro del Protocollo di Montreal. Sarà necessario creare una stretta cooperazione tra il Protocollo di Kyoto e il Protocollo di Montreal ed è possibile pensare che a un termine relativamente breve si prenderanno misure efficaci a proposito degli HFC. Se sarà possibile dimostrare che è possibile sostituire gli HCFC con frigorigeni a debole effetto serra, sarà possibile adottare progressivamente le misure necessarie a raggiungere questo scopo. I frigorigeni a debole effetto serra sono sia quelli detti naturali (ammoniaca, CO2, idrocarburi, acqua….) che quelli sviluppati dall’industria chimica. Le misure prese dall’Unione Europea nel settore dell’automobile (divieto di commercializzare nuove serie di veicoli, a partire dal 2011, con un potenziale di effetto serra del frigorigeno utilizzato per la climatizzazione superiore a 150) hanno già dimostrato questa tendenza. E’ possibile, però, solo per gli impianti nuovi. Per quelli vecchi, il confinamento dei fluidi rimane indispensabile per limitare il consumo di HFC. Questa realtà è oggetto della regolamentazione europea F-Gas , che spero verrà applicata quanto prima. Dunque, l’Unione Europea  è pioniera in materia di regolamentazione tesa a limitare il consumo di HFC. A mio parere questa tendenza a favore dei frigorigeni a debole effetto serra si svilupperà maggiormente in futuro nei paesi industrializzati e in quelli in via di sviluppo. E’ difficile prevedere esattamente a quale ritmo ma secondo me è necessario cominciare a limitare sin da ora le emissioni di HFC ad elevato effetto serra, indipendentemente dal tipo di metodo utilizzato ( sostituzione , confinamento…..). Credo che si tratti di una tendenza inevitabile e che sia necessario anticipare sin da ora questa evoluzione.