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IMPORTANTI TECNOLOGIE FRIGORIFERE
PER RIDURRE L'IMPATTO AMBIENTALE
D. Clodic - Centre energetique et procedes (CEP)
Quando l’obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale dei sistemi
frigoriferi e delle pompe di calore, è necessario prendere in considerazione
diversi aspetti.
Dal punto di vista del TEWI (Total Equivalent Warming Impact) devono essere
ridotte sia le emissioni dirette dei fluidi frigorigeni sia il loro GWP. Tenendo
conto del forte impatto del consumo energetico durante tutto il periodo di
durata degli impianti, l’opzione fondamentale per diminuire l’impatto ambientale
è quella di migliorare molto l’efficienza energetica del sistema.
I limiti del sistema devono essere determinati con cura. Per esempio, nel
settore terziario, non basta sviluppare solo sistemi di raffreddamento (o pompe
di calore) ad alto rendimento, ma è necessario associare al sistema una
regolazione globale efficace e integrarlo in un locale a basso carico termico.
Inoltre, dal punto di vista delle politiche tese alla riduzione delle
emissioni dei gas ad effetto serra (GES), i sistemi frigoriferi hanno un nuovo
ruolo nella sostituzione delle caldaie, che funzionano a olio o gas, con pompe
di calore (PAC) ad elevato rendimento energetico, al fine di limitare le
emissioni di anidride carbonica. Il recupero di calore dalle diverse fonti
assicura un coefficiente di rendimento alto grazie al recupero di calore
gratuito.
COME DIMINUIRE L’IMPATTO DELLE EMISSIONI DIRETTE?
Dagli inizi degli anni ’90, la sostituzione degli HFC e degli HCFC in seguito
all’applicazione del Protocollo di Montreal ha condotto non solo allo sviluppo
di nuovi fluidi refrigeranti HFC, ma anche al ritorno verso fluidi che erano
stati utilizzati nel passato, come il biossido di carbonio, gli idrocarburi per
alcune applicazioni e l’ammoniaca con nuove applicazioni. Inoltre, sono stati
riesaminati cicli frigoriferi non a compressione di vapore, come il ciclo di
Stirling, il tubo a pulsioni, il freddo termoacustico e il freddo magnetico,..
Tuttavia, fino ad ora, a pari rendimento energetico, i sistemi a compressione di
vapore offrono il migliore rapporto rendimento energetico/prezzo. Questo
articolo parla solo dei sistemi a compressione di vapore.
Per ridurre le emissioni dirette, saranno prese in considerazione in questo
articolo: la diminuzione della carica di fluido, il controllo delle perdite e di
recupero dei fluidi, l’introduzione di fluidi a basso GWP come il biossido di
carbonio o i nuovi fluidi HFC a basso GWP.
RIDUZIONE DELLA CARICA DI FLUIDO FRIGORIGENO
La riduzione della carica di fluido, a potenza frigorifera e rendimento
energetico uguale, porta alla diminuzione delle emissioni di fluidi dovute alle
rotture del circuito e a limitare le emissioni dei fluidi durante il periodo di
vita del sistema.
·
Scambiatori Compatti
Uno dei mezzi che possono essere utilizzati, al di là della tecnica utilizzata,
per limitare le cariche di fluido è quello di utilizzare scambiatori compatti.
Per esempio, sostituire scambiatori a fascio tubiero con scambiatori a piastre
permette di ridurre il rapporto tra potenza frigorifera e carica del fluido di
un fattore di almeno 3. Parallelamente, i diametri dei tubi di rame dei
climatizzatori aria/aria diventano sempre più piccoli. L’industria della
climatizzazione giapponese è leader nella tecnologia della costruzione di
scambiatori, i cui diametri interni
sono di circa 5 mm. Nuovi progressi sono in corso, soprattutto nel settore dei
condensatori, dove la tecnologia dei tubi in rame e delle alette in alluminio
comincia ad essere sostituita dagli scambiatori in alluminio saldati .
Qualche applicazione, come i gruppi di raffreddamento dell’acqua, utilizzano
ancora grandi quantità di fluido stoccate negli evaporatori a fascio tubero come
i chiller, e pure il il freddo industriale utilizza grandi vasche a bassa
pressione che alimentano le pompe di ricircolazione del fluido. In un futuro
prossimo, vi saranno nuovi tipi di evaporatori di gruppi di raffreddamento
dell’acqua che utilizzeranno efficaci sistemi di aspersione sui tubi così come
una nuova concezione di scambiatori “ asciutti”.
·
Sistemi Indiretti
I gruppi di raffreddamento dell’acqua (chiller), tipici dei sistemi indiretti,
occupano un importante settore del mercato per la climatizzazione di grossi
edifici, questo sistema può essere applicato a potenze frigorifere meno elevate,
tenendo conto dell’interesse di una bassa carica di refrigerante, soprattutto
per gli HFC. I sistemi indiretti possono anche essere utilizzati nella
climatizzazione auto, soprattutto negli autobus e nei treni, dove il circuito è,
in genere, lungo e il rapporto tra carica di fluido e potenza frigorifera è
elevato (0,45kg/kW freddo).
Dalla metà degli anni ’90 nel settore del freddo commerciale, sono stati fatti
degli esperimenti in Europa e negli Stati Uniti al fine di valutare l’interesse
dei sistemi indiretti in vista della limitazione di carica di fluido nei sistemi
centralizzati installati nei supermercati. Sono stati effettuati diversi test.
Uno di essi sembra presentare rendimenti energetici identici a costi
accettabili: i sistemi indiretti che utilizzano il biossido di carbonio a bassa
temperatura. In questi sistemi il biossido di carbonio evapora parzialmente nei
banchi di vendita o negli evaporatori delle celle frigorifere; e viene, in
seguito, condensato, nell’evaporatore/condensatore dove evaporano l’HFC o
l’ammoniaca. Per le applicazioni in freddo a temperatura positiva (media
temperatura), l’impiego dei fluidi secondari sembra essere ancora la scelta
migliore ma vi sono nuovi sviluppi per quanto riguarda il biossido di carbonio,
anche per la temperatura positiva.
I sistemi indiretti nel freddo commerciale possono portare alla riduzione della
carica di fluido dal 50 al 75% se raffrontati ai
sistemi diretti. I sistemi indiretti necessitano di una differenza
aggiuntiva tra la temperatura di evaporazione e quella dell’aria da raffreddare.
Inoltre, il fluido secondario deve essere messo in circolazione e dunque le
pompe del liquido comportano un maggiore consumo energetico. I raffronti tra i
sistemi diretti e quelli indiretti nel freddo commerciale offrono risultati
interessanti nei quali l’efficienza energetica dei due sistemi è dello stesso
ordine di grandezza a causa dell’inefficienza dell' espansione diretta quando il
surriscaldamento penalizza l’efficienza degli evaporatori. Misure dettagliate
effettuate al livello degli scambiatori indicano un’efficienza di scambio
termico del fluido secondario superiore a quella del fluido frigorigeno.
POLITICHE DI CONTROLLO DELLE FUGHE E DI RECUPERO
Le politiche di controllo delle perdite e di recupero sono sostenute da diverse
associazioni tecniche, un certo numero di produttori e dai ministeri di diversi
paesi. Le regolamentazioni europee 2037/2000 per gli HCFC e 842/2006 per gli HFC
comportano controlli periodici sulla tenuta degli impianti (per cariche di
fluido superiori a
E’ bene parlare anche della procedura attuata nei Paesi Bassi, definita STEK,
secondo la quale i componenti più suscettibili alle perdite devono essere
analizzati insieme alla causa delle fughe di refrigerante. Si devono raggiungere
ancora sviluppi significativi per una nuova concezione dei componenti più
soggetti alle fughe, come le valvole di sicurezza, le valvole di servizio e
diversi tipi di raccordi.
I metodi utilizzati in numerose imprese, per raggiungere una migliore qualità di
tenuta dei componenti durante il periodo di durata degli impianti, devono essere
generalizzati. Nuovi metodi di prova sono necessari a garantire il livello
iniziale di tenuta.
EFFICIENTI APPLICAZIONI DEL BIOSSIDO DI CARBONIO - CO2
Sono stati raggiunti sviluppi importanti negli ultimi 10 anni per i sistemi che
funzionano con biossido di carbonio che presenta il vantaggio di un basso GWP e
di una classificazione come fluido sicuro (A1 nella classificazione EN 378 e
Ashrae 34). Gli svantaggi del biossido di carbonio sono noti e sono dovuti alla
bassa temperatura critica (
·
Sistema a bassa temperatura a cascata
Quando il biossido di carbonio viene condensato ad una temperatura inferiore a
31°C e soprattutto tra –10°C. e 0°C, i sistemi a biossido di carbonio presentano
un’efficienza energetica elevata grazie alle buone proprietà termofisiche del
prodotto (bassa viscosità e conduttività termica elevata) e allo sviluppo dei
sistemi a cascata. Questi sistemi utilizzano il biossido di carbonio a
temperature di evaporazione che variano tra –50% e –35%, associate ad un sistema
frigorifero ad alta temperatura (cascata), che funziona o ad ammoniaca o con gli
HFC e risulta efficiente nel settore
agro-alimentare e più raramente in quello commerciale.
·
Pompa
di calore a biossido di carbonio per acqua calda sanitaria
Il Giappone ha sviluppato dei riscaldatori d'acqua ad alto rendimento energetico
a biossido di carbonio. Il consumo di acqua calda delle famiglie giapponesi è
più elevato rispetto agli standard europei e il costo energetico dell’acqua
calda è, dunque, significativo. I riscaldatori a pompa di
calore sono interessanti nel contesto giapponese quando il COP è tra 3 e
4.
Tenendo conto del gradiente elevato di temperatura per il riscaldamento
dell’acqua, da
NUOVI HFC A BASSO
GWP
Nel 2001, la società Dow ha
sviluppato un solvente HFC basato su di un chetone fluorato caratterizzato da un
periodo di permanenza nell’atmosfera minore di una settimana e, dunque, con un
GWP di circa 1; questo fatto dimostra che le molecole contenenti fluoro possono
avere un GWP basso. La base dell’esistenza potenziale degli HFC a basso GWP
dipende dalla loro breve vita nell’atmosfera. Prima
Le molecole messe a punto dalla Dupont non sono ancora conosciute ma una saranno
certamente caratterizzate da un periodo di vita breve.
Le due miscele, il fluido H per Honeywell e il DP1 per Dupont sono state
progettate in modo da sostituire l’HFC-134a come fluido drop-in. Lo sviluppo va
nella direzione dei sistemi MAC ma sarà anche utilizzato come
sostituto dell’HFC 134a in altri sistemi. Lo sviluppo dei gas contenenti
fluoro si baserà certamente su di un basso GWP.
COME MIGLIORARE
L’EFFICIENZA ENERGETICA ?
L’efficienza energetica è
un punto chiave per uno sviluppo sostenibile. L’efficienza
energetica è un obiettivo primario al fine di ottenere molto spendendo
meno. Per la refrigerazione e le pompe di calore, non basta solo sviluppare
componenti e impianti efficienti ma bisogna anche integrare efficientemente
questi impianti in sistemi più grandi: per gli edifici è essenziale considerare
gli edifici nella loro globalità e non pensare solo a utilizzare componenti
efficienti.
NUOVI PROGETTI CON
MINORI CARICHI DI RISCALDAMENTO O
RAFFREDDAMENTO
Lo sviluppo di case passive
o case con consumo di energia vicina a 0 porta allo sviluppo di pompe di
calore più compatte e pompe di calore reversibili, con entrambe le
funzioni di riscaldamento e di raffreddamento, così come quelle integrate. Nelle
case a bassa energia il maggiore fabbisogno termico viene ad essere quello per
la produzione di acqua calda ad uso domestico. In Svizzera, un nuovo tipo di
pompe di calore con il recupero di calore dell’aria di scarico produce acqua
calda sanitaria e dall’altra parte riscalda l’aria per convezione.
Molti studi e ricerche sul confort termico sono in corso da 15 anni. Uno dei
risultati più importanti è stato quello di dimostrare che il corpo umano è in
grado di adattarsi alle condizioni termiche. La temperatura di confort in estate
può essere fissata a
circa
PROGETTAZIONE DEL SISTEMA E CONTROLLO DELL'IMPIANTO
La progettazione dei sistemi frigoriferi e delle pompe di calore necessita della
valutazione della variazione delle temperature della fonte e dei pozzi al fine
di adattare il sistema termodinamico e di raggiungere COP più elevati possibili.
Un esempio tipico è quello di abbassare la temperatura dell’acqua calda per le
pompe di calore aria-acqua a seconda della temperatura esterna. Un altro esempio
tipico è quello di disconnettere la deumidificazione e il raffreddamento quando
l’umidità relativa è ad un livello accettabile per regolare la temperatura di
evaporazione al di sopra del punto di formazione della brina e di ottenere,
così, COP elevati, soprattutto per i sistemi aria-aria.
Le pompe di calore residenziali necessitano che la potenza calorifera sia
fornita completamente dalla pompa di calore per la temperatura esterna più bassa
(non è necessario fornire calore supplementare con una resistenza elettrica
aggiuntiva sul circuito di riscaldamento). Nella stagione del riscaldamento le
temperature esterne variano tra -15°C e 14°C e l’acqua del circuito di
riscaldamento deve essere prodotta a temperature che variano tra 65 e 35°C, con
uno scarto della temperatura (-15°C./+65°C) corrispondente al maggiore
fabbisogno di riscaldamento.
Questi problemi richiedono dei sistemi flessibili in cui il ciclo inverso sia in
grado di passare da una operazione a 2 stadi a una a 1 stadio a seconda della
temperatura esterna e della temperatura dell'acqua.
MIGLIORIE AL MOTORE E AL COMPRESSORE
Per i sistemi frigoriferi e le pompe di calore, le analisi exergetiche mostrano
il maggior impatto di perdite del motocompressore. Per i motori elettrici, la
soluzione è stata trovata già diversi anni fa con
motori a magneti permanenti che sono state introdotte su larga scala da
produttori giapponesi. L’efficienza elettrica, anche per i motori elettrici da
Anche se i compressori alternativi a pistoni sono ancora utilizzati per le
potenze frigorifere piccole (utilizzo domestico) e in numerosi sistemi di media
potenza (fino a 30 kW di potenza assorbita), per le potenze da 1 a 25 kW di
potenza assorbita, i compressori scroll e, su scala minore, i compressori
rotativi, sostituiscono i compressori a pistoni. Per quanto riguarda i
compressori scroll e rotativi, la precisione delle macchine utensili permette
questo cambiamento grazie al numero meno elevato di parti girevoli, anche le
perdite dovute a sfregamento sono diminuite, la valvola di scarico può essere
evitata e le perdite di pressione nelle valvole possono essere diminuite. Questi
compressori possono raggiungere un migliore rendimento energetico rispetto a
quello dei compressori alternativi a pistoni.
Una delle migliorie più importanti è stata quella dello sviluppo di compressori
non lubrificati o a separatore di olio integrato ad alta efficienza. Per gli
scambiatori ad efficienza energetica molto elevata, soprattutto a micro canali,
la presenza di olio riduce lo scambio termico. Inoltre, il ritorno di olio crea
un accumulo all’uscita dell’evaporatore e il colpo d’olio è sempre possibile. La
limitazione drastica della circolazione dell’olio è stata migliorata con
l’utilizzo del biossido di carbonio nei sistemi di climatizzazione dei veicoli.
Ciò che è stato ottenuto per il biossido di carbonio può essere valido per
qualunque altro fluido.
Lo sviluppo di cuscinetti magnetici permette l’utilizzo di macchine centrifughe
non lubrificate, e nuovi compressori centrifughi relativamente compatti sono sul
mercato da 5 anni. Questa tecnologia è associata anche all’aumento della
velocità di rotazione di questi compressori centrifughi. Diventano possibili
velocità superiori a 25.000 giri/min. Lo sviluppo di nuove logiche permette la
progettazione rapida di giranti e nuovi sviluppi potenziali di compressori
centrifughi non lubrificati.
MIGLIORIE AGLI SCAMBIATORI
Lo sviluppo degli scambiatori è diretto verso una maggiore efficienza dello
scambio termico e la diminuzione delle quantità di materiali utilizzati (per la
produzione industriale delle componenti, la massa dei materiali è un parametro
chiave dal punto di vista del prezzo). Le tendenze sono evidenti. Negli ultimi
20 anni i diametri sono stati regolarmente ridotti e l'efficienza delle alette è
stata migliorata: lo spessore dei tubi di rame è stato ridotto a
I condensatori sono stati concepiti con tubi a microcanali in alluminio. Questi
tubi sono stati saldati
su alette ondulate, portando ad un rapporto di superficie delle alette
più elevato rispetto a quello esistente nel settore della climatizzazione fissa.
A parità di velocità equivalente
dell’aria i coefficienti di scambio termico sono più elevati di un rapporto
prossimo a 2 rispetto ai condensatori della climatizzazione fissa. Per gli
evaporatori, la progettazione di scambiatori alettati
è stata la tecnologia dominante degli ultimi 20 anni e, tenendo conto
delle limitazioni della pressione associate all’utilizzo del biossido di
carbonio, sono stati realizzati nuovi tipi di evaporatori, fondati sulla stessa
tecnologia di quella dei condensatori utilizzando tubi a microcanali a seconda
dei vari circuiti.
La grande compattezza degli scambiatori a microcanali e il costo meno elevato
dell’alluminio rispetto a quello del rame hanno permesso il trasferimento della
tecnologia dell’industria automobilistica verso la climatizzazione fissa.