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CENTRO STUDI GALILEO

 

"PHASE OUT" O "PHASE DOWN" DEI GAS REFRIGERANTI HFC?

Marco Buoni - Segretario Associazione dei Tecnici del Freddo ATF

Verranno eliminati i gas refrigeranti fluorurati HFC?
Siamo in un periodo di transizione incerto e complesso per l’economia in generale e in particolare anche per il nostro settore.

Ci troviamo infatti in un anno di profondi cambiamenti economici e ambientali che potrebbero portare a importanti mutamenti nella refrigerazione e nel condizionamento come noi oggi li conosciamo.

Mentre da un lato l’Europa mette in pratica l’implementazione della regolamentazione sui  gas refrigeranti fluorurati HFC per il controllo di tali sostanze responsabili dell’aumento dell’effetto serra, dall’altra ci sarà tra 5 mesi la Conferenza di Copenhagen per il prolungamento degli obbiettivi del Protocollo di Kyoto dopo il 2012 per l’eliminazione e il controllo dei gas ad effetto serra, e l’America, con l’amministrazione Obama, sembra, dopo un risveglio di decenni, di voler già spingere per una diminuzione dell’85% dell’attuale uso dei gas HFC.

Nella lettera inviata a Marco Gonzales segretario esecutivo delle Nazioni Unite UNEP da Daniel Reifsnyder, segretario americano per lo sviluppo sostenibile dell’ambiente, si può leggere:

“Gli Idrofluorocarburi HFC sono oggi considerati come l’alternativa migliore per i gas refrigeranti HCFC. Mentre l’uso degli HFC è ancora relativamente basso, questo è destinato ad aumentare drammaticamente in futuro quando gli HCFC non saranno più utilizzabili in ogni parte del mondo e, nello stesso tempo, i mercati emergenti aumenteranno la loro richiesta di refrigerazione e condizionamento.

L’emissione degli HFC in atmosfera, dal punto di vista dello strato di Ozono Stratosferico, non pone problemi, mentre dal punto di vista del clima causa una preoccupazione molto grande, per il loro potenziale di surriscaldamento globale..

Se non vengano trovate altre alternative si rischia di risolvere un problema esacerbandone un altro.

L’analisi dell’EPA (Environment Protection Agency degli Stati Uniti) valuta quindi che una progressiva dismissione degli HFC (Phase Down) porterebbe notevoli benefici.

Facciamo notare che i governi delle Mauritius e il governo federato della Micronesia (inoltre in maniera meno marcata anche l’Argentina e il Messico) hanno sottoscritto una proposta per eliminare i gas refrigeranti HFC nella loro produzione e nel loro consumo e per inserirli all’interno del Protocollo di Montreal, che ha avuto il merito di essere stato un successo di collaborazione mondiale (come lo stesso Kofi Annan, segretario generale uscente delle Nazioni Unite aveva detto).

Di tutti questi argomenti si dibatte nel XIII Convegno Europeo, Patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e da 5 Ministeri, nel quale sono presenti tutti gli attori di questo confronto, ed inoltre è stato dibattuto anche questo luglio in sede ONU a Ginevra nell’incontro, stabilito durante l’ultima conferenza delle Parti di Doha, coordinato da UN Chemicals per discutere il futuro delle sostanze fluorurate.  

L’EPA americana propone quindi, sulla base dei valori medi degli anni 2004-2005-2006, partendo dal 2012 una progressiva diminuzione dell’uso dei gas refrigeranti fluorati del 10% entro il 2015, 25% entro il 2020 e 50% entro il 2030, con il culmine dell’eliminazione entro il 2039, arrivando quindi ad un uso di gas refrigeranti fluorati pari al 15% rispetto al 2005.  I paesi in via di sviluppo godranno di 10 anni di differenza nella implementazione.

Infatti negli ultimi tempi, con l’entrata in scena dell’amministrazione Obama e il coinvolgimento nei problemi climatici, si è avuta una forte spinta alla possibile eliminazione, ma prima drastica diminuzione, dei gas refrigeranti HFC, che sono stati fino ad ora le alternative ai gas CFC e HCFC, ma che risultano molto dannosi per l’effetto serra, anche più degli stessi gas HCFC.

Tutte le istituzioni mondiali (Nazioni Unite, IIR, Commissione Europea) si sono dette favorevoli a questo grande passo, anche se con modalità diverse di implementazione. Alcune delle stesse industrie produttrici di refrigeranti sono d’accordo.

Il XIII Convegno Europeo, organizzato dalle Nazioni Unite UNEP, dall’International Institute of Refrigeration IIR, dal Centro Studi Galileo CSG e dall’Associazione dei Tecnici del Freddo ATF, è stato realizzato quindi in un momento di particolare importanza che potrà contribuire durante le varie fasi di dibattito alle prossime decisioni mondiali nel nostro settore.

Hanno partecipato infatti al dibattito mondiale le istituzioni a livello internazionale, europeo ed italiano,  le maggiori associazione mondiali come l’ASHRAE, l’AHRI, l’EPEE, l’AREA etc.., le Nazioni Unite UNEP e l’UNIDO, la Commissione europea i vari Ministeri italiani, europei e extraeuropei coinvolti in queste importanti decisioni e le più importanti industrie del settore dei refrigeranti e dei componenti.

Inoltre riguardo al dibattito internazionale sul futuro dei fluidi refrigeranti HFC la  Commissione Europea, le Nazioni Unite e l’Istituto Internazionale del Freddo già hanno preannunciato le loro posizioni in merito a queste importanti decisioni e durante il convegno le illustrano ai partecipanti.

Una volta ancora le tecnologie future nel mondo della refrigerazione e del condizionamento saranno molto importanti per fare uscire la nostra società da diversi problemi che si sono negli ultimi tempi resi di indispensabile e urgente soluzione.

I problemi sono di carattere economico, a causa della pesante e forte crisi mondiale dovuta anche ai mutati valori della società, e di carattere ambientale, per il problema dei cambiamenti climatici che sconvolgono sempre più regioni del nostro pianeta con fenomeni di carattere catastrofico.

Alexander Von Bismark, direttore esecutivo della EIA US (Environmental Investigation Agency) dice che ora gli HFC contribuiscono solo per il 2% al problema del surriscaldamento globale, ma è destinato a crescere fino a 1/3 di tutti i gas ad effetto serra in un intervello che va tra 2 a 4 decenni poiché tutti gli apparecchi, che usavano i vecchi gas HCFC e CFC, presto passeranno a questi gas. 

Per questo motivo l’EIA consiglia una loro graduale diminuzione.

Alcune ditte produttrici, comunque già stanno incominciando e procedendo verso una graduale sostituzione di questi gas HFC con altri cosiddetti naturali, come gli idrocarburi, l’ammoniaca e l’anidride carbonica.  Pure la Dupont azienda produttrice di refrigeranti HFC incoraggia un phase down globale degli HFC fino ad arrivare ad un quinto del loro attuale uso.

Le soluzioni con fluidi naturali o con basso impatto ambientale hanno una certa sorta di limitazione per diversi fattori, come il luogo di impiego, le temperature di funzionamento, le quantità di refrigerante in gioco.

I fluidi alternativi attualmente disponibili per il ciclo a compressione di vapore per il funzionamento in refrigerazione e in condizionamento sono:

-           l’anidride carbonica
-           gli idrocarburi
-           l’ammoniaca
-           l’HFO1234 (yf e ze)

Esistono pure tecnologie sperimentali, che creano refrigerazione e condizionamento, quali la refrigerazione magnetica, il solar cooling utilizzando impianti ad assorbimento, etc ….., ma non sono ancora totalmente commercializzate e commercializzabili per svariati motivi, tra i quali ricordiamo i prezzi ancora proibitivi, ma presentano un ottima prospettiva per il futuro.

Le soluzioni alternative agli HFC attualmente ci sono ma sono molti a pensare che non siano ancora applicabili in tutti i molteplici campi di utilizzo della refrigerazione e del condizionamento. 

Cercare alternative che ottimizzino ogni applicazione, dal punto di vista ambientale, sia di funzionalità e di consumo energetico dell'applicazione stessa, sarà lo scopo futuro dell'industria e dei centri di ricerca, e molti pensano che limitare a livello governativo mondiale i gas refrigeranti dannosi per l'effetto serra porterà le aziende a investire sulla ricerca di nuove alternative "Environment friendly".