TORNA ALLA PAGINA INIZIALE
CENTRO STUDI GALILEO

 

IL FUTURO DEL CONDIZIONAMENTO E DELLA REFRIGERAZIONE IN QUESTO PERIODO DI CRISI IN RAPPORTO AL PROBLEMA DEL RENDIMENTO ENERGETICO 

Intervista a WILLIAM HARRISON Presidente ASHRAE

Presidente Harrison, quale sarà il futuro del condizionamento dell’aria; cosa deve essere fatto secondo l’ASHRAE per migliorare il rendimento energetico e come può il nostro settore affrontare questo problema?


La maggior parte delle nazioni ha tre preoccupazioni principali per il nostro settore : il prezzo e la disponibilità dell’energia, il prezzo e la disponibilità di cibo e la protezione dell’ambiente.
Dobbiamo ricordare che il condizionamento dell’aria utilizzato per una migliore qualità della vita e per migliorare i processi produttivi è stato una delle invenzioni più importanti del XX secolo e si è dimostrato particolarmente efficace nei paesi caratterizzati da climi molto ostili per proteggere i pazienti negli ospedali, per proteggere gli ambienti destinati agli studenti, per proteggere l’ambiente in tutto il mondo. Sfortunatamente, tutti i processi utilizzati nel nostro settore implicano il consumo di grosse quantità di energia.
  Al giorno d’oggi, nei paesi industrializzati gli edifici utilizzano il 40% dell’energia primaria prodotta; proprio per questo motivo molte persone pensano che il condizionamento e la refrigerazione siano i maggiori consumatori; è vero che consumano grandi quantità di energia ma non dobbiamo dimenticare che questi sistemi permettono l’uso produttivo degli edifici.
La prima cosa che dobbiamo considerare è che dobbiamo rendere più efficienti i nostri impianti di condizionamento, i produttori hanno già creato componenti molto efficienti. Stiamo lavorando sui sistemi ma penso che si debba considerare l’edificio stesso come un sistema. Parliamo di finestre e di pareti più efficienti, di pannelli isolanti, di tetti più efficienti, di unità di trattamento dell’aria, di chiller e così via, ma ciò di cui dobbiamo parlare è della necessità di avere edifici più efficienti. Dobbiamo, dunque, essere in grado di
  quantificare, per esempio, l’effetto della massa termica sul carico termico del condizionamento negli edifici, per comprendere meglio l’impatto del trasferimento del calore radiante sul benessere dell’uomo; trasferimento che avviene tra i nostri corpi e le pareti, i soffitti e i pavimenti, per capire come valori variabili di temperatura al posto set-point fissi all’interno delle stanze influenzino il benessere dell’uomo e come tutte queste cose influenzino il consumo energetico dell’edificio. Per questo motivo sono a favore dei processi integrati dove una squadra di progettisti, costruttori e committenti lavora in collaborazione con i proprietari degli edifici, e in questo modo rendere  possibile la realizzazione di sistemi migliori per ridurre il consumo energetico e soddisfare le aspettative del proprietario.
Durante i miei numerosi viaggi sono stato sorpreso nel vedere come in molte aree del mondo il costo e la disponibilità di cibo rappresentino un grosso problema. Dal punto di vista della refrigerazione, dobbiamo sottolineare due cose, prima di tutto che necessitiamo di sistemi più semplici nei paesi più remoti, dove non c’è disponibilità di ricambi e di sistemi adatti alla conservazione refrigerata degli alimenti subito dopo la raccolta. Sfortunatamente tra un terzo e la metà dei prodotti raccolti oggi va perso prima della distribuzione. Abbiamo il problema di intere popolazioni ridotte alla fame, abbiamo grandi quantità di cibo che viene sprecato; ecco dove deve intervenire la refrigerazione
  per risolvere il problema. 
Altro punto è invece che nei paesi industrializzati dobbiamo ridurre l’energia consumata dai sistemi refrigeranti. E’ essenziale che nei paesi in cui la catena del freddo è più sviluppata
  rendiamo gli impianti di refrigerazione degli alimenti energeticamente più efficienti, per esempio, nei supermercati utilizzando l’energia che proviene dagli impianti di refrigerazione per riscaldare l’acqua ad uso domestico o per riscaldare il supermercato quando se ne verifica la necessità.
Non possiamo più permetterci di sprecare l’energia emettendo il calore nell’atmosfera.
Questo è ciò che intendo quando dico che bisogna considerare l’edificio come un sistema; mentre utilizziamo l’acqua all’interno di un edificio studiare come è possibile evitarne lo spreco, come possiamo prendere l’acqua e riutilizzarla dopo il trattamento e riutilizzarla nell’edificio; come possiamo catturare l’energia sotto forma di calore e riutilizzarla in altri processi all’interno dell’edificio.
 

Per quanto riguarda
 l’efficienza energetica, pensa che il nostro mercato possa rappresentare una buona opportunità per l’economia, per nuovi lavori, per nuovi progettisti e nuove figure di tecnici. Può dare un impulso all’economia?

Certamente lo sviluppo delle tecnologie “verdi” e degli edifici “verdi” daranno un impulso all’economia mondiale, le darò un’idea di come funziona. Oggi, i produttori di veicoli stanno investendo molto denaro nella ricerca sulle nuove batterie. Sappiamo anche che uno dei problemi con il fotovoltaico è che sono necessarie grandi quantità di energia di notte quando il sole è assente e quel sistema a batterie che si sta sviluppando per i veicoli potrebbe essere utilizzato anche negli edifici.
Se possiamo avere un sistema fotovoltaico che funziona durante il giorno possiamo caricare batterie ad alto rendimento e utilizzarle di notte in caso di necessità.
Sappiamo che il fotovoltaico produce corrente continua, il computer utilizza corrente continua, la luce a led utilizza corrente continua, ma ora ciò che facciamo con la corrente continua è convertirla in corrente alternata attraverso l’inverter nel sottotetto e vi sono perdite; se vi mettete sopra la mano, sentite che è caldo, questa è energia che è stata sprecata. Noi poi usciamo dall’inverter con corrente alternata mentre abbiamo di nuovo bisogno di corrente continua e la produciamo attraverso i trasformatori e quindi altre perdite. Perché non pensiamo a due linee parallele di corrente alternata e di corrente continua, all’interno di reti di distribuzione
  dell’energia negli edifici; così quando c’è il sole il fotovoltaico produce energia, carica le batterie; se, invece, usiamo il computer di notte manteniamo la corrente continua ed evitiamo inutili perdite di energia. Questo è il tipo di innovazione di cui avremo bisogno in futuro per dare un impulso all’economia.

Presidente Harrison, pensa che il miglioramento dell’efficienza energetica possa essere una buona opportunità per creare nuovi posti di lavoro, nuovi progettisti, nuovi tecnici. Può il miglioramento dell’efficienza energetica essere una spinta per una economia verde?

Sappiamo che gli edifici esistenti utilizzano grandi quantità di energia non realmente necessaria. Il governo ha il dovere di condurci verso delle soluzioni che permettano di ridurre efficientemente l’energia consumata dagli edifici. Non parliamo di sostituire i chiller vecchi con quelli nuovi. Ciò di cui parlo è il rinnovamento degli edifici per migliorare l’intero sistema. Potremmo aver bisogno di nuove finestre, tetti con nuovi materiali isolanti, nuovi dispositivi di distribuzione dell’aria, dovremmo valutare come ridurre l’energia consumata dai ventilatori all’interno dell’edificio ed eliminarli per passare ai sistemi radianti. Il governo dovrebbe guidarci e dimostrare come si riducono i consumi energetici negli edifici federali americani, così, quando vedranno ciò che è stato fatto negli edifici federali , molti inizieranno ad utilizzare le soluzioni migliori.
La crisi globale del credito ha causato il declino del numero di edifici nuovi che avevano già avuto le autorizzazioni. Così se fornissimo una nuova formazione ai tecnici su come rinnovare gli edifici, creeremmo nuovi posti di lavoro di livello più elevato
  e risponderemmo alla nostra esigenza di utilizzare più razionalmente l’energia all’interno degli edifici e di diminuire  l’impatto degli edifici sull’ambiente, nell’economia “verde” c’è un grande potenziale per creare nuovi posti di lavoro.


Intervista a MARK LOWRY Vice Presidente RSES

Cosa possono fare i tecnici, i lavoratori e i committenti per migliorare il rendimento energetico e quale impatto ha una maggiore efficienza energetica degli impianti sull’economia?

La cosa migliore che una ditta può fare è formare i tecnici perché se un tecnico non sa quale sia la carica di refrigerante migliore per ottenere il rendimento più soddisfacente, non capisce se il passaggio dell’aria attraverso la serpentina è regolare, se non capisce perché sia così importante gestire correttamente l’impianto in conformità con la progettazione iniziale, il rendimento voluto non sarà mai raggiunto.
Se il tasso di perdite dalle tubazioni del refrigerante è elevato perché i tubi non sono stati installati correttamente, perché il tecnico non ha avuto una formazione corretta, l’impianto non darà il rendimento come da progetto.
L’anno scorso l’ASHRAE ha diffuso un documento lamentando che, tra gli impianti americani installati con maggiore frequenza, tra il 30 e il 40%
 funziona con un basso rendimento energetico.
Ciò non significa che sia necessaria una nuova progettazione degli impianti ma significa che l’impianto deve essere installato con maggiore attenzione e che l’assistenza deve essere effettuata correttamente in modo che l’efficienza voluta possa essere ottenuta.
Dal punto di vista dell’economia, dobbiamo ancora una volta spiegare al pubblico che sta sprecando milioni di dollari o di euro perché i sistemi non funzionano in modo efficiente, anche se penso che, spiegando ciò ai consumatori o ai legislatori, essi potrebbero capire che il problema dello spreco potrebbe essere facilmente risolto.
Potrebbero chiedere ai tecnici di farsi certificare e dimostrare che hanno le conoscenze necessarie per portare a termine in modo efficiente il loro lavoro.
Per rispondere alla domanda, le ditte e i tecnici propriamente formati dovrebbero reinstallare o effettuare il retrofit di impianti che ora non sono efficienti, in questo modo si venderebbero più impianti, si creerebbero più posti di lavoro, l’economia si espanderebbe e sarebbe possibile risparmiare danaro ed energia e raggiungere gli obiettivi prefissati per affrontare il problema del riscaldamento del pianeta; dunque, dobbiamo lavorare tutti insieme verso una
  buona formazione del personale.


Intervista a MARK MENZER già Vice Presidente AHRI

Che cosa possiamo fare per migliorare il rendimento energetico nelle nuove applicazioni e nei nuovi sistemi di refrigerazione e condizionamento?


Molte aziende producono da anni impianti di condizionamento di alto livello e l’obiettivo principale è che vengano installati non solo negli edifici nuovi ma anche in quelli vecchi. Pensiamo che sia molto importante occuparci degli edifici vecchi e fornire assistenza finanziaria. Stiamo cercando di mutare il periodo di ammortamento degli impianti. In USA l’ammortamento medio degli impianti
 è di 39 anni. Abbiamo la necessità di ridurre tale periodo in  modo da installare prima impianti ad alta efficienza.

Per quanto riguarda i tecnici che gestiscono queste applicazioni. Cosa si può fare per avere una migliore efficienza energetica degli impianti e delle applicazioni?

I produttori AHRI stanno producendo impianti eccellenti e se questi ultimi vengono installati correttamente non vi sono problemi, ma sappiamo che una parte non viene gestita correttamente o non è stata installata correttamente. Pensiamo che sarebbe possibile risparmiare molta energia prestando attenzione alle fasi di installazione e di gestione. I produttori sono molti attivi al riguardo, infatti offrono corsi di formazione ai loro tecnici, che dovranno essere in possesso di un certificato che ne attesti le capacità. Diversi anni fa abbiamo dato il via al NATE, (North American Technicians Excellence). Ora vi sono migliaia di tecnici certificati, ma siamo ancora agli inizi e vi è ancora molto da fare. Dobbiamo assicurarci che i tecnici che hanno l’incarico di effettuare l’installazione lo stiano facendo nel modo corretto.