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CENTRO STUDI GALILEO

 

L'EUROPA VA IN INDIA PER SPINGERE IL RISPARMIO ENERGETICO

F. Barosso - Rapresentante CNI  c/o UNI-CTI, Coordinatore Commissione Impianti e Sicurezza FIOPA, esperto del Ministero per la Certificazione Energetica degli Edifici

Lo scorso 21 dicembre a Pune, città universitaria a 166 km da Mumbai (India), nell’ambito del convegno internazionale “Getting Ready for Renewable Energy – Green New Deal”, subito dopo la conferenza europea di Copenaghen delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ho avuto modo di illustrare ad un pubblico indiano giovane e fortemente attratto dalle problematiche energetiche e climatiche (oltre che assai sensibile alle possibilità di business in questi settori) l’attuale scenario europeo.

Ho ovviamente innanzitutto portato il saluto degli ingegneri italiani ed in modo particolare della F.I.O.P.A. (Federazione interregionale degli Ordini degli Ingegneri del Piemonte e della Valle d’Aosta).

Poi, entrando in argomento, partendo dalla constatazione che  il mondo ha bisogno di incrementare le forniture di energia per sostenere la crescita e lo sviluppo economico, tenuto conto del fatto che le risorse energetiche sono molto sfruttate e che le emissioni di CO2 che ne derivano hanno già compromesso il nostro clima, valutata l’evoluzione dei consumi energetici mondiali e delle emissioni di anidride carbonica negli ultimi decenni (il consumo globale mondiale è passato da 4672 Mtoe nel 1973 a più di 8000 Mtoe nel 2006, praticamente raddoppiando  e le emissioni di CO2 sono spaventosamente passate da 15640 Mt nel 1973 a 28000 Mt nel 2006), ci si è trovati di fronte ad alcuni quesiti “esistenziali”.

Che opzioni abbiamo per arrivare ad un’energia più pulita ed efficiente in futuro?

Quanto verrà a costare?

Che tipo di strategie dobbiamo adottare?

Le analisi della IEA (International Energy Agency) dimostrano che l’energia sostenibile per il futuro è alla nostra portata e che la chiave è la tecnologia.

Saranno poi parimenti importanti l’incremento dell’efficienza dell’energia, l’assorbimento e l’immagazzinamento della CO2, le energie rinnovabili, l’energia nucleare.

Il protocollo di Kyoto e la conferenza di Copenaghen sono dei passi sicuramente significativi ma altrettanto sicuramente non sufficienti. Molte decisioni, molte promesse sono rimaste nel vago, motivi politici più o meno trasparenti spesso ostacolano le iniziative, gli Stati Uniti solo molto recentemente sembrano abbracciare filosofie più “verdi”, ai Paesi in via di sviluppo (India e Cina in particolare) non si chiede appieno di ridurre le emissioni, per non ostacolare la loro crescita economica con oneri particolarmente gravosi, anche perché non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il passato periodo di industrializzazione.

E l’Europa?

L’Europa lancia la sfida 20 20 20:

  -  20 %  consumi di energia

  -  20 %  emissioni di gas serra

  + 20 %  energia da fonti rinnovabili

L’Unione Europea intende raggiungere gli obiettivi entri il 2020.

Guardando a casa nostra, dal punto di vista dei consumi e dal punto di vista delle emissioni di CO2 imputabili alle case l’Italia è purtroppo uno dei Paesi peggiori.

Comunque l’Europa è entrata in una nuova era energetica e ciò è anche dimostrato dall’emanazione delle Direttive EPBD (Energy Performance of Buildings Directive).

In particolare parliamo della Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia.

Gli Stati Membri devono:

  stabilire i requisiti minimi  per l’efficienza energetica  di edifici nuovi  e  da ristrutturare,

   assicurare la certificazione del rendimento energetico,

   esigere un controllo regolare degli impianti di riscaldamento e di condizionamento.

Poi parliamo della Direttiva 2006/32/CE concernente l’efficienza degli usi finale dell’energia ed i servizi energetici. Essa ha lo scopo di rafforzare il miglioramento dell’efficienza degli usi finali dell’energia sotto i profili costi/benefici negli Stati membri.

Siamo ora in attesa della prossima Direttiva (prevista per il 2010). Essa è la revisione della Direttiva 2002/91/CE e prevede:

- un criterio di calcolo armonizzato,

- norme più severe,

- la realizzazione in ogni Stato di un certo numero di edifici a consumo nullo o quasi,

- il raggiungimento di consumi nulli in Europa nel 2050.

Questi sono dunque gli elementi chiave delle politiche europee:

   ridurre le emissioni di gas con effetto serra,

   ridurre il fabbisogno energetico globale degli edifici,

   aumentare in modo significativo il rendimento energetico degli edifici,

   favorire significativamente la cogenerazione,

   migliorare l’efficacia dei prodotti e dei sistemi che utilizzano l’energia,

   aumentare la conoscenza e l’utilizzo delle energie rinnovabili,

   attuare dei piani nazionali di efficacia energetica.

Certo è che le leggi non bastano e la politica del bastone e della carota non sempre è premiante.

Bisogna “fare cultura”, divulgare quanto più possibile (e senza storture demagogiche) tutte le informazioni necessarie per invogliare la gente al risparmio energetico, perché gli conviene, perché converrà ai suoi figli, perché probabilmente non ci sono alternative. E’ ciò che in fondo da anni sta facendo il Centro Studi Galileo di Casale Monferrato con convegni (in Italia ovviamente – ne ricordo con piacere alcuni negli anni settanta , oltre che ora anche in India), seminari, corsi , riviste.