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L'INSTALLAZIONE
DEI COMPRESSORI
consigli
pratici per i frigoristi per il montaggio
e l’installazione dei compressori ermetici e semiermetici
LUIGI NANO
-
Docente dei corsi di tecniche frigorifere del Centro Studi Galileo
Scelta del contattore
Se i contattori sono sottodimensionati i contatti si possono
saldare.
Ciò può produrre la completa bruciatura del motore su tutte e
tre le fasi nonostante il dispositivo di protezione del motore. Le informazioni
per il dimensionamento dei contattori possono essere desunte dai relativi fogli
tecnici. Se l’applicazione di un compressore subisce delle modifiche è
necessario ricontrollare il dimensionamento del contattore.
Dispositivi di sicurezza
Le pressioni di funzionamento massime sono: lato alta
pressione (HP): 26,5 bar; lato bassa pressione (LP): 17 bar.
Con l’uso del R410A il lato di alta pressione funziona anche a 35 bar.
L’installazione e la regolazione dei dispositivi di sicurezza contro pressioni
eccessive è soggetta a regolamenti tecnici nazionali. Perciò si raccomanda di
installare un pressostato di alta pressione.
I pressostati di bassa pressione sono installati negli
impianti per:
- limitare il campo di lavoro del compressore;
- prevenire il funzionamento a bassa pressione (perdita di
carica di refrigerante);
- funzionamento in pump-down.
Raffreddamento del compressore
I compressori sono raffreddati dal gas aspirato, nel senso
che il motore è raffreddato dal vapore refrigerante che fluisce attorno lo
statore e il rotore.
Con il diminuire della temperatura di evaporazione, la
densità del gas aspirato diminuisce e ciò produce un aumento eccessivo della
temperatura del gas dopo aver attraversato il motore. Per questa ragione la
temperatura di mandata aumenta a propria volta. Perciò, in certe condizioni di
applicazione, il compressore deve essere raffreddato mediante una ventilazione
addizionale di circa 18 m3/min.
Un abbondante isolamento del compressore o del vano
compressore può anch’esso produrre un aumento eccessivo della temperatura
dell’olio e del gas di mandata.
La massima temperatura di mandata è di 120° C. Essa è
misurata sulla linea a pochi centimetri a valle dell’attacco di mandata del
compressore.
Temperature di mandata eccessive sono rivelate generalmente
dall’intervento del pressostato di alta pressione, dalla cottura dell’olio,
dall’annerimento delI’olio (carbonizzazione) e dalla formazione di acidi. Le
caratteristiche della lubrificazione vengono severamente penalizzate. E’
necessario evitare il funzionamento al di fuori del campo di lavoro ammesso.
Applicazione su mezzi mobili
A causa della possibilità di vibrazioni non controllabili
nelle applicazioni su mezzi mobili (camion, imbarcazioni, ecc.) non è possibile
confermare una generale possibilità di funzionamento dei compressori ermetici,
montati su molle interne, in tali condizioni.
In questi casi è consigliabile montare compressori
semiermetici.
Lubrificazione
Il compressore è fornito con una carica d’olio iniziale. Il
corretto livello può essere controllato per mezzo del vetro spia, se presente.
L’olio è distribuito per mezzo di una pompa dell’olio il cui funzionamento è
indipendente dal senso di rotazione. L’olio di ritorno trascinato dal gas di
aspirazione si deposita direttamente nel carter.
Mancanza di lubrificazione
Il numero di cicli di attacca e stacca del compressore non
dovrebbe superare i 6 I’ora. Un maggior numero di cicli pomperà olio nel
circuito con il rischio di lubrificazione insufficiente.
L’olio lascia il compressore all’avviamento e un breve
periodo di funzionamento non è sufficiente per assicurare il ritorno dell’olio
al compressore, con la conseguenza di una mancanza di lubrificazione.
E’ necessario tener presente che l’intero circuito verrà
bagnato d’olio per una certa entità. La viscosità dell’olio cambia con la
temperatura. La velocità del gas nel circuito varia in funzione della
temperatura e del carico. Nelle condizioni di basso carico la velocità del gas
può non essere sufficiente per assicurare il ritorno dell’olio al compressore.
Ciò può essere aggravato da un progetto errato del circuito frigorifero.
Formazione di acido
L’acido si forma in presenza di umidità, ossigeno, sali e
ossidi metallici. Le reazioni chimiche risultano accelerate alle alte
temperature. Olio e acido reagiscono l’uno con l’altro. La formazione di acido
produce danni alle parti mobili e, in casi estremi, può provocare la bruciatura
del motore. Il solo rimedio consiste nella totale sostituzione della carica
d’olio con l’aggiunta di un filtro antiacido sulla linea di aspirazione.
Ricarica dell’olio
Ciascun compressore è dotato di una carica d’olio sufficiente
per le normali condizioni di funzionamento, la cosiddetta carica iniziale. Dopo
l’avviamento del compressore e durante il primo periodo di funzionamento
dell’impianto, parte dell’olio lascia il compressore miscelato con il
refrigerante.
Secondo il progetto del circuito esso verrà distribuito nel
circuito stesso e non ritornerà completamente al compressore. Sebbene tale
quantità sia stata considerata nella carica iniziale, il livello delI’olio nel
vetro spia (quando presente) deve essere costantemente controllato. Fin tanto
che le condizioni di funzionamento dell’impianto non siano state raggiunte (ad
es. fino al completamento della carica di refrigerante) non si deve aggiungere
olio a meno che il livello non sia divenuto molto basso, al punto da non essere
più visibile nel vetro spia.
Dopo aver raggiunto un funzionamento stabile dell’impianto il
livello dell’olio deve essere mantenuto tra 1/4 e 3/4 del vetro spia. Si
osserverà sempre una certa quantità di schiuma dovuta alle caratteristiche
interne di progetto.
Cambio della carica d’olio in un
compressore ermetico
Per cambiare la carica d’olio è necessario rimuovere il
compressore e drenare l’olio attraverso l’attacco di aspirazione. La quantità
d’olio per la seconda carica dopo il drenaggio deve essere ricavata dalle
tabelle.
REFRIGERANTI
Carica refrigerante
Le cariche massime di refrigerante sono indicate in apposite
tabelle.
In caso di eccesso di carica è necessario prendere
precauzioni per prevenire la migrazione del refrigerante nel compressore (ad
esempio mediante ciclo di pump-down).
Ritorni di liquido refrigerante
Molti compressori comprendono un riscaldatore del carter come
standard. L’esperienza pratica dimostra che, con l’aumento di carica di
refrigerante nelI’impianto, aumentano anche gli sforzi meccanici potenziali
dovuti all’allagamento di liquido o alla migrazione di liquido. Inoltre, per
effetto di gravità, può aversi anche ritorno di refrigerante al compressore
dall’evaporatore.
Oltre alla ricondensazione del refrigerante ciò può produrre
un sovraccarico del riscaldatore del carter.
Sebbene il compressore possa tollerare occasionalmente
piccole quantità di liquido refrigerante, sforzi frequenti provocati dal liquido
possono produrre danni meccanici.
Oltre al riscaldatore del carter è obbligatorio l’uso di un
accumulatore sull’aspirazione per questi modelli se la carica di refrigerante
supera i
Se la carica di refrigerante supera i
La mancata applicazione di queste specifiche può invalidare
la garanzia del compressore.
Concentrazione del refrigerante
Durante gli arresti un certo quantitativo di refrigerante è
sempre presente nelI’olio in funzione della temperatura del compressore e della
pressione nel carter. Ad esempio: con una pressione nel carter di circa 8 bar,
corrispondente a una temperatura di saturazione di
Ciò causa la formazione di schiuma d’olio che può essere
vista attraverso il vetro spia (quando presente). La pompa dell’olio aspira
perciò olio molto diluito e schiuma e non può produrre una sufficiente pressione
di lubrificazione. Se questo si ripete spesso possono prodursi danni soprattutto
al cuscinetto inferiore.
Per prevenire questo rischio è necessario usare un
riscaldatore del carter e/o un sistema di pump-down.
Migrazione del refrigerante
Quando il compressore viene arrestato per un lungo periodo il
refrigerante può condensare nel carter. Se il corpo compressore è più freddo
dell’evaporatore il refrigerante migrerà dall’evaporatore al carter del
compressore.
La migrazione del refrigerante si verifica normalmente
durante lo sbrinamento o quando il compressore è installato in un ambiente
freddo. Il riscaldatore del carter e/o un ciclo pump-down forniscono una buona
protezione contro la migrazione di refrigerante.
Surriscaldamento del gas
aspirato
Il surriscaldamento del gas aspirato non dovrebbe mai essere
inferiore a 8 K poiché un surriscaldamento ridotto può danneggiare piastre,
valvole, pistoni, cilindri e bielle. Un surriscaldamento ridotto può essere
provocato da una valvola di espansione difettosa o mal regolata, errato
montaggio del bulbo o da una linea di aspirazione molto breve. L’installazione
di uno scambiatore di calore tra la linea del gas e quella del liquido o di un
accumulatore costituisce un rimedio raccomandato.
Accorgimenti per l’uso
dell’R134a
Per la sua
similarità termodinamica l’R134a è stato subito visto come un sostituto delI’R12
per temperature di evaporazione maggiori di
Non è stato utilizzato come sostituto dell’R22 nelle
applicazioni di condizionamento dell’aria. I tipi di motori, le protezioni del
motore e la classe delle morsettiere sono le stesse che per i modelli che erano
del R22. La combinazione motore/cilindrata tuttavia è stata cambiata per far
fronte alla minor densità di questo refrigerante.
Oli esteri
L’R134a è un fluorocarburo non miscibile con gli oli minerali
e /o alchilbenzeni i quali possono produrre depositi o intasamenti. Gli oli
poliestere o, abbreviando, esteri si sono dimostrati dei lubrificanti idonei per
funzionare con l’R134a.I compressori per l’R134a ad esempio sono caricati con
gli oli esteri.
Essi devono funzionare solamente con questi oli.
Per nessuna ragione gli oli esteri possono essere miscelati
con oli minerali e/o alchilbenzeni nel funzionamento con refrigeranti quali
l’R134a. Il refrigerante R134a non è del tutto miscibile con gli oli esteri.
Tuttavia questa incompleta miscibilità non dovrebbe provocare
problemi nelle installazioni, analogamente a quanto avviene per le miscibilità
incomplete con R22.
Gli oli esteri sono estremamente igroscopici (vedi figura) e
questo influenza la stabilità chimica dell’olio.
Perciò l’umidità residua nell’impianto deve essere inferiore
a 50 ppm.
Essa deve venire determinata dopo approssimativamente 48 ore
di funzionamento. A causa di tale comportamento è obbligatorio l’uso di un
filtro disidratatore adatto per l’R134a. In generale per lavorare con questi oli
si richiedono procedure di particolare pulizia e molto accurate.
Compatibilità dei materiali
I materiali utilizzati nei compressori sono compatibili con
l’R134a e gli oli esteri. Per ulteriori informazioni, note sull’impiego e di
sicurezza dei materiali riferirsi alle specifiche date dai produttori dei
refrigeranti e degli oli.
Progetto dell’impianto
Gli impianti devono essere progettati come segue, prestando
particolare at-tenzione alle caratteristiche dell’R134a in considerazione delle
specifiche dei costruttori dei componenti:
- uso di valvole di espansione progettate per R134a;
- uso di un filtro disidratatore di grande capacità
progettato per R134a;
- regolazione o scelta di pressostati, valvole solenoidi e
valvole di ritegno se-condo la portata massica dell’R134a;
- uso di componenti ammessi per applicazioni con R134a
(esempio flessibili per effettuare la carica di refrigerante).
Poiché l’R134a è una molecola piccola e sfugge con grande
facilità, è molto importante progettare l’impianto con elevate tenute ed
utilizzare altresì metodi di grande sensibilità e precisione per individuare le
perdite. Sul mercato sono disponibili dei dispositivi per la ricerca delle
perdite di R134a come i cercafughe elettronici.
Evacuazione
Prima di effettuare il collaudo, l’impianto deve essere
evacuato con una pompa a vuoto. Una corretta evacuazione abbassa l’umidità
residua a 10 ppm. Durante questa operazione le valvole di aspirazione e di
mandata del compressore devono rimanere chiuse.
La pressione deve essere misurata usando un manometro di
vuoto sul lato impianto, non sul lato pompa; questo evita errori dovuti ai
gradienti di pressione entro le linee di collegamento alla pompa. L’impianto
deve essere evacuato fino a 0,3 mbar.
Successivamente si deve sfogare nelI’atmosfera la carica di
tenuta di aria anidra immessa in fabbrica nel compressore, vanno aperte le
valvole di intercettazione e l’impianto, compreso il compressore, deve essere
nuovamente evacuato come detto sopra.
Riparazioni
Quando si rende necessaria una riparazione o la manutenzione,
valgono le stesse regole e misure di sicurezza come per le nuove installazioni.
Per sollevare il compressore va usato l’anello nella parte
superiore dell’involucro. Per prevenire la contaminazione da parte di oli non
esteri o alchilbenzeni si raccomanda di separare rigorosamente attrezzi, pompe a
vuoto, attacchi e componenti per la carica o il recupero dell’R134a. L’olio
estere necessario per il ripristino di carica deve essere prelevato da
contenitori nuovi di piccola capacità per ridurne al minimo l’assorbimento di
umidità dall’aria.
Donato Caricasole in un corso di tecniche
frigorifere del Centro Studi Galileo nella sede di Napoli mentre presenta
particolari procedure di montaggio ed installazione di un impianto frigorifero.
Conclusione del corso di tecniche frigorifere
base e specializzazione nella sede CSG di Bari, con la consegna dell’attestato
di partecipazione al corso stesso.
La qualificazione dei Tecnici del Freddo risulta
particolarmente importante negli ultimi anni anche a fronte dei futuri obblighi
di legge per minimizzare i consumi energetici e l’impatto ambientale degli
impianti di refrigerazione e condizionamento, oltre che per garantire e
certificare la competenza del Tecnico stesso di fronte all’utente finale.
In tutti le sedi dei corsi del Centro Studi Galileo le lezioni sono tenute in
forma teorico-pratica per il miglior apprendimento: in molti casi, come ad
esempio quello in fotografia a Casale Monferrato, si presenta molto utile
l’utilizzo di impianti didattici per simulare i parametri per un corretto
funzionamento dell’impianto.