TORNA ALLA PAGINA INIZIALE
CENTRO STUDI GALILEO

 

VALVOLE D' ESPANSIONE AUTOMATICHE E TERMOSTATICHE

DAVIDE VICTOR PALLENI - SANITAL

La valvola e' un componente capace di portare il refrigerante dalla pressione di condensazione a quella di evaporazione.
Il refrigerante a monte della valvola si trova in uno stato di liquido. Una improvvisa riduzione di pressione lo porta in condizione di liquido saturo con un piccolo titolo di vapore. A questo punto inizia il processo di ebollizione del refrigerante all'interno dell'evaporatore.

Determiniamo il punto di lavoro della valvola sul diagramma di Mollier.

wpe21.jpg (15708 byte)
Il punto A corrisponde al punto di aspirazione del compressore, da questo punto i vapori sono compressi fino al punto B, e quindi inviati al condensatore e condensati (retta B-C), rilasciando il calore assorbito. Subito dopo il condensatore appare l'ingresso della valvola punto C, il punto D rappresenta l'uscita della miscela dalla valvola. Il tratto D-A rappresenta il movimento del refrigerante all'interno dell'evaporatore, nel processo di evaporazione assorbe calore dall'esterno. Poiche' il processo di laminazione avviene senza scambio di energia con l'esterno, le entalpie dei punti C e D sono uguali, ed e' quindi rappresentato da una retta.
Il tratto A'-A rappresenta il surriscaldamento del vapore, ed ha una particolare importanza perche' oltre a controllare il funzionamento della valvola garantisce che non siano presenti goccioline di liquido all'ingresso del compressore.

Valvole d'espansione automatiche e termostatiche:

Sono dispositivi di controllo di tipo proporzionale che hanno il compito di regolare il flusso del refrigerante, al variare delle condizioni di carico termico nell'evaporatore.

1. Valvole d'espansione automatiche (valvole a pressione costante)
Mantengono costante su un valore prefissato, durante tutto il ciclo di funzionamento del compressore, il valore della pressione di evaporazione. Tuttavia queste valvole non reagiscono alle variazioni del carico termico dall'evaporatore.
E' soltanto possibile variare entro certi limiti il valore della pressione che si desidera mantenere costante nell'evapora-tore durante il ciclo di refrigerazione, ruotando in senso orario o antiorario la vite di regolazione in dotazione alle valvole, es. +/- 0.5 bar per le AMV.
Le valvole automatiche possono trovare impiego soltanto in impianti con un solo evaporatore
Al termine del ciclo di refrigerazione, a compressore fermo, la pressione nell'evaporatore aumenta e provoca la chiusura della valvola.
La Figura 1 rappresenta un impianto con valvola automatica.

   


1.1 Valvole d'espansione automatiche con by-pass
Si tratta di una realizzazione speciale delle valvole d'espansione automatica, nella quale un condotto equilibratore interno di sezione adeguata, mette in comunicazione tra di loro i condotti del refrigerante a monte a valle dell'ugello.
E' cosi' possibile realizzare una equilibratura delle pressioni di mandata e aspirazione che, a valvola chiusa, (compressore fermo) possono risultare fortemente squilibrate, rappresentando un ostacolo al successivo avviamento del compressore (specie se tratta di motore a bassa coppia di spunto).
La sezione dal condotto di by-pass dipende dalla capacita' frigorifera dell'impianto.
Le valvole automatiche con by-pass riuniscono i vantaggi delle valvole automatiche con quelli dall'espansione a capillare a con esse non sono necessarie costose prove per il dimensionamento come occorrono per i capillari. L'impiego di questo valvole richiede l'osservanza di quanto segue:

o    L'alimentazione dell'evaporatore deve avvenire dal basso.
o Il quantitativo di refrigerante dell'impianto deve essere dosato con esattezza.

L'evaporatore deve contenere l'intero quantitativo di refrigerante, il ricevitore di liquido dopo il condensatore non deve quindi essere installato.

2 -Valvole d'espansione termostatiche

Le valvole d'espansione termostatiche regolano l'afflusso del refrigerante nell'evaporatore in base al surriscaldamento del refrigerante al termine dell'evaporatore stesso.
La valvola termostatica lascia affluire all'evaporatore la quantita' di refrigerante che, in base alle condizioni di esercizio stabilite, esso
e' in grado di evaporare; la superficie di scambio termico dell'evaporatore e' quindi utilizzata nel modo migliore.

Le valvole termostatiche trovano impiego nei seguenti casi:
impianti con uno o piu' evaporatori
impianti con comando termostatico o pressostatico del compressore.

Un esempio di impianto
e' rappresentato nella Figura 2


2.1 Funzionamento delle valvole d'espansione termostatiche
Il funzionamento e' determinato dal gioco di tre pressioni che agiscono sull'elemento di misura (membrana o soffietto) situato nella parte superiore delle valvole.
La forza corrispondente alla pressione p1 esistente nel bulbo o del complesso bulbo/soffietto, dipende dalla temperatura assunta dal bulbo stesso a contatto con la parte finale dell'evaporatore e agisce in modo che lo spillo, situato nella sede della valvola, tenda ad aprire la sede di passaggio del refrigerante verso l'evaporatore. Viceversa, le forze corrispondenti alla pressione p0 esistente nell'evaporatore e alla pressione p3 della molla di regolazione, agiscono in senso opposto, in modo che lo spillo tende a chiudere il passaggio del refrigerante, finche' i valori p0, p1 e p3 si bilancino (ossia p1= p0+p3), permanga la posizione di apertura e la valvola
consentire al refrigerante di passare nell'evaporatore.
wpe22.jpg (10875 byte)

Se tuttavia l'evaporatore riceve una quantita' di refrige-rante inferiore alla sua momentanea necessit
a', il bulbo a valvola risente dell'aumento di temperatura che si verifica nell'evaporatore, aumenta p1 e determina una ulteriore apertura dell'orificio   di passaggio del refrigerante. La valvola si comporta allo stesso modo, in caso di abbassamento della pressione p0 nell'evaporatore, mentre la diminuzione della temperatura del bulbo o l'aumento della pressione p0 nell'evaporatore provocheranno la chiusura della valvola stessa.
Questa situazione permane finche' la pressione p1 nel bulbo della termostatica, a causa dell'aumento di temperatura nel bulbo stesso, non superi le pressioni p0 e p3 (o la somma delle pressioni p0 e p3).
Se si ferma il compressore, viene a cessare l'azione di aspirazione del refrigerante dall'evaporatore, la pressione p0 aumenta rapidamente e la valvola termostatica chiude.

wpe23.jpg (15950 byte)

Fig. 3/a sezione di una valvola termostatica serie TMVXL (sinistra) e una valvola TMXL (sotto).

2.2 Surriscaldamento
Come gia' detto inizialmente la valvola termostatica e' un dispositivo di controllo proporzionale. L'elemento sensibile della valvola d'espansione termostatica, il bulbo, e' applicato alla fine dell'evaporatore, in modo da poter rilevare il grado di surriscaldamento del refrigerante al termine dell'evaporatore.

La Figura 4 rappresenta una valvola termostatica con un evaporatore la cui perdita di carico si suppone trascurabile.

wpe25.jpg (17322 byte)
La miscela di liquido e vapore entra nell'evaporatore nel punto A e deve essere completamente evaporata nel punto E. Tra il punto E il punto dove e' fissato il bulbo F il vapore di refrigerante si surriscalda, ossia assume una temperatura superiore alla temperatura di saturazione che il refrigerante avrebbe alla stessa pressione.
Il tratto EF, nel quale avviene il surriscaldamento del refrigerante, diminuisce il rendimento dell'evaporatore (la super-ficie dell'evaporatore interessato alla vaporizzazione del refrigerante risulta diminuita) ma risulta necessario per un funzionamento stabile della valvola d'espansione termostatica. Conoscendo le pressione p3 equivalente alla forza della molla si determina con quale differenza tra la temperatura del bulbo e quella di evaporazione le valvola inizia ad aprire.
Questo valore viene definito come surriscaldamento statico ed
e' indicato nei dati di catalogo.
Per portare la valvola dall'inizio dell'apertura al suo valore di capacita' nominale occorre, fermo restando la pressione di aspirazione, un aumento delle pressione del bulbo, quindi un ulteriore riscaldamento del bulbo (surriscaldamento) per superare la crescente pressione della molla.
Questo surriscaldamento aggiunto viene definito surriscaldamento di apertura o dinamico. La somma del surriscaldamento statico e di quello dinamico
e' chiamato surriscaldamento di esercizio o totale.

Queste relazioni sono illustrate graficamente nella Figure 5 e nel seguente esempio numerico.

Esempio: con i valori di cui alla figura 4, il surriscaldamento totale risulta:

Dtse    = temperatura bulbo     -    temperatura evaporazione
=  t1   -   t0
=  -5C     -   -12C
=    7K

Se la valvola
e' regolata in fabbrica con 4K di surriscaldamento statico si otterra'  un surriscaldamento di apertura di 7K - 4K = 3K
Il surriscaldamento di esercizio o totale si ottiene rile-vando la temperatura del bulbo e la pressione all'uscita dall'evaporatore, e convertendo quest'ultima alla temperatura di saturazione corrispondente.

Cenni sulla stabilita' del sistema valvola - evaporatore.

Come abbiamo visto il surriscaldamento, che
e' la forza che tramite il bulbo agisce sull'apertura della valvola, e' provocato dalla superficie di scambio secca (non interessata dal liquido) dell'evaporatore. Se questa superficie e' estesa, si ha solo un utilizzo ridotto dell'evaporatore. Viceversa se la superficie e' piccola, siccome l'evaporazione crea una linea di separazione liquido - vapore in continuo movimento, il surriscaldamento diventa instabile e puo' variare molto e in modo casuale. Il sistema non puo' quindi funzionare in modo corretto. Il punto in cui questo fenomeno ha inizio si chiama "punto MSS".
MSS : Minimun stable signal
Per ogni evaporatore esiste una curva che divi-de la zona stabile dalla zona instabile in funzione della resa termica. La figura 5/a riporta l'andamento di detta curva.
Ricordiamo che il sistema misura il surriscaldamento Dt come differenza della pressione nel fluido termometrico (funzione della tem-peratura di parete del tubo di uscita) e della pressione di equilibratura. Come si vede, quanto piu'
e' elevato il carico termico, tanto piu' la zona di instabilita' si allarga. D'altra parte per avere una buona resa dell'evapora-tore occorre che la parte interessata dal liqui-do sia la massima, compatibilmente con la sta-bilita' del surriscaldamento. Ci comporta di avvicinarsi al punto "MSS".
Per questo motivo le valvole di espansione ter-mostatica sono dotate di un sistema di regola-zione che agisce sulle molle. Ci permette al buon frigorista di trovare il compromesso mi-gliore, ottenendo la massima capacita' dell'im-pianto compatibilmente con la stabilita' dello stesso.


wpe26.jpg (20399 byte)
Fig. 5/a con To costante

2.3 Equalizzazione interna della pressione
Le valvole nelle quali la pressione esistente all'inizio dell'evaporatore agisce direttamente sull'elemento di misura (membrana o soffietto, si definiscono valvole a compensazione interna della pressione, o con equalizzatore di pressione interna.
Nell'interno di queste valvole, il raccordo con l'evaporatore e lo spazio sotto la membrana o il soffietto, sono in comunicazione tra loro (Fig. 4).
Le valvole con equalizzatore interno vengono generalmente impiegate in piccoli impianti nei quali la resistenza al flusso del refrigerante
e' piccola. La caduta di pressione nell'evaporatore si riflette sul surriscaldamento statico in senso negativo perche' aumenta il suo valore e quindi una buona parte delle superficie dell'evaporatore deve essere usata per ottenere il surriscaldamento totale anziche' per l'evaporazione del refrigerante.Questo inconveniente non puo' essere compensato a piacimento, regolando la valvola in modo da diminuire il surriscaldamento statico, in quanto, ad impianto fermo, deve essere garantito una sicura chiusura della valvola stessa.

2.4 Equalizzazione esterna della pressione
Nelle valvole con equalizzatore di pressione esterno le pressione che agisce nelle parte inferiore dell'elemento di misura (membrana o soffietto) non e' quella esistente all'inizio dall'evaporatore, ma quella che e' presente alla fine dell'evaporatore, diminuita cioe' delle perdite di carico che si verifica nell'evaporatore stesso.
Con la compensazione esterna viene eliminata l'influenza della resistenza interna dell'evaporatore nell'elemento di misura (soffietto o membrana) e quindi sulla risposta delle valvole, in quanto su tale elemento agir sempre soltanto la pressione alla fine dell'evaporatore. In questo modo la perdita di carico dell'evaporatore non viene eliminata, ma evitata la sua influenza dannosa sul processo di regolazione.


Fig. 6
wpe27.jpg (15644 byte)
Lo spazio interno sottoposto alla pressione iniziale dell'e-vaporatore e' separato, mediante una parete e mediante tenute sulle aste di spinta, dallo spazio immediatamente sottostante all'elemento di misura.
Al raccordo per l'equalizzazione di pressione viene colle-gato un tubo di piccolo diametro in comunicazione con l'uscita dell'evaporatore che trasmette alle parte inferiore del soffietto o dalla membrana le pressione esistente nella parte terminale dell'evaporatore.
Queste valvole funzionano soltanto se viene realizzato questo collegamento. Il tubo di equalizzazione delle pressione deve essere raccordato al tubo di aspirazione dopo il punto ove
e' fissato il bulbo (procedendo nel senso del flusso di refrigerante).

Gli impianti con evaporatori dotati di distributore di liquido devono essere sempre dotati di valvole d'espansione termostatiche con equalizzatore di pressione esterno.

Fig. 6/a Collegamento della valvola con equalizzatore.

wpe28.jpg (13210 byte)

2.5    Vari tipi di cariche termostatiche e loro influenza sul comportamento della valvola d'espansione termostatica
Il tipo di carica termostatica che correda il complesso bulbo-soffietto contribuisce a determinare non soltanto l'anda-mento del surriscaldamento in funzione delle temperatura di evaporazione, ma anche un'altra caratteristica molto importante della valvole, ossia il suo comportamento nel tempo.
Con ci si intende la velocita' con la quale si verifica la risposta della valvole alle sollecitazioni che le pervengono dell'elemento rivelatore (il bulbo) che, a sua volta, risente delle variazioni di temperatura del refrigerante nella parte finale dell'evaporatore.
Le variazioni di apertura o chiusura della valvola seguono piu' o meno rallentate le variazioni del surriscaldamento totale, tanto da poter parlare di un comportamento svelto o pigro.
Il comportamento delle valvola termostatiche deve essere dinamicamente rapportato a quello dell'evaporatore. Per ottenere ci, si adottano cariche termostatiche differenti, in grado di provocare nelle valvole termostatiche alle quali sono applicate, differenti risposte a seconda del servizio desiderato.

2.5.1 Carica termostatica gassosa
Le valvole d'espansione termostatiche a carica gassosa hanno un comportamento veloce e reagiscono rapidamente alle variazioni della temperatura del bulbo, perche' le masse interessate a tali variazioni sono di piccola entita'. La carica del complesso bulbo-soffietto e' costituita dal fluido refrigerante di tipo adatto che viene introdotto sotto forma di vapore e che condensa parzialmente nel bulbo.
o Per il buon funzionamento della valvola occorre che Il bulbo sia il punto piu' freddo dell'intero complesso bulbo-soffietto.
Il capillare non deve assolutamente venire a contatto con l'evaporatore altrimenti la pressione di regolazione, che provoca l'intervento dell'elemento di misura, non verrebbe piu' determinata dalla temperatura del bulbo bensi' da quella del punto di contatto del capillare e sarebbe quindi falsata.
Un surriscaldamento troppo spinto -cos come un sotto raffreddamento eccessivo ottenuto mediante uno scambia-tore di calore -potrebbero raffreddare la testina dell'elemento di misura della valvola (il soffietto o membrana) oltre la temperatura del bulbo e provocare un funzionamento anomalo della valvola.

2.5.2 Carica termostatica liquida
Le valvole termostatiche a carica liquida hanno un tempo di reazione piu' lento rispetto a quelle a carica gassosa. Per la carica si usa un apposito fluido refrigerante, dosato in modo che il bulbo contenga sempre liquido.
Il fatto che elemento di misura della valvola o il capillare siano piu' freddi o piu' caldi rispetto al bulbo non ha alcuna influenza sul buon funzionamento della valvola.
La pressione di regolazione della valvola p1 viene sempre determinata dalla temperatura del bulbo.

wpe29.jpg (9399 byte)
Curva pressione / temperatura                                 Regolazione del surriscaldamento
del refrigerante di controllo.                                    statico.

                                               
2.5.3 Carica termostatica ad assorbimento
Le valvole d'espansione termostatiche con questa carica hanno un comportamento relativamente pigro e reagi-scono piuttosto lentamente alle variazioni della temperatura del bulbo. In certi impianti questo e' desiderato e in questi casi la carica ad assorbimento funziona da ammortizzatore. In queste valvole tutto il complesso bulbo-soffietto e' caricato con vapore che viene parzialmente assorbito da uno speciale materiale introdotto nel bulbo.
La quantita' di vapore assorbito varia in funzione della temperatura del bulbo, e del tipo di materiale assorbente, con essa varia anche la pressione in tutto il complesso.
Per il buon funzionamento della valvola non ha importanza se la parte superiore della valvola (soffietto o membrana) e il capillare sono piu' caldi o piu' freddi del bulbo, la pressione (p1) necessaria al corretto funzionamento della valvola
e' sempre determinata dalla temperatura del bulbo.

    wpe2A.jpg (11041 byte)
Curva pressione / temperatura della                                   Regolazione del surriscaldamento
    carica ad assorbimento statico


2.6 Diagramma del surriscaldamento in funzione della temperatura d'evaporazione
Il diagramma del surriscaldamento delle nostre valvole a carica liquida o gassosa e' determinato da un attento dosaggio delle cariche stesse in modo che il surriscaldamento statico, regolato in fabbrica, abbia un decorso pressoche' costante in tutto il campo delle temperature di evaporazione (Figure 8 e 9).
Questo risultato si ottiene con l'impiego di miscele e incroci di cariche varie.

wpe2B.jpg (15905 byte)

            Fig. 8                                                                                                     Fig. 9                               
Un'eccezione e' data dalle valvole con carica parallela di gas usate per condizionatori di automezzi e valvole per impieghi particolari con diagrammi di surriscaldamento speciali.

2.7 Valvole d'espansione termostatiche con carica liquida con limitazione della pressione (MOP)
Aumentando la temperatura di evaporazione aumenta non solo la resa del compressore, ma anche il suo assorbi-mento di energia elettrica.
Un considerevole aumento della temperatura di evaporazione si verifica negli impianti a bassa temperatura durante la prima fase del normale esercizio ossia prima che l'impianto abbia raggiunto la temperatura di esercizio. Per ragioni economiche e di costi di esercizio, i motori elettrici vengono normalmente dimensionati per il funziona-mento alle basse temperature e quindi con le potenze piu' basse, per cui questi motori dovranno inizialmente essere protetti da dispositivi che limitino la pressione di aspirazione.
Questa limitazione della pressione di aspirazione
e' necessaria nelle macchine per le quali il costruttore prescrive le pressioni massime tollerabili, le quali tuttavia potrebbero essere superate durante la prima fase di esercizio. La limitazione della pressione si puo' ottenere con l'impiego di valvole pressostatiche limitatrici della pressione di aspirazione oppure con valvole termostatiche a limitazione della pressione di aspirazione dette, brevemente MOP Maximum Operating Pressure
- Le indicazioni relative ai MOP sono espresse in valori assoluti della pressione.

wpe2C.jpg (10807 byte)
La Figura.10 indica la pressione piu' in funzione della temperatura del bulbo. Nelle valvole
MOP la pressione del bulbo, dopo la piega nella curva rappresentata nel diagramma, aumenta in modo insignificante nonostante aumenti la temperatura del bulbo.
Ci significa che pur prevalendo le pressioni di chiusura p0 e p3, sara' evitata l'apertura della valvola al di sopra del valore della limitazione prefissata.
L'andamento della pressione nel'evaporatore nel periodo d'andamento di un impianto
e' rappresentato nella Figura 11, per valvole con e senza MOP. Mentre nelle valvole senza limitazione la pressione nell'evapo-ratore diminuisce in modo continuo, essa ha tutt'altro decorso nelle valvole munite di MOP.
A valvola chiusa la pressione scende rapidamente fino al valore prestabilito di MOP, resta poi pressoche' costante. In questa fase la valvola si comporta come una valvola automatica.
Quando la pressione di aspirazione raggiunge il valore di MOP prestabilito, la valvola apre completamente, comportandosi quindi come una valvola termostatica senza MOP, ossia come una valvola che lavori in base si surriscaldamento.
Questa fase iniziale
e' caratteristica di tutte le valvole MOP, ossia dotate di dispositivo imitatore della pres-sione di aspirazione.
Durante la fase iniziale le valvole MOP non devono essere regolate, anche se si ha l'impressione che l'eva-poratore non venga alimentato sufficientemente e lavori con un surriscaldamento eccessivo.

wpe2F.jpg (13677 byte)

Nota:     Un cambiamento del valore di surriscaldamento ha influenza sul MOP.
        Incrementando il surriscaldamento il valore di MOP decresce dello stesso valore.
        Un decremento del surriscaldamento aumenta il valore di MOP dello stesso valore.

2.9 Prescrizioni per il montaggio e il posizionamento del bulbo
Per le possibili posizioni di montaggio consultare le tabelle dei singoli tipi di valvola.
Generalmente le valvole a carica gassosa non dovrebbero essere montate con l'elemento di misura rivolto verso il basso. Per le valvole con attacchi a saldare occorre fare attenzione che durante la saldatura la temperatura del corpo della valvola non superi i valori indicati dalle tabelle dei vari modelli.
Operare eventualmente con opportuni dispositivi di raffreddamento (stracci bagnati, corda di amianto, ganasce per la dispersione calore, ecc.).

Montaggio del bulbo   
Il bulbo deve essere fissato, con apposita fascetta che assicuri un buon contatto termico su un tratto orizzontale del tubo di aspirazione proveniente dall'evaporatore e situato all'interno della cella.
Per tubi aspiranti aventi diametro superiore a mm 22, si consiglia un fissaggio laterale come da Figura 1


wpe2E.jpg (12668 byte)

Il comportamento della valvola termostatica e' determinato dalle temperature rilevate dal bulbo della valvola al termine dell'evaporatore.
Per evitare l'influenza di temperature estranee
e' necessario isolare il bulbo.
Con ci si assicura che il bulbo sia influenzato unicamente dalla temperatura del refrigerante esistente nella parte terminale dell'evaporatore.

Inoltre: Evitare possibilmente di applicare il bulbo a tubi verticali sia ascendenti che discendenti. Evitare pare l'applicazione del bulbo a tubi orizzontali nelle vicinanze del raccordo (curva o sifone) con un tratto verti-cale della tubazione. Il bulbo non dovrebbe essere applicato nei pressi di raccordi, valvole deviatrici (o altre parti metal-liche consistenti), n su curve del tubo, in quanto queste parti non consentirebbero al bulbo di seguire rapide variazioni della temperatura del tubo aspirante con conseguente rallentamento nella risposta della valvola. Nelle valvole MOP il bulbo deve essere applicato al tubo di aspirazione prima del raccordo col tubo di Equalizzazione esterna della pressione.
Negli impianti con piu' evaporatori il bulbo deve sempre essere fissato sul tubo aspirante del proprio evaporatore, in ogni caso mai al collettore di aspirazione comune ai vari evaporatori.


Montaggio del bulbo

wpe30.jpg (40217 byte)

(1) manca il sifone prima del tratto verticale del tubo aspirante
(2) il bulbo della valvola
e' fissato al tubo di aspirazione dopo il raccordo con il tubo equalizzatore di pressione proveniente dalla valvola
(3) il raccordo del tubo equalizzatore al tubo di aspirazione
e' rivolto verso il basso anziche' verso l'alto.

4. Possibili inconvenienti e loro cause
Alcuni inconvenienti sono in diretto rapporto con le valvole ma molti sono anche dovuti a disfunzioni di tutto l'impianto, che non permettono ella valvola di regolare a dovere pur avendo essa tutti i requisiti di qualita' necessari.Per poter fare una buona diagnosi sulla valvola e' necessario rilevare il surriscaldamento di esercizio, precisamente la pressione all'uscita dell'evaporatore o delle tubazioni di aspirazione (che devono avere una perdita di carico trascura-bile), o al rubinetto aspirante del compressore. Questa pressione o meglio la corrispondente temperatura di satura-zione dovra'  essere confronta con la temperatura del tubo aspirante nel punto di fissaggio del bulbo.
La differenza ditali valori (surriscaldamento di esercizio) alla loro stabilita' possono essere assunti come indice per il buon funzionamento della valvola.

Inconveniente riscontrato

a) L'evaporatore non
e' o e' solo parzialmente irrorato

Possibili cause

- Il filtro potrebbe essere otturato e bloccare il flusso del refrigerante.
- Eccessivo surriscaldamento per errata regolazione della valvola.
- La valvola
e' stata scelta troppo piccola.
- Il bulbo ha una carica sbagliata non adatta al refrigerante dell'impianto.
- La carica del bulbo potrebbe essere parzialmente o interamente uscita (perdita dell'elemento bulbo-soffietto).
- La valvola funziona con troppo surriscaldamento per mancanza di refrigerante oppure vi
e' del refrigerante allo stato di vapore prima della valvola.
- La valvola si blocca per presenza di umidita' che congela. Errato montaggio del bulbo.
- Disturbi alla basse temperature per refrigerante di tipo sbagliato.
-Insoddisfacente distribuzione del refrigerante negli eva-poratori a iniezione multipla: errato montaggio del distributore, carico disuguale dell'evaporatore o sfavo-revole distribuzione dell'aria.

b) L'impianto lavora senza surriscaldamento, il compressore ha ritorni di liquido.

- Il surriscaldamento statico
e' troppo esiguo.
- Il bulbo
e' influenzato da correnti d'aria a temperatura diversa da quella di evaporazione, oppure e' montato male.
- La valvola puo' essere bloccata da impurita' dell'impianto che ne impediscono la chiusura.
- La valvola
e' bloccata da umidit
a'. La valvola ha una carica del bulbo non adatta al refri-gerante dell'impianto.

c) La temperatura dl evaporazione
e' troppo bassa.

-Se non sussiste una delle cause elencate al punto a) allora non vi
e' il giusto rapporto fra capacita' del com-pressore e capacita' dell'evaporatore.

Altrimenti...

tenete presente che la valvola termostatica non
e' un regolatore della temperatura di evaporazione - essa puo' regolare soltanto il surriscaldamento.

Considerazioni sulla scelta delle valvole:

La capacita' frigorifera di una valvola, oltre che dalla grandezza e forma dell'ugello,
e' influenzata principalmente da tre fattori:
- tipo di refrigerante
- cadute di pressione
- temperatura di evaporazione e di condensazione

E' indispensabile che ogni valvola venga impiegata unicamente per il tipo di refrigerante per la quale e' destinata, sulla base del proprio tipo di carica termostatica.

Le temperature di condensazione ed evaporazione determinano la pressione all'entrata e all'uscita della valvola, quindi la velocita' del flusso di refrigerante che la attraversa. Maggiore e' la caduta di pressione maggiore sara' la quantita' di refrigerante, a parita' di apertura della valvola.

Inoltre il calore latente di vaporizzazione del refrigerante
e' determinato dalla temperatura di vaporizzazione.

Nella documentazione tecnica a catalogo la capacita' nominale delle valvole
e' riferita alla temperatura di evaporazione, Te = -10 C, alla temperatura di condensazione, Tc = 25C, e ad 1K di sotto raffreddamento del liquido refrigerante in ingresso alla valvola.
Al variare di questi parametri il rendimento della valvola varia, vediamo come:

Supponiamo di cercare una valvola per R134a con una capacita' richiesta di 4.500 kW, un sotto raffreddamento del liquido refrigerante di 1K, e le perdite di pressione nel sistema di 1.50 bar.
Indichiamo con to = temperatura di evaporazione e tc = temperatura di condensazione :

to = -5.0 C tc = 35.0 C
Capacita teorica calcolata = 5.837 kW ( dalle tabelle Flica )
Ugello = 3.00 fattore di carico = 71.1%

Il ciclo relativo :

wpe31.jpg (14884 byte)                   wpe32.jpg (4349 byte)

Supponiamo ora di variare la temperatura di condensazione di 15C.

to = -5.0 C tc = 20.0 C
Capacita teorica calcolata = 4.114 kW ( dalle tabelle Flica )
Ugello = 3.00 fattore di carico = 109.4 % ( riferito a 4.5 kW)

Il relativo ciclo :

wpe33.jpg (15216 byte)     wpe34.jpg (4795 byte)


Come si puo' notare diminuendo la temperatura di condensazione diminuisce la resa della valvola, ma aumenta il rendimento (COP) del compressore.
Una minore pressione di condensazione oppone una minor resistenza del gas compresso all'uscita del compressore, ma al tempo stesso diminuisce il flusso di refrigerante attraverso la valvola.

Tc = 20 C 

  wpe36.jpg (1466 byte)                     wpe35.jpg (2837 byte)

Tc = 35 C
wpe37.jpg (1516 byte)                          wpe39.jpg (2885 byte)


Dove p2
e' la pressione in uscita dal compressore.

Nota : Nella scelta della valvola occorre tenere presente che esiste una capacita' di riserva ( intorno al 130% della capacita' nominale) che puo' essere utile per compensare eventuali variazioni di carico.


wpe3A.jpg (9408 byte)