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CENTRO STUDI GALILEO

 

L'OTTIMIZZAZIONE ENERGETICA DEGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO

Floriano Servizi - COPELAND

Introduzione

Sebbene le principali strutture costituenti gli impianti di refrigerazione e condizionamento (HVAC) siano rimaste inalterate per molti anni, parallelamente c’e'  stata una costante tendenza a migliorare le soluzioni tecniche al fine di aumentare la capacita' e l’affidabilita' oltre alla riduzione del consumo di energia. Tali miglioramenti sono stati realizzati attraverso modifiche dei componenti come i compressori e gli scambiatori di calore, il progetto dell’impianto e l’applicazione di dispositivi elettronici per il controllo dell’impianto stesso.

Il nuovo concetto di Advanced Chiller Control riduce il consumo di energia garantendo nel contempo un controllo piu' efficace dei chiller.

Quest’articolo ha come scopo l’analisi del circuito di un refrigeratore d’acqua e fornisce una descrizione di come l’Advanced Chiller Control possa migliorare le prestazioni e l’efficienza di questo tipo di impianto.

La discussione si focalizzera' su un refrigeratore d’acqua condensato ad aria per il condizionamento di luoghi residenziali, supermercati e luoghi industriali e per processi di raffreddamento ad uso industriale. Tutte le considerazioni espresse si limiteranno esclusivamente a questo tipo di applicazione e non potranno essere estese ad altri sistemi come ad esempio la refrigerazione commerciale, in quanto il comportamento specifico dei chiller e' ragionevolmente differente da quello di altri impianti.

Obbiettivo della trattazione e' dimostrare la possibilita' di un risparmio energetico attraverso l’utilizzo dei concetti insiti nell’Advanced Chiller Control, partendo dall’analisi del comportamento dei vari componenti costituenti il circuito frigo.

 

  1. Il Compressore

Consideriamo dapprima le prestazioni e l’impatto del compressore all’interno di un sistema frigorifero. Certamente, esiste una tendenza nell’industria HVAC ad utilizzare sempre di piu' i compressori scroll e vite e quindi abbiamo utilizzato i dati tecnici relativi al compressore Scroll Copeland ZR19M3. Per lo scopo di questo documento, tali dati saranno basati sull’utilizzo del refrigerante R22 in un circuito frigorifero con sotto-raffreddamento pari a zero.

Ora verifichiamo le modalita' in cui il compressore puo' operare in condizioni considerate come ottimali. Per condizione ottimale intendiamo il funzionamento in sicurezza di un compressore entro il suo envelope approvato dal costruttore e con il piu' basso consumo di energia e/o la piu' alta capacita' possibile.

1.1 L’influenza della temperatura di condensazione

 



La Fig. 1 mostra come attraverso l’abbassamento della temperatura di condensazione si produce un aumento della resa frigorifera mentre si riduce la potenza assorbita.

Questo costituisce uno dei fattori principali al fine di migliorare il sistema in termini di risparmio energetico.

Ora andiamo ad analizzare altri tre importanti fattori:

  1. Quando si puo' diminuire la temperatura di condensazione.
  2. Quali sono i limiti del campo di applicazione.
  3. Quale effetto si produce sul comportamento degli altri componenti, come le valvole di espansione, riducendo la temperatura di condensazione.

Limite inferiore temperatura di condensazione

La temperatura di condensazione puo' essere diminuita, tipicamente, se la temperatura ambientale diminuisce anch’essa. La Fig. 2 mostra la variazione di temperatura ambientale nell’arco di una giornata tipo di luglio e di settembre in Europa centrale (es. il sud della Germania).

 

Risulta evidente che il numero di ore con la piu' alta temperatura ambientale durante la stagione calda (estate) e' molto basso. La capacita' del chiller in Europa viene progettata in base a condizioni ben specifiche con temperatura dell’aria ambiente pari a +32 ed in generale, con differenza tra la temperatura dell’aria e quella di condensazione di 15K. Questo fa si' che il chiller venga dimensionato per una temperatura di condensazione di 32+15=47C. Tutto ci conferma che:

 

Esiste la possibilita' di far operare un chiller a temperature di condensazione piu' basse e con risultati ancora piu' significativi se viene scelto un condensatore basato su un D T di 10K.

Limiti campo di applicazione

Generalmente il campo di funzionamento operativo di un compressore si limita a +30C di temperatura minima di condensazione per questo tipo di applicazione. La possibilita' di operare a temperature di condensazione al di sotto di 30C deve essere verificata con il costruttore del compressore.

Effetto sui componenti frigoriferi

Diminuire la temperatura di condensazione ha un forte impatto sia sulla selezione che la resa di una valvola di espansione. Ci sara' oggetto di discussione nella sezione dedicata alle valvole di espansione. 

1.2 L’impatto della temperature di evaporazione



La Fig.3 mostra come, aumentando la temperatura di evaporazione ad una temperatura di condensazione specifica verra'  prodotta una resa piu' alta. E’ essenziale far operare il sistema ad una temperature di evaporazione il piu' possib
ile alta ed impedire la riduzione della temperatura di evaporazione in qualsiasi circostanza.

Il risultato puo' essere dimostrato in Fig. 4 in cui si evidenzia l’effetto dell’incremento o della riduzione di un solo grado della temperatura di evaporazione, partendo da +3C a surriscaldamento costante di 10K.

Naturalmente, se un sistema opera ad una temperatura di evaporazione di +4C piuttosto che +3C, la resa potrebbe aumentare di piu' del 3%.

Questo fatto offre un’altra indicazione importante su come migliorare il sistema rispetto al risparmio energetico.

Il secondo obbiettivo principale e' infatti quello di aumentare la temperatura di evaporazione e di impedire che la stessa scenda al di sotto del valore di progetto.

1.3 L’impatto del surriscaldamento

Il surriscaldamento ha un forte impatto sull’affidabilita' e sulla resa di un compressore. Un surriscaldamento molto elevato aumenta la temperatura di scarico mentre un surriscaldamento molto ridotto diminuisce la capacita' di lubrificazione all’interno del compressore. Normalmente i produttori non consigliano un surriscaldamento del gas aspirato inferiore a 8K.

 

La Fig. 5 dimostra che una diminuzione del surriscaldamento puo' aumentare la resa soltanto in corrispondenza di basse temperature di condensazione, mentre si ha una riduzione per temperature di condensazione piu' elevate.

L’effetto utile va nella direzione voluta (sistema che opera ad una temperatura di condensazione piu' bassa).

  1. Valvola di Espansione

  2. 2.1 L’influenza della temperatura/pressione di condensazione sulla capacita' della valvola di espansione

    Come puo' essere osservato in Fig.6, il comportamento della valvola di espansione e del compressore vanno in direzioni opposte, relativamente alla variazione della temperatura di condensazione. Per esempio, riducendo la temperatura di condensazione la capacita' della valvola di espansione si riduce, mentre la capacita' del compressore aumenta.

    La selezione appropriata della valvola di espansione rappresenta uno dei maggiori punti critici.

    Consideriamo una temperatura di condensazione di progetto per il chiller di +47C.

    La valvola di espansione verra'  scelta sulla base della corrispondente capacita' del compressore, calcolata nelle medesime condizioni (T.C.:+47C). Con la riduzione della temperatura di condensazione la valvola di espansione potrebbe non avere sufficiente capacita' rispetto a quella espressa dal compressore. La valvola di espansione non puo' essere di certo assimilata, tecnicamente, ad una pompa. Essa e' in grado di alimentare l’evaporatore con una quantita' corretta di refrigerante solo se la pressione di ingresso e' sufficientemente elevata. Per questo motivo, la pressione di condensazione non potra' essere ridotta oltre un determinato valore, al fine di evitare che il sistema operi ad una temperatura di evaporazione troppo bassa.

    Per sistemi in condizioni operative caratterizzate da basse temperature di condensazione, la valvola di espansione dovra'  essere selezionata in funzione della minima temperatura di condensazione prevista. In condizioni nominali la valvola di espansione risultera' quindi sovradimensionata e si trover a lavorare a carico parziale rispetto alla propria capacita' nominale. L’aspetto fondamentale da chiarire e' pertanto come si comportera' essa durante il funzionamento a carico parziale.

    2.2 Comportamento delle valvole di espansione termostatica durante il carico parziale

    Valvole di espansione termostatica meccaniche sovra dimensionate potrebbero produrre il cosiddetto effetto di pendolamento durante il funzionamento a carico parziale. Cio' e' dovuto alla breve corsa dello stelo ed alla non corrispondenza diretta tra il tempo di reazione della valvola di espansione e dell’evaporatore.

    Leffetto di pendolamento puo' essere descritto come la periodica chiusura ed apertura della valvola che porta alla fluttuazione della pressione di aspirazione ed a corrispondenti rese insufficienti. La Fig.7 mostra una valvola di espansione operante a carico parziale con piccoli spostamenti dello stelo in prossimita' della posizione di completa chiusura, bassi surriscaldamenti e differenti tempi di reazione a carico parziale, confrontati con il comportamento in condizioni di pieno carico.

    wpe2A.jpg (7869 byte)

    Qn

    Le valvole di espansione elettroniche hanno un campo di funzionamento ampio e non sono soggette a diminuzione nelle prestazioni alle basse temperature di condensazione, n ad effetti di pendolamento durante il carico parziale. Il tempo di reazione delle valvole elettroniche deve essere abbinato in modo corretto al tempo di reazione dell’evaporatore. E’ essenziale selezionare una valvola elettronica piu' grande al fine di avere sufficiente capacita' durante le operazioni a basse temperature di condensazione.

    2.3 L’influenza della temperatura/pressione di condensazione sul surriscaldamento operativo della valvola di espansione

    La pressione di ingresso alla valvola termostatica e' rappresentata dalla pressione di condensazione meno le perdite di carico lungo la linea del liquido. Questa pressione si applica sullo stelo della valvola e meccanicamente esercita una pressione sotto il diaframma. L’effetto di disturbo (sicuramente non desiderato) puo' essere stimato come segue:

    Px = D P*(a/A) = (Pc-P0 -D PL)*(a/A)

    Dove:

    Pc : Pressione di Condensazione

    P0 : Pressione di Evaporazione

    D PL: perdite di carico lungo la linea del liquido e nel

    distributore

    a : Superficie sullo stelo non bilanciata

    A : Superficie del diaframma della valvola di espansione

    Questa forza causer uno scorrimento del surriscaldamento statico strettamente legato alle variazioni della pressione di condensazione. L’utilizzo di valvole aventi il diaframma con un’ampia superficie, il sistema a stelo bilanciato (Balanced Port) o a doppio ingresso (Double Port), contribuisce a rendere minimo questo effetto e la sua influenza sullo scorrimento del surriscaldamento.

    Il surriscaldamento nelle valvole di espansione elettroniche non e' influenzato dalle variazioni della pressione di condensazione.

  1. Evaporatore

    L’obbiettivo principale e' quello di ottenere il maggior scambio termico possibile nell’evaporatore, risultato ottenibile controllando i seguenti aspetti:

    Surriscaldamento ottimale nell’evaporatore

    In condizioni di surriscaldamento estremamente basso, il refrigerante liquido non evaporer completamente mentre in condizioni di surriscaldamento elevato, la superficie di scambio termico risultera' ridotta. Lo scambio termico massimo puo' essere ottenuto in specifiche condizioni di surriscaldamento intermedie, n troppo elevato, n troppo basso. Il surriscaldamento ottimale puo' variare in base alle diverse tipologie di evaporatore.

    Lo scambio termico in funzione delle diverse scelte progettuali

    La massima capacita' ottenibile alle migliori condizioni di surriscaldamento e temperatura di evaporazione dipende dal corretto funzionamento dello scambiatore in corrispondenza di una piccola differenza tra la temperatura di evaporazione e la temperatura del fluido secondario (acqua).

    wpe2D.jpg (7994 byte)

    Fig. 9

    Sono facilmente reperibili sul mercato scambiatori di calore allagati per refrigeratori d’acqua in cui questo aspetto e' stato oggetto di attente valutazioni progettuali e di ottimizzazione.

    La tendenza all’utilizzo di scambiatori a piastre di taglia sempre piu' elevata e' limitata, al momento, da problematiche progettuali. La necessit, infatti, e' quella di migliorare la distribuzione del refrigerante liquido nei canali inferiori degli scambiatori a piastre stessi. Il comportamento dinamico di questo tipo di scambiatori e' molto accentuato, pertanto sono richiesti sistemi di controllo che reagiscano piu' rapidamente e che siano il piu' possibile insensibili alla variazione delle condizioni di funzionamento del circuito frigorifero. In questa ottica, la valvola di espansione elettronica rappresenta sicuramente un netto miglioramento rispetto alla tradizionale valvola di espansione termostatica di tipo meccanico.

    Fig. 10

  1. Consumo Energetico

Possiamo ora riassumere i concetti precedentemente esposti:

  1. Grazie all’utilizzo di valvole di espansione elettroniche e' possibile far funzionare un sistema frigorifero con basse temperature di condensazione. L’effetto e' maggiormente significativo se il condensatore viene selezionato con un D T di 10K. Il tempo di funzionamento di un sistema a compressori multipli risultera' ridotto, oppure il sistema funzioner a carico parziale piuttosto che a piena capacita' riducendo comunque la potenza assorbita.
  2. Temperature di evaporazione piu' elevate garantiscono un aumento della capacita' frigorifera.
  3. La soluzione ottimale e' rappresentata da un controllo del sistema con valvole di espansione elettroniche.

 

Esempio

Sistema: refrigeratore d’acqua condensato ad aria

Luogo di installazione: Germania del Sud

T di evaporazione di progetto: +3C, in alternativa +4C

T ingresso acqua: +12C

T uscita acqua: +6C

Carico termico dell’edificio: 150 kW a +32C di T ambiente

T di condensazione: 15K, in alternativa 10K sopra la temperatura ambiente.

T di condensazione minima (TCmin): 40C, in alternativa condensazione flottante

Numero di compressori: 4

  

Variazione della temp. Ambiente nel periodo di raffreddamento, C

16-18

18-20

21-23

24-26

27-29

30-32

Carico Termico, kW

104

113

122

131

141

150

Tempo di funzionamento del chiller, ore

752

448

278

108

65

19

Condizioni Operative

Potenza Assorbita, kWh

KWh Totali assorbiti

Risparmio Energetico%

TCmin +40C

D T = 15 K

T0 = +3C

18734

12079

8086

3378

2389

810

45476

-

TCmin :Flottante

D T = 15 K

T0 = +3C

14564

10024

7378

3378

2389

810

38542

15%

TCmin +40C

D T = 15 K

T0 = +4C

17853

11510

7705

3219

2287

782

43356

5%

TCmin :Flottante

D T = 15 K

T0 = +4C

14070

9611

7032

3219

2287

782

37001

19%

TCmin :Flottante

D T = 10 K

T0 = +4C

12259

8482

6286

2894

2057

700

32678

28%

Questa tabella riporta un possibile scenario relativo al consumo energetico in diverse condizioni operative.

E’ importante precisare che questa tabella si intende valida per il ciclo di raffreddamento in un normale edificio. L’effetto risulterebbe maggiore se si considerasse un’applicazione relativa ad un processo industriale, in condizioni operative anche al di sotto di 16C di temperatura ambiente.

Conclusione

Un sistema di Advanced Chiller Control (come ad esempio le valvole di espansione elettroniche) e' in grado di ridurre il consumo energetico almeno del 15% in applicazioni di condizionamento dell’aria. Il risparmio energetico puo' essere incrementato fino al 28% con l’utilizzo di un condensatore maggiorato. In questo modo l’obbiettivo principale, la riduzione del consumo energetico, puo' essere ottenuto grazie all’Advanced Chiller Control con un investimento sicuramente contenuto.