TORNA ALLA PAGINA INIZIALE CENTRO STUDI GALILEO |
Intervista a DIDIER COULOMB
Direttore generale Istituto Internazionale del Freddo
da sinistra: Didier Coulomb, direttore dellIstituto Internazionale del Freddo, Enrico Buoni, direttore del Centro Studi Galileo, Daniel Viard deputy director IIF/IIR, allinterno della sede di Parigi dellIstituto Internazionale del Freddo.
Mr. Coulomb, lei ha preso parte alle due
Conferenze organizzate delle Nazioni Unite a Nairobi e a Nuova Delhi sugli
impianti della refrigerazione e del condizionamento ed il problema dell'ambiente
e dei refrigeranti. puo' dirci qualcosa a proposito?
Tutti gli anni ci sono da una parte una conferenza sullo
strato dell'ozono ed il seguito del Protocollo di Montreal e dall'altra una
conferenza sul mutamento climatico e, a partire dall'anno scorso, sul seguito
del Protocollo di Kyoto.
Dunque si organizza una settimana sul seguito del Protocollo
di Montreal e sul problema dello strato dell'ozono, nell'ultimo trimestre di
ogni anno in un paese ogni volta diverso, e, nello stesso modo, tutti gli anni
una Conferenza sul mutamento climatico e il seguito del Protocollo di Kyoto, che
dura due settimane.
Durante queste conferenze, la prima parte dei lavori consiste
in gruppi di lavoro a cui partecipano gruppi limitati e diverse organizzazioni
che svolgono un'attivita' tecnica al fine di raggiungere un accordo relativo ad
alcuni progetti e decisioni. Segue poi una parte ufficiale, definita come
segmento di alto livello, che consiste nel fare dichiarazioni, nel formulare
impegni ufficiali da parte dei diversi ministri e nel prendere decisioni a
livello internazionale. Ed e' in questa fase che l'IIF
e' invitato, se lo desidera,
ad illustrare le sue posizioni, grazie al suo statuto intergovernativo. Questi
due tipi di conferenze sono organizzate dal Programma delle Nazioni Unite per
l'Ambiente ma ci sono entita' diverse che le organizzano e ci pone qualche
problema.
Qual il primo insegnamento che possiamo trarre
dai congressi mondiali sui cambiamenti climatici e sullo strato
dell'ozono?
Oggi siamo arrivati ad una certa soglia, nel livello di
applicazione del Protocollo di Montreal, sono stati fatti molti sforzi che sono
stati coronati dal successo, ma non si attua nulla di nuovo da molto tempo. Il
2007 sara' il ventesimo anniversario del Protocollo
di Montreal, che era stato firmato nel 1987. Si e'
arrivati a stabilizzare lo strato di ozono, anche se ci possono essere delle
variazioni dello strato di ozono ogni anno: il buco puo' ingrandirsi in una certa parte della stratosfera o, al contrario, ridursi in
un'altra parta, ma, globalmente, nell'insieme del sistema terrestre si
e' arrivati ad una stabilizzazione. Le proiezioni attuali mostrano che si dovrebbe
restare in questa situazione di stabilita' fino al 2050 senza, per, ritrovare le
dimensioni precedenti dello strato di ozono. La domanda che ci si pone oggi
e' quella di sapere se non si dovrebbe raggiungere questa riconquista prima. I
dibattiti hanno trattato, dunque, sul seguito del Protocollo di Montreal con
l'idea di adottare misure piu' severe al fine di rafforzare il Protocollo. La
principale decisione pratica presa durante la riunione di Nuova Delhi
e' stata
quella di organizzare per l'anno prossimo, forse nel mese di settembre, a
Montreal, una conferenza che sara' preceduta eccezionalmente da un seminario sul
Protocollo. Si parlera' di diversi temi tra i quali il problema degli HCFC, che
riguarda direttamente il settore del freddo. Si parlera' anche di un tema che a
me piace molto, perche si tratta di un punto sul quale ho insistito molto,
quello del legame tra il Protocollo di Montreal e il Protocollo di Kyoto, perche' bisogna sapere che il fenomeno della riduzione dello strato di ozono e il
fenomeno del mutamento climatico non sono indipendenti. Inoltre, al di la' della
interdipendenza dei fenomeni climatici, alcune sostanze possono avere
un'influenza sia sullo strato dell'ozono sia sul mutamento climatico, in
particolare i fluidi refrigeranti CFC e HCFC. IL settore del freddo
e' dunque
particolarmente interessato al fatto che i due fenomeni non vengano trattati in
modo indipendente.
Alla
Conferenza di Nairobi sul mutamento climatico non sono state prese molte
decisioni pratiche a parte la decisione di istituire un fondo per l'adattamento
al mutamento climatico, che dovrebbe diventare operativo nel 2007. E' bene
ricordare che la prima volta che si ha un'unanimita' totale sul fatto che ci
sara' un mutamento climatico e che bisognera', dunque, prendere misure che
attenuino questo cambiamento climatico ed adattare i paesi al cambiamento
climatico. Non si e' ancora giunti a conclusioni pratiche a questo riguardo,
anche su temi molto tecnici: per quanto riguarda il settore del freddo, per
esempio, il problema della creazione degli HFC
Il seguito del Protocollo di Kyoto e' stato il principale
oggetto di discussione alla conferenza a Nairobi. La data del 2050
e' una data
molto importante per lo strato dell'ozono (inizio della ricostituzione dello
strato dell'ozono) e dal punto di vista del surriscaldamento climatico
perche'
comincia a delinearsi un obiettivo mondiale che e' quello di considerare che la
temperatura della terra non dovrebbe aumentare di piu' di 2 gradi Celsius nel
2050.
Ci necessita di sforzi considerevoli perche' le stime attuali
ci dicono che per ottenere non piu' di due gradi in piu' nel 2050 ci vorra' una
riduzione del 50% delle emissioni dei gas ad effetto serra. Il 50% in meno
significa che, come probabile, non si chiedera' alcuno sforzo ai paesi in via di
sviluppo, per i paesi industrializzati come l'Europa si dovranno fare sforzi
superiori al 50%, da cui l'obiettivo fissato dall'Unione Europea dal 60 al 75%
nel 2050.
Cio' e' possibile solo se gli altri paesi faranno qualcosa.
L'Unione Europea rappresenta un terzo delle emissioni dei gas ad effetto serra.
Ma ci sono altre regioni della terra coinvolte, come gli Stati Uniti che sono i
primi produttori di gas ad effetto serra. Hanno annunciato che prenderanno
misure diverse ma senza obiettivi precisi.
Ci sono
i paesi emergenti come
Che cosa sta cambiando nella refrigerazione e nel
condizionamento dell'aria in relazione al mutamento climatico e alla protezione
dell'ozono?
Come ho gia' detto durante il discorso che ho tenuto a Nairobi,
bisogna sapere che il settore del freddo e del condizionamento dell'aria ha un
impatto sia sullo strato dell'ozono sia sul mutamento climatico in due
modi: perche' il freddo utilizza i fluidi refrigeranti che causano sia la
diminuzione dello strato dell'ozono sia il mutamento climatico. Quando si
verificano delle fughe a causa di una tenuta o di uno smaltimento difettosi, vi
e' un'emissione di questi fluidi nell'atmosfera e in quel momento vi
e' un impatto.
I CFC e gli HCFC (che hanno un impatto minore) sono due tipi
di fluidi responsabili sia della diminuzione dello strato dell'ozono che
dell'emissione dei gas ad effetto serra. Gli HFC non hanno impatto sullo strato
dell'ozono ma sono pur sempre gas ad effetto serra. I fluidi naturali come
l'ammoniaca, il Co2 o gli idrocarburi non hanno quasi mai nessun impatto.
D'altronde la seconda ragione per cui il freddo
e' coinvolto e' il fatto che il
freddo utilizza molta energia. Dunque, indirettamente, dato che l'elettricita'
e' prodotta utilizzando il carbone fossile, il petrolio o il gas naturale, il
settore del freddo contribuisce in modo rilevante al mutamento climatico. In
rapporto a queste diverse cause che cosa sta succedendo oggi?
I CFC stanno scomparendo nei paesi in via di sviluppo dopo
essere scomparsi in quelli industrializzati. Nei paesi industrializzati sono stati
sostituiti soprattutto dagli HFC e poco a poco da fluidi naturali come il CO2.
Ma nei paesi in via di sviluppo i CFC sono stati quasi del tutto sostituiti
dagli HCFC perche' hanno il permesso di utilizzarli fino al 2040.
Dunque, si sta lavorando sui fluidi naturali (positivi sia per
lo strato dell'ozono sia per il mutamento climatico) e sul consumo energetico,
argomento trasversale su tutti i settori economici.
E' una delle misure chiave da prendere al fine di limitare
l'emissione di gas ad effetto serra: coinvolgeranno l'insieme degli impianti che
consumano molta energia. L'Unione Europea sara' pronta nelle misure da prendere
per rispettare il Protocollo di Kyoto, come ho appena detto. Deve fare ulteriori
sforzi fino al 2012 per rispettare il Protocollo. Una delle misure importanti
sara' quella che concernera' gli impianti sia sotto forma di incitamento al
consumatore a scegliere impianti che consumino meno energia sia sotto forma di
divieto all'utilizzo di alcuni impianti che consumano troppa energia. Questi due
casi sono stati discussi alle conferenze di Nairobi e di Nuova Delhi.
Dunque per quanto riguarda il freddo, i punti salienti di
queste due conferenze sono da una parte l'eliminazione degli HCFC e, dall'altra,
il consumo energetico.
A Nairobi e a Nuova Delhi, le due conferenze vertevano
sull'ambiente in relazione alla refrigerazione. A Milano a giugno durante il
dodicesimo convegno europeo parleremo di refrigerazione e di condizionamento in
relazione all'ambiente. Quali saranno, secondo lei, i temi che dovranno
essere trattati a Milano?
Sono innanzitutto felice di avere la possibilita' di
partecipare a questo Convegno che si terra' a Milano e parlera' dell'utilita' del
freddo in campo sanitario (compresa l'alimentazione) ma anche e soprattutto
delle misure ambientali da prendere perche' oggi il fattore principale di
cambiamento nel settore del freddo sara' l'ambiente.
Sara' un tema centrale e,
dunque, saro' lieto di partecipare e di poter portare la mia testimonianza. I
temi maggiormente trattati, spero, in quell'occasione saranno da una parte le
qualita' dei diversi refrigeranti in rapporto all'ozono e al surriscaldamento
climatico perche' hanno un impatto diretto su questi due problemi ambientali. Ma
allo stesso tempo la scelta del fluido refrigerante non deve essere indipendente
dal secondo problema che e' quello del consumo di energia.
Le discussioni devono tener presente il fatto che si dovranno
avere fluidi refrigeranti che abbiano un minore impatto diretto
sull'ambiente ma che consumino anche meno energia. Bisogna studiare il sistema
globale cambiando i refrigeranti e diminuendo il consumo energetico. E' questo
tema che dovra' essere centrale durante il convegno che si terra' a Milano. Penso
che questo tema sia a breve termine per l'Europa e per l'Italia,
perche' l'Italia dovra' fare degli sforzi supplementari per rispettare il Protocollo di Kyoto,
come la maggior parte degli altri paesi europei.
Un altro importante punto che verra' presentato durante
il Convegno che si terra' a Milano saranno le nuove legislazioni relative
all'ambiente.
La regolamentazione sui gas fluorati e' legata ai problemi
ambientali che ho appena presentato. Si parlera' anche della prima ragione per
cui sono state decise delle direttive sui gas fluorati cioe' il fatto che si sta
cercando di diminuire l'emissione dei gas fluorati attraverso l'individuazione
di eventuali fughe, grazie ad una migliore manutenzione degli impianti e ad una
migliore preparazione del personale: questo e' strettamente legato al fatto che
l'emissione dei refrigeranti all'esterno di un impianto ha un impatto sia sullo
strato dell'ozono sia sul mutamento climatico. Questa direttiva, secondo me,
e' buona perche' permette di sviluppare nuove tecnologie senza particolari
limitazioni .
Lascia posto all'innovazione e alla
responsabilita' invece di
vietare solamente. Tuttavia, e' possibile che l'Unione Europea vari delle
regolamentazioni piu' rigide rispetto a quelle in vigore ora perche' ci sono , per
esempio, dibattiti sulle limitazioni all'utilizzo degli HCFC in alcuni impianti.
Bisogna cercare di varare il piu' presto possibile la regolamentazione sui gas
fluorati e provarne l'efficacia se si vogliono evitare regolamentazioni molto
piu' draconiane.
Per quanto riguarda i documenti relativi alla
protezione dell'ozono e al rendimento energetico redatti dal Centro Studi
Galileo, dalle Nazioni Unite e dai maggiori esperti nel settore della
refrigerazione, può dirci quali sono stati i commenti a Nairobi e a Nuova Delhi?
Sono
stato felice di avere a disposizione dei documenti specifici tra i quali il
numero speciale di Industria & Formazione
sul settore del freddo da distribuire sia a Nairobi
sia a Nuova Delhi perche' il settore del freddo
e' un settore che sarebbe ignorato
se l'IIR non ne parlasse e il fatto di poter fare affidamento su di un documento
e' stato molto utile. A Nuova Delhi, con il programma delle Nazioni Unite per
l'Ambiente (PNUE/UNEP) che ha preso parte alla redazione di questo documento,
abbiamo organizzato una piccola presentazione alla stampa tra le due sessioni
del segmento di alto livello e alla presenza dei rappresentanti del Ministero
Italiano per l'Ambiente. C'e' stata questa presentazione alla stampa e il
documento e' stato presentato durante la conferenza allo stand del PNUE/UNEP.
L'insieme dei documenti che avevo
portati e' andato a ruba, vittima del grande successo!
A Nairobi mi sono assicurato che il documento venisse
distribuito in modo che tutti potessero approfittarne. Anche a Nairobi le copie
sono sparite in un momento!
Tutto cio' dimostra che il documento
e' stato utile perche'
e' pratico e facile da leggere. bisognera' presentare con maggiore frequenza
documenti di questo genere ai convegni per dimostrare che il freddo un settore
importante e che partecipa attivamente agli sforzi che si stanno facendo oggi al
fine di proteggere l'ambiente e la vita.