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CENTRO STUDI GALILEO

 

Mezzi e strumenti per l’assistenza all’impianto frigorifero:
Flash sull’attrezzatura più comunemente usata dal frigorista

Luigi Nano    Coordinatore pratico dei corsi di tecniche frigorifere del Centro Studi Galileo

Il tecnico frigorista, sia nella sua attività professionale, sia anche nel suo periodo di formazione e apprendistato deve possedere ed imparare ad utilizzare un’attrezzatura indispensabile di base.

Questa attrezzatura è materia di studio accurato durante i diversi corsi mensili dell’Associazione dei Tecnici del Freddo che vengono svolti, grazie all’esperienza di 33 anni, dal Centro Studi Galileo sia nella sede principale di Casale Monferrato, che è debitamente attrezzata di tutte le apparecchiature necessarie per le lezioni teorico-pratiche e anche di impianti didattici per simulare disfunzioni di servizio, sia nella nuova sede corsi recentemente ristrutturata e rimodernata di Roma, sia nelle diverse sedi regionali del Centro tra cui quella, ora in fase di ampliamento, di Milano, e quelle di Padova,  Bari,  Napoli e  Università di Palermo, La Sapienza di Roma e il Politecnico di Torino.

 

Tali strumenti specifici per l’installazione, la manutenzione e la riparazione degli impianti di refrigerazione e condizionamento sono:

- gruppo portatile per saldatura ossiacetilenica o ossipropano;

- stazione di carica o vuoto con pompa bistadio;

- bilancia elettronica per carica sistemi;

- recuperatore per i fluidi frigorigeni;

- contenitore di olio per pompe;

- misuratore di vuoto;

- pinza amperometrica a lettura digitale;

- manometri classici o digitali; 

- termometro registratore;

- termometro elettronico a 1 sonda o più sonde;

- filtro deidratatore con tubo di servizio;

- rubinetto con dispositivo perforatore;

- analizzatore per condensatori elettrici;

- tester universale;

- cercafughe elettronico con pompa dell’aria;

- serie di punzoni allargatubi;

- pinza schiacciatubi;

- coppia di giunti Hansen e giunti a farfalla;

- chiave a cricco;

- tagliatubi a grandezze diverse;

- flangiatubi universali;

- tubazione flessibile;

- collettore a tre vie per misuratore di vuoto.

Tutti gli strumenti descritti devono essere di tipo portatile, con peso ed ingombro ridotti, ma devono resistere a forti sollecitazioni meccaniche.

Nella selezione degli attrezzi specifici (tagliatubi - flangiatubi - raccorderia) ci si è voluti limitare a quei modelli che sono utilizzati nella refrigerazione domestica e commerciale.

Tipo dell’intervento:

Gli interventi che saranno in seguito descritti si dividono in:

- esterni;

- interni, senza la sostituzione del compressore;

- interni, con la sostituzione del compressore.


Interventi esterni

Sotto questa voce sono classificati tutti quegli interventi che non richiedono l’apertura del sistema refrigerante e che possono quindi essere effettuati, senza grandi difficoltà, nel luogo stesso dove è installato il sistema.

Pulizia del condensatore alettato e del compressore

Il sistema frigorifero è sostanzialmente un meccanismo di scambio termico. La circolazione dell’aria ambiente attraverso il condensatore alettato ed il compressore così come la circolazione dell’aria interna attraverso l’evaporatore ed i prodotti da refrigerare non deve essere ostacolata.

Polvere e sporcizia che si accumulano sul condensatore alettato e sul compressore, ghiaccio e brina che si depositano sull’evaporatore agiscono come isolanti turbando l’equilibrio termico del sistema con conseguenti aumenti dei consumi di energia e del livello di rumorosità e riduzione della vita meccanica del compressore.

Riduzione della rumorosità

Il compressore e gli eventuali motoventilatori generano vibrazioni che sono assorbite, solo in parte, rispettivamente dalle sospensioni a molle e dagli ammortizzatori di gomma. Le vibrazioni sono trasmesse dall’unità condensatrice al mobile (armadio, vetrina, banco) e ciò genera rumorosità.

E’ quindi importante curare il livellamento dei punti di appoggio della base. Fonti di rumore sono pure costituite da tubi a contatto delle strutture portanti e da sbilanciamento dei motoventilatori. Eventuali vibrazioni armoniche possono essere smorzate con tamponi di gomma supplementari.

In generale, un compressore che lavora con carichi più elevati (e quindi pressioni più elevate) di quelli di progetto ha un funzionamento più rumoroso. Per carico si intende la corrente assorbita durante il funzionamento e all’avviamento. Mentre la corrente di marcia può essere misurata, con un comune amperometro, quella di avviamento può essere rilevata soltanto da un amperometro elettronico. Un condensatore alettato ricoperto di polvere causa sovraccarico al compressore.

Inconvenienti della parte elettrica

Non sono infrequenti i casi di sostituzione di compressori nell’impianto rivelatisi poi perfettamente efficienti. E’ quindi indispensabile verificare con grande cura tutte le apparecchiature elettriche esterne prima di procedere alla sostituzione di un compressore. Parti e componenti che vanno soggetti ad avaria sono:

- la linea elettrica di alimentazione, la presa, la spina ed i conduttori;

- il termostato e la relativa linea;

- i terminali;

- il relè amperometrico di avviamento;

- il protettore termo-amperometrico (clixon);

- il condensatore di avviamento o di marcia (se il compressore ne è dotato).

Ciascuna di queste parti può essere controllata separatamente oppure temporaneamente sostituita con una equivalente nuova.

Per una più facile verifica delle parti elettriche e, in particolare, della continuità del compressore, consultare “designazione dei terminali e schema dei collegamenti”, che si trovano sui cataloghi dei motocompressori.

Un compressore che non presenti avarie alle parti elettriche interne può essere tuttavia inefficiente nella parte meccanica.

Inconvenienti possibili, seppure vari, quali il funzionamento in by-pass e l’inefficienza delle sospensioni, impongono la sua sostituzione.

Interventi interni

Sono quelli che richiedono l’allacciamento del sistema alla stazione di carica per effettuare le seguenti operazioni:

- diagnosi;

- scarico del refrigerante;

- evacuazione in depressione;

- carica.

L’allacciamento può essere effettuato soltanto dopo l’applicazione, ai tubi di servizio, dei giunti, delle fruste e degli innesti ausiliari.

L’applicazione dei giunti ausiliari non è necessaria su unità e sistemi già equipaggiati all’origine di rubinetti.

Qualunque intervento sul sistema deve essere preceduto dalle seguenti operazioni:

- distacco dell’alimentazione elettrica;

- scarico del refrigerante dal sistema e recupero in bombola;

- pulizia esterna dei tubi di servizio e/o dei rubinetti.

Diagnosi dell’avaria

Un evaporatore che presenti una forte brinatura in una zona limitata della sua superficie indica una insufficiente carica di refrigerante. Se l’insufficienza è causata da una perdita, essa può essere localizzata con un cercafughe e riparata.

Una totale occlusione della linea del liquido (filtro deidratore-tubo capillare), valvola solenoide o valvola termostatica è indicata dal funzionamento senza sosta del compressore.

Una parziale occlusione della linea del liquido è indicata dalla formazione di brina nel punto che costituisce la strozzatura.

Queste tre disfunzioni possono essere evidenziate dalla lettura di un manometro applicato al tubo di servizio del compressore per mezzo di un rubinetto munito di perforatore.

Presenza di aria ed insufficienza di olio lubrificante sono indicate da una elevata temperatura di regime del compressore.

Avarie elettriche del compressore (bruciatura, interruzione, corto circuito o perdita di isolamento dell’avvolgimento) sono piuttosto infrequenti, dell’ordine del 3 per mille.

Ricordiamo che nessun compressore può coprire una gamma di utilizzazione di alta e bassa temperatura così come compressori previsti per funzionare con un certo tipo di refrigerante possono andare in avaria se ne viene usato uno diverso. Occorre quindi verificare, specie su installazioni che abbiano già subito interventi, che il compressore montato corrisponda al modello previsto originariamente dal costruttore.

La stazione di carica

La stazione di carica è l’insieme dei principali dispositivi che consentono la vuotatura (evacuazione) del sistema frigorifero e la sua successiva ricarica.

Sono reperibili diversi modelli di stazioni di carica che variano - fondamentalmente - nella portata della pompa (litri/min), nel grado di vuoto raggiungibile (millibar), nella capacità della bilancia elettronica (kg), nella dotazione di strumenti di misura (con o senza misuratore di vuoto).

La carica si ottiene allacciando un’estremità della tubazione flessibile al rubinetto della bombola di servizio contenente il refrigerante, l’altra estremità al rubinetto di carica della stazione.

Normalmente, la bombola di servizio deve essere capovolta in modo che esca refrigerante liquido (se è presente il pescante ciò non è necessario).

Posizionare la bombola al centro del piattello della bilancia elettronica.

-          Il piattello deve essere in posizione orizzontale.

-          Prima di iniziare le operazioni effettuare il vuoto per eliminare l’aria nelle tubazioni-fruste di servizio che verranno utilizzate. 

-          Collegare le tubazioni dalla stazione di carica al sistema frigorifero su cui effettuare la carica.

-          Si può ora sia effettuare dapprima l’operazione di vuoto e sia, dopo il controllo di tenuta del vuoto per evidenziare l’assenza di microfratture, che normalmente dura alcuni minuti, effettuare l’operazione di carica del refrigerante nel sistema.

-          Esistono stazioni di carica e vuoto che fanno tutte queste tre operazioni (vuoto, controllo di tenuta, carica) in sequenza ed in automatico.

-          La quantità di refrigerante da caricare viene programmata per mezzo dei tasti (normalmente + / - ) sull’apposito display (nei sistemi più moderni) o facendo la differenza tra il peso iniziale della bombola e quello che si vuole immettere nel sistema utilizzando la bilancia.

 

Applicazione di un rubinetto al tubo di servizio del compressore

Quando il sistema non è dotato di rubinetto sul lato bassa pressione, occorre applicare al tubo di servizio del compressore un rubinetto munito di dispositivo perforatore, indispensabile per l’eventuale aggiunta di refrigerante del sistema.

In questo caso verrà utilizzato il solo lato di bassa pressione della stazione di carica, previa evacuazione della tubazione flessibile. Il manometro di bassa pressione fornirà i dati necessari per completare la carica.

Quando sia invece accertata un'avaria che imponga la sostituzione di uno dei componenti del sistema frigorifero (compressore-condensatore alettato-evaporatore-filtro deidratatore, ecc.) il rubinetto-perforatore applicato al tubo di servizio del compressore verrà utilizzato per recuperare il refrigerante contenuto nel sistema, con l’apposito recuperatore. Non scaricare mai il gas in atmosfera, è proibito dalla legge.

Effettuato il recupero del refrigerante, chiudere il rubinetto e distaccare la tubazione.

Odore acre e penetrante indica che il compressore è bruciato. In questo caso non si dovrà sostituire il compressore prima di aver provveduto ad un accurato lavaggio e deacidificazione di tutto il sistema con liquidi idonei ad alta pressione, oppure azoto.

Queste operazioni vengono di norma eseguite presso centri di assistenza convenientemente attrezzati.

Se il compressore non è bruciato è ora possibile intervenire sul circuito frigorifero sostituendo, o riparando, le parti difettose.

Per tutte le operazioni di saldobrasatura dovranno esservi impiegate leghe ad alto contenuto di argento con relativo disossidante, oppure leghe di rame.

Le parti in alluminio potranno essere riparate con resine epossidiche solo quando non siano reperibili ricambi adatti.

Prima di allacciare la stazione di carica al sistema si dovrà sostituire il filtro deidratatore con un modello a tre vie.

Per effettuare questa sostituzione è necessario dissaldare il filtro originale, badando di non otturare l’estremità del tubo capillare con residui di saldatura.

L’allacciamento della stazione di carica al sistema

La connessione del giunto a farfalla sul tubo di servizio del compressore è possibile soltanto dopo che sia stato distaccato il rubinetto-perforatore e tagliato il tubo di servizio immediatamente a monte del foro lasciato dal rubinetto. In qualche caso risulta conveniente saldare sul tronchetto applicato al compressore un nuovo tubo di servizio previo distacco di quello originale. Terminate tutte le operazioni di allacciamento, chiudere a fondo il rubinetto per isolare il  misuratore di vuoto (vacuometro) per non danneggiarlo, e il rubinetto della pompa del vuoto, quindi mettere in leggera pressione il lato alta pressione del sistema.

Questa leggera carica consente di effettuare alcuni importanti controlli.

Controllo del capillare: la mancata equilibratura delle pressioni ai due manometri indica un’ostruzione nel capillare.

Controllo della tenuta: eventuali fughe di refrigerante dal sistema o attraverso le connessioni con la stazione di carica potranno essere rilevate con il cercafughe.

Controllo del funzionamento del compressore: mettendo in moto il compressore si dovrà immediatamente notare un abbassamento di pressione sul manometro di bassa ed un aumento di pressione su quello di alta.

Evacuazione del sistema

Come è noto, la presenza di vapore acqueo nel sistema frigorifero non consente allo stesso di funzionare correttamente. Infatti, l’umidità combinata, con il gas refrigerante ad alta pressione e alta temperatura forma dei composti corrosivi che danneggiano il compressore.

Inoltre, all’interno del capillare, dove la temperatura è sempre inferiore a zero, il vapore acqueo si condensa e si trasforma in ghiaccio ostruendo il passaggio del refrigerante.

Pertanto, è imperativo estrarre dal sistema, prima della carica definitiva, tutto il vapore acqueo presente.

L’operazione è affidata alla pompa di alto vuoto che, riducendo la pressione all’interno del sistema, consente alle particelle di acqua presenti di bollire ed evaporare anche a temperatura ambiente.

Il funzionamento della pompa si ottiene azionando l’apposito interruttore mentre la deidratazione del sistema avverrà gradualmente, in un tempo correlato alla portata della pompa, al grado di vuoto che essa raggiunge, alla temperatura ambiente, al volume interno del sistema.

Il termine del ciclo di deidratazione viene indicato dal misuratore di vuoto: con pompe monostadio occorre raggiungere circa 100 millibar, con pompe bistadio circa 50 millibar.

Il non raggiungimento di questi gradi di vuoto può dipendere da perdite nel sistema, cattive connessioni, olio lubrificante della pompa inquinato.

L’evacuazione si deve effettuare in due fasi: prima fase, della durata di 15-30 minuti, attraverso il lato di bassa pressione; seconda fase, sino al raggiungimento dei gradi di vuoto già indicati, attraverso entrambi i lati.

Aprire il rubinetto di isolamento del misuratore di vuoto (vacuometro) soltanto nella seconda fase.

Per evitare trasferimento di vapori d’olio dalla pompa al sistema, è necessario chiudere il relativo rubinetto di intercettazione prima di arrestare la pompa.

Carica del sistema

In questa fase la pompa non è in funzione, il relativo rubinetto di isolamento è chiuso così come quello del misuratore di vuoto.

Occorre conoscere la quantità di refrigerante da immettere nel sistema. La bilancia elettronica consentirà di leggere la quantità erogata direttamente sulla scala digitale oppure di calcolare la quantità immessa calcolando la differenza di peso della bombola.

L’immissione di refrigerante nel sistema deve essere effettuata esclusivamente dal lato di alta pressione.

Non appena la bilancia elettronica indicherà che il refrigerante è nella quantità desiderata, l’erogazione dovrà essere arrestata.

Eccedere nella carica di refrigerante è un grave errore!

Nel caso il deflusso di refrigerante si arresti spontaneamente prima del raggiungimento della quantità di refrigerante voluta (arresto dovuto a equilibrio di pressione tra il sistema e la bombola), la carica dovrà essere conclusa con il compressore in movimento, attraverso il lato di bassa pressione, manovrando il rubinetto che regola il deflusso di refrigerante con estrema cautela onde evitare colpi di liquido al compressore. In questa fase il lato di bassa pressione della stazione di carica deve essere chiuso.

Controllo delle pressioni con compressore in funzione

Durante questa fase tutti i rubinetti della stazione di carica devono essere chiusi.

Chiuso pure il rubinetto che intercetta l’elemento sensibile del misuratore di vuoto.

I manometri sulla stazione di carica indicheranno rispettivamente:

- quello di alta pressione, la temperatura e la pressione di condensazione;

- quello di bassa pressione, la temperatura e la pressione di evaporazione.

I manometri sono infatti provvisti di scale indicanti la temperatura di saturazione dei refrigeranti, ogni manometro ha il proprio refrigerante visualizzato: R22 - R134A - R404A - R507 - R407C - R410A ecc...

I manometri digitali vanno invece bene per tutti i fluidi refrigeranti in quanto hanno memorizzato i valori in memoria.

Inoltre esistono manometri per NH3, CO2 e idrocarburi come l’isobutano e il propano.

Verifica della tenuta del sistema

Può essere effettuata con uno dei molti modelli disponibili sul mercato. Noi consigliamo di dare la preferenza ai modelli aspiranti, dotati cioè di pompa dell’aria. Questo dispositivo, che “fiuta” l’atmosfera circostante la sonda, permette di localizzare con precisione il punto della perdita.

Distacco degli allacciamenti tra la stazione di carica ed il sistema

Una volta accertata l’assenza di perdite dal sistema si dovrà procedere al distacco degli allacciamenti.

Il procedimento è il seguente: strozzare i tubi di servizio ad una distanza di circa 20 cm. dal loro punto di partenza sul sistema e ripetere l’operazione un centimetro a monte lasciando la pinza in opera.

Sfilare i giunti a farfalla.

Pinzare e strozzare con la pinza schiaccia tubi il tubo di servizio immediatamente a monte del punto in cui si è perforato il tubo per effettuare le operazioni.

Tagliare i tubi di servizio un centimetro a valle della prima strozzatura.

Saldare le estremità e riempire di lega il bicchiere formatosi con la strozzatura.

Recuperare le pinze schiacciatubi.

Controllare la tenuta delle due saldature con il cercafughe e ripiegare delicatamente quindi all’interno i due tubi di servizio.

 

Tutte le strumentazioni e le attrezzature fino a qui prese in considerazione sono necessarie e indispensabili a ciascun frigorista per poter effettuare il proprio lavoro.

In tutti i corsi dell’Associazione dei Tecnici del Freddo-ATF che vengono svolti dal Centro Studi Galileo nelle sue diverse sedi queste strumentazioni vengono spiegate nel loro funzionamento e nel loro utilizzo con applicazioni pratiche di utilizzo sui diversi impianti didattici di refrigerazione e di condizionamento presenti nelle sedi attrezzate CSG. Per dettagli sull’attrezzatura presente nelle sedi e i vari corsi del Centro Studi Galileo prendere visione su www.centrogalileo.it

A questo bisogna poi aggiungere il recuperatore dei gas refrigeranti strumento indispensabile per poter recuperare il fluido da un impianto a fine vita dello stesso o, se si rendesse necessario, per una disfunzione grave del sistema.

In riferimento alle ultime regolamentazioni europee la possibilità per un’azienda di certificarsi o meno per poter effettuare le operazioni tipiche del Tecnico Frigorista, cioè l’installazione, la manutenzione, il recupero ed il controllo delle perdite, dipenderà dalla strumentazione che questa azienda garantirà di possedere per poter rispettare e far rispettare la normativa vigente (vedi CE 303 sui requisiti minimi di certificazione degli operatori che utilizzano gas refrigeranti fluorati )

Ciò significa che, secondo la regolamentazione CE 303, solo le aziende che possiedono la strumentazione, e quindi garantiranno ai propri dipendenti la strumentazione necessaria, saranno certificate (alcuni stati europei già stanno rispettando questo punto).


L’autore dell’articolo, Luigi Nano, pure docente dei corsi teorici pratici di base di tecniche frigorifere, consegna l’attestato a fine corso ad un partecipante.   Molte sono le apparecchiature che l'allievo dovrà saper utilizzare e che gli sono state spiegate durante il corso.    Tra questi il recuperatore, strumento che sta assumendo una rilevante importanza in quanto è l’unica apparecchiatura veramente in grado di recuperare tutto il gas refrigerante presente in un impianto.

L’operazione di recupero è indispensabile, a seguito delle regolamentazioni sui gas refrigeranti degli ultimi anni, per evitare che una anche minima quantità di fluido venga emessa in atmosfera e possa quindi danneggiare lo strato di ozono (vecchi fluidi CFC e HCFC) o aumentare l’effetto serra (refrigeranti HFC).


Nella foto il docente dei corsi di specializzazione sulle tecniche frigorifere a Casale Monferrato, l'ing. Giuseppe Bisagno, spiega ad un allievo il funzionamento del gruppo pompa carica vuoto, strumento indispensabile per permettere a ciascun Tecnico del Freddo  di effettuare correttamente il proprio lavoro



Nella foto alcuni compressori, elemento di studio ai corsi dell’Associazione dei Tecnici del Freddo e del Centro Studi Galileo, il compressore è l’elemento principale di controllo in un impianto frigorifero